Natale a San Domenico tra musica sacra e cultura

Il parroco di Santa Lucia in Rieti, Mons. Luigi Bardotti, ha voluto, come ogni anno, riunire i parrocchiani per formulare loro i migliori auguri per l’anno nuovo, offrendo un grande concerto organistico organizzato dal Comitato San Domenico.

L’evento è avvenuto il 28 dicembre. Contemporaneamente, alle ore 16,30, si è svolto il “Convegno” sul tema “Compositori Reatini e musica Sacra”.

Ha introdotto il convegno lo stesso Mons. Bardotti, che ha voluto indirizzare gli interventi sia sul lato artistico che su quello culturale.

La cultura vista come valorizzazione del territorio, come, forse, un bisogno individuale di sentirci parte di una storia più lunga del tempo della nostra breve esistenza.

Per quanto riguarda il lato artistico, il M° Alessandro Nisio ha dato un ampio resoconto dell’attività della musica sacra nel nostro territorio partendo dal 1500, periodo in cui già si riscontra la nascita di un movimento di musicisti attivi.

Musicisti e compositori non solo reatini, ma anche di altre parti d’Italia, che hanno arricchito d’arte il territorio e di conseguenza anche le Chiese locali, con la costruzione di apposite Cappelle per i concerti come in Cattedrale a Rieti, o in altri centri come Contigliano.

Uno dei compositori reatini, il più noto in Italia, è stato Giuseppe Ottavio Pitoni, nato a Rieti nel 1657. Già all’età di 16 anni era maestro della cappella di Monterotondo e subito dopo della Cattedrale di Assisi.

Prima di Pitoni Rieti ebbe un altro musicista, Alessandro Capece, nato a Tarano, che trovò il suo primo impiego a Rieti come maestro di Cappella nella nostra Cattedrale nel 1613.

Altri musicisti e compositori che si sono avvicendati sul territorio sono frate Cesare Argentino, padre Silverio Picerli, fino ad arrivare nel 1899 con la presenza di Alessandro Costa per la musica vocale antica e U. Bandini per quella sinfonica.

Nei tempi più recenti il Maestro Nisio ha citato il Conte Alessandro Vincenti Mareri e Don Angelo Fasciolo.

Don Angelo, oltre che come compositore, è ricordato come uno dei più famosi docenti italiani, alla cui scuola si sono formati fior di musicisti ed interpreti di grandissimo valore.

Ha preso poi la parola il Prof. Francesco S. Colamarino, che ha trattato il tema “L’Istituto Superiore di Musica Sacra Dom Bedos-Roubo.

L’illustre professore ha messo in evidenza che nell’epoca in cui viviamo vi è una decadenza della musica sacra, spesso sostituita da altri strumenti e non sempre usati in modo professionale.

Il prof. Colamarino ha effettuato dei corsi per musicisti di cappella a L’Aquila trovando un forte riscontro nella presenza dei giovani ed è quello che auspica con l’istituzione dell’Istituto Superiore di Musica Sacra Dom Bedos-Roubo a Rieti, vista anche la tradizione tracciata precedentemente dal Maestro Nisio.

L’ing. Filippo Tigli ha trattato il tema “L’arte organaria classica”, sezionando il Dom Bedos e facendone gustare le parti più nascoste e quelle più pregiate e ripresentandolo come un pezzo unico e di grande pregio, visto che ormai è conosciuto ed ammirato in tutto il mondo.

Gli organi dice l’ing Tigli sono macchine misteriose e affascinanti come i suoni che emettono. La nostra provincia e città è ricca di organi. Ne ricordiamo alcuni come quello del Fedeli nella Cattedrale,quelli nelle Chiese di S.Agnese, del Cimitero di Rieti, S. Chiara , S. Benedetto ,S. Caterina, S. Francesco.

Alle ore 18,30 è stato dato il via al Concerto davanti ad un pubblico numeroso ed attento, che ha gustato le sfumature e il fascino dell’armonia della musica sacra .

Si sono esibiti gli organisti ufficiali del Dom Bedos. Ha incominciato Luca Di Donato che ci ha donato note frizzanti e briose, per passare poi a Francesca Boccasanta con una melodia soave e leggera, con Filippo Tigli che ha intrattenuto il pubblico con un brano ricco di suoni e piacevole da gustare per poi passare ai Maestri Nisio e Paniconi, che con la Coro “Aurora Salutis”, diretto dallo stesso Maestro Nisio, hanno messo in risalto la bellezza della musica sacra e tutte quelle sfumature che rendono ancora più suggestiva e di effetto l’arte musicale sul pubblico.

Ha concluso il concerto il Prof. Francesco Colamarino che, come al solito, ha dato il meglio di se stesso in stretta simbiosi con il Dom Bedos, dando voce e suoni ad un mezzo meccanico e facendo vivere alle persone presenti emozioni e sogni celestiali.