Monsignor Galantino: su “Il Sole 24 Ore”, “sicurezza non si garantisce criminalizzando la miseria ma spendendosi per eliminarla”

“Dal latino sine cura o se-curitas (senza preoccupazione), la sicurezza è lo stato d’animo e la condizione derivante dalla consapevolezza pubblica o privata che l’evoluzione di un sistema o l’azione di un singolo non provocheranno danni. È ovvio che questa consapevolezza viene messa in difficoltà tutte le volte in cui veniamo sorpresi da gesti di protervia o di vigliacca aggressione, come sempre più sta capitando a opera di fanatici violenti in questi ultimi tempi”. Lo ha scritto mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, sul “Sole 24 Ore” di ieri, domenica 7 agosto, nella rubrica “Abitare le parole”. Nell’articolo, intitolato “Tra garantismo e tolleranza”, si legge: “Si registrano così reazioni di paura e di insicurezza giustificate ma non sempre del tutto condivisibili nei loro esiti. La paura e il senso di insicurezza non si superano opponendo violenza a violenza né attraverso la sistematica demonizzazione e la delegittimazione dell’altro. L’insicurezza è frutto di violenza fisica ma nasce anche a causa del sistematico ricorso alla violenza verbale. La formulazione di norme di sicurezza e la loro applicazione contribuiscono a creare condizioni di sicurezza nella misura in cui rendono più difficile il verificarsi di eventi dannosi”.
“Nelle città di ieri la sicurezza veniva, in una certa misura, garantita – oltre che dalle istituzioni a ciò preposte – dai singoli cittadini attraverso la partecipazione responsabile alla vita collettiva e la conoscenza degli stili di vita del singolo. Si aveva la percezione di vivere in una collettività integrata molto più simile a una comunità”. “Oggi, sempre di più, vi è chi propone di affidare il controllo della sicurezza a ronde più o meno autogestite per garantirla in maniera efficace; meglio se a gestirle, secondo questo orientamento, sono persone avvezze a vedere nell’altro, soprattutto se estraneo a circuiti conosciuti, un potenziale nemico. Chi propone, favorisce o attua queste soluzioni confonde la ‘condizione’ di una persona con il suo ‘comportamento’. Quando, poi, questo modo di pensare diventa proposta politica si finisce col legiferare, ad esempio il fenomeno migratorio, all’interno del ‘pacchetto sicurezza’. La migrazione viene vista cioè come un problema di sicurezza e non, com’è, un tema sociale”. Galantino aggiunge: “La democrazia e la sicurezza non si garantiscono criminalizzando la miseria e le varie forme di povertà ma spendendosi per eliminarle”.