Mons. Pompili: la responsabilità ambientale è qualificante per i cristiani

«Il clima sta cambiando, cambiando velocemente, cambiando in buona parte per effetto dell’agire umano. E le conseguenze sono già fin d’ora devastanti, con un impatto pesante che interessa in primo luogo le componenti più fragili della famiglia umana, i poveri in primo luogo».

Lo ha affermato il vescovo Domenico Pompili durante l’apertura dei lavori del XII Forum Internazionale dell’informazione ambientale in corso a Rieti dal 18 al 21 novembre sulla base dei dati «che emergono dalla ricerca dei climatologi, efficacemente sintetizzati nel V rapporto IPCC».

«Non a caso – ha aggiunto il vescovo – papa Francesco si è riferito più volte nell’Enciclica Laudato si’ al riscaldamento globale, evidenziando l’urgenza e la necessità di un impegno condiviso della famiglia umana contro di esso. Il clima – sottolinea il Pontefice – è un bene comune fondamentale; prendersi cura della casa comune significa quindi anche operare per mitigare la crescita della temperatura planetaria, evitando che l’incremento superi quella soglia dei due gradi oltre la quale si aprono scenari difficili da valutare, ma certamente devastanti».

«Riflettere ed operare in questa direzione è quindi responsabilità qualificante per i cristiani – ha sottolineato mons. Pompili – che vedono nel mondo il dono del creatore, ma impegna in effetti ogni persona che abita il pianeta nella ricerca di soluzioni giuste ed efficaci».

«Per questa ragione – ha concluso don Domenico – il prossimo Meeting dei giovani che si svolgerà a Greccio dal 2 al 4 gennaio ha tra le sue tematiche il rapporto con l’ambiente che è centrale nella questione sociale oggi e di cui occorre far crescere la consapevolezza diffusa anche per inaugurare nuovi stili di vita».

Foto di Massimo Renzi.