Mondiali senza padrone

Fanno notizia solo le cadute rovinose delle grandi. Il Brasile non convince

In attesa che le grandi corazzate prendano il largo, tecnicamente questo sembra il Mondiale delle liete sorprese. Vedere una Costarica che batte Uruguay e Italia, un’Olanda che fa a pezzi la Spagna già eliminata dopo due gare e una giovanissima Colombia giocare con la sicurezza dei veterani, rimescola sicuramente le carte dei pronostici della vigilia. I valori assoluti alla fine dovrebbero prevalere, ma questo torneo sembra molto diverso da quello che ci avevano raccontato, con il Brasile strafavorito e le altre ad annaspare molto staccate. Intanto i carioca hanno vinto la prima con la Croazia e pareggiato la seconda con un ottimo Messico senza convincere: a parte la stella Neymar, sembrano mancare in personalità e si fa fatica a intravedere un vero leader che nei momenti difficili possa prendere per mano la squadra. Più esperta e tosta appare allora l’Olanda, che ha in Van Persie e Robben campioni navigati e una cintura difensiva solida, capace di tamponare e subito reimpostare il gioco per i suoi fenomeni in avanti. Terrificante poi l’esordio della Germania, che ha schiantato in un tempo il Portogallo e che si conferma la favorita tra le squadre europee, mentre il giovane e talentuoso Belgio ha dovuto faticare non poco per piegare l’Algeria (deludenti nel complesso le africane).

Quello che lascia sbigottiti è una Spagna buttata fuori da un ottimo Cile: squadra sfilacciata, giocatori logori per una stagione massacrante nei loro club, nessun ricambio generazionale che fa la differenza rispetto agli “eroi” del Sudafrica, hanno causato la disfatta. Di fronte a questo rimescolamento di carte l’Italia aveva esordito bene regolando gli inglesi, con Pirlo Candreva e Balotelli sugli scudi, ma poi, come l’Uruguay nel primo match, ha dovuto piegarsi al ritmo infernale della Costarica, vera rivelazione del torneo, rimettendo in discussione la qualificazione e perdendo la faccia a causa di una preparazione approssimativa e una mira scadente dei suoi punteros. Messi invece, non sta tradendo le attese: subito ha messo il suo sigillo nella vittoria con la Bosnia, trascinando quell’Argentina che oggi è l’alternativa più credibile ai padroni di casa per la vittoria finale.

A proposito di credibilità, i Mondiali restano sospesi in un limbo, sul fronte arbitrale, dopo il primo regalo confezionato sotto forma di rigore al Brasile nella partita inaugurale, quell’onnipresente spray che in Sudamerica usano da decenni e quell’occhio elettronico che dovrebbe battezzare i “non gol” e che continua invece a far discutere. Sul fronte climatico, il caldo amazzonico non è stato neppure alleggerito dai time-out che poi si sono rivelati fantasma (nella partita dell’Italia, con un’umidità feroce, (i sanitari hanno detto alla Fifa che non erano necessari…), al punto che qualche giocatore ha confessato di aver avuto delle allucinazioni in campo. Ma è soprattutto fuori dal campo che ci auguriamo non arrivino più brutte sorprese: come la giornata d’esordio ha insegnato, il malcontento popolare e il disagio popolare covano tensioni e rabbia sotto la cenere, per una situazione di vita, la loro, che il Mondiale non sposta neppure di un centimetro.