Modenese in ginocchio Col fiato sospeso nell’attesa di aiuti

L’arcivescovo di Modena-Nonantola, monsignor Antonio Lanfranchi, ieri ha celebrato l’eucaristia domenicale tra la popolazione alluvionata a Bomporto, nella palestra parrocchiale che accoglie le funzioni religiose fin dai giorni del terremoto, nel 2012. Il bilancio dei danni: 10mila ettari allagati e 1.800 aziende colpite. I dubbi dei cittadini su una calamità da prevenire.

Piove, ed è ancora allarme in Emilia Romagna per l’innalzarsi del livello dei fiumi. Da venerdì scorso è sotto osservazione il bacino del Reno, in particolare nei Comuni di Cento e Pieve di Cento (rispettivamente in provincia di Ferrara e di Bologna). Ma è critica la situazione di molti dei bacini fluviali delle province di Bologna, Modena e Ravenna (come pure in diverse altre parti d’Italia colpite dalle intemperie di questi giorni). Restano sempre sotto osservazione i bacini del Secchia e del Panaro, per i quali rimane attivo lo stato di preallarme a seguito delle particolari condizioni di criticità dovute alle ultime piene. Frattanto il Consiglio dei ministri ha riconosciuto lo stato d’emergenza per le zone alluvionate del Modenese, misura che si aggiunge alla sospensione per sei mesi dei termini relativi a tutti i pagamenti per i territori colpiti.

L’arcivescovo tra la popolazione alluvionata.

L’arcivescovo di Modena-Nonantola, monsignor Antonio Lanfranchi, ieri ha celebrato l’eucaristia domenicale tra la popolazione alluvionata a Bomporto, nella palestra parrocchiale che accoglie le funzioni religiose fin dai giorni del terremoto, nel 2012. “Vi testimonio la vicinanza dell’intera diocesi: in tutte le parrocchie – ha ricordato l’arcivescovo – oggi si prega per le persone colpite dall’alluvione, come nel giorno di san Geminiano, e alla preghiera si fa seguire il gesto di solidarietà, perché i bisogni sono tanti”. Nella diocesi di Modena, e pure in quella di Carpi, ieri è stata indetta una colletta straordinaria per le comunità parrocchiali delle zone colpite. Mentre venerdì scorso, solennità di san Geminiano, patrono della diocesi di Modena, monsignor Lanfranchi aveva nuovamente espresso “vicinanza e solidarietà” ai “fratelli e sorelle colpiti dall’alluvione”, riconoscendo che “la loro prostrazione e umiliazione sono più che legittime”.

Diecimila ettari allagati, 1.800 imprese colpite.

L’alluvione del 19 gennaio ha causato danni significativi alle aziende e all’agricoltura, oltre a quelli nelle abitazioni e nelle attività commerciali. Secondo le stime di Coldiretti Emilia Romagna, negli 8 Comuni interessati dall’esondazione (Bastiglia, Bomporto, Camposanto, Finale Emilia, Medolla, San Felice sul Panaro, San Prospero e parte di Modena) è di 10mila ettari la superficie agricola allagata: sott’acqua sono finiti soprattutto terreni seminativi, ma anche un migliaio di ettari di vigneto – in un’area rinomata per la produzione di Lambrusco – e altrettanti di frutteto. Numeri ai quali bisogna aggiungere 95 allevamenti bovini danneggiati, mentre, sul fronte delle imprese, la stima – ancora provvisoria – è di 1.800 aziende con danni. “Esprimiamo apprezzamento per i solleciti interventi delle istituzioni regionali, che consentono di far fronte alle prime immediate esigenze dei cittadini e delle imprese delle zone alluvionate”, ha dichiarato il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, chiedendo “una norma speciale che consenta un intervento in deroga al decreto sulle calamità naturali, privo di risorse, per approvare uno stanziamento ad hoc per ripristinare strutture, attrezzature, frutteti, vigneti e colture distrutte o danneggiate”.

Verificare le responsabilità.

Da Coldiretti è giunta anche la richiesta di “verificare eventuali responsabilità e mancanze, in modo che si possano predisporre tutti gli interventi necessari per mettere in sicurezza gli argini, salvaguardare le imprese e i territori”. Un appello che richiama quanto denunciato nei giorni scorsi dal presidente di Lapam Federimpresa, Erio Luigi Munari, il quale aveva lamentato la mancanza di “vera prevenzione”, rilevando che “molto più della natura le responsabilità sono dell’incuria degli uomini”. Mentre l’assessore regionale alla difesa del suolo, Paola Gazzolo, in assemblea legislativa ha fatto sapere che pochi giorni prima dell’alluvione era stato deliberato di chiedere al Ministero dell’ambiente 16 milioni “per la sistemazione del nodo idraulico di Modena”, a cui ora ne sono stati aggiunti altri 3, “per costruire un piano straordinario d’interventi sul nodo idraulico, immediatamente cantierabili”. Parole che rafforzano i dubbi dei cittadini circa una calamità che, forse, si sarebbe potuta prevenire.