Mobilità sostenibile: avanti piano

La buona riuscita di Bicincittà e di manifestazioni simili – tempo permettendo – è oramai scontata. Ma non per questo le abitudini dei reatini sembrano cambiare

Assessore Ubertini, si parla tanto di mobilità alternativa, ma alla fine la città sembra sempre uguale a se stessa…

Io credo che tutti i cambiamenti radicali, che incidono sugli stili di vita, hanno tempi lunghi, soprattutto in una città un po’ seduta sulle proprie abitudini. È una evoluzione lenta, ma io credo che l’evoluzione ci sia: bisogna insistere, bisogna che la goccia scavi la roccia. La dinamica è rallentata, ma incisiva.

Allora sarebbe il caso di moltiplicare iniziative come Bicincittà!

Anche: d’altra parte noi stiamo predisponendo una mobilità non solo alternativa e sostenibile, ma anche articolata e diffusa. Per esempio è in cantiere l’istituzione di nuove piste ciclabili. Faccio un esempio: ci stiamo concentrando sul tratto di pista ciclabile, quasi naturale, che collegherebbe il quartiere di Quattro Strade a quello di Madonna del Cuore. Ma stiamo pensando anche ad altri tratti: piste e percorsi ciclabili, ma anche pedonali. Stiamo per aggiornare il Piano Urbano del Traffico (Put), che prevederà non solo un tentativo di fluidificazione della circolazione automobilistica, ma anche l’istituzione e l’intreccio con questi percorsi ciclopedonali con il Bike Sharing e con un ripensamento del trasporto pubblico locale. Pensiamo ad una offerta variegata, diffusa, su base sostenibile. E sì, manifestazioni come Bicincittà – che hanno un carattere educativo – vanno probabilmente intensificate. Come dicevo si tratta di affrontare cambiamenti di stili di vita, di culture radicate. I tempi sono lunghi, ma la tendenza è nella giusta direzione.

A proposito di piste ciclabili naturali: forse un’occasione è stata persa in viale Maraini: i marciapiedi sono larghissimi, ma in gran parte sono occupati da un verde del tutto decorativo. Magari si potevano ricavare tratti ciclabili anche lì…

È probabile. Abbiamo dei tecnici che stanno lavorando anche su questo fronte: è possibile recuperare dei percorsi stante la situazione attuale. La città non solo è morfologicamente predisposta ad una mobilità alternativa e sostenibile, ma è anche molto bella: ha un cuore medievale in una cornice naturale, è protetta dal Terminillo, unita dal Velino e abbracciata dal verde. Sarebbe un crimine l’uso esclusivo della macchina: è un uso utile, ma non può essere un uso compulsivo, fino a domandarci se siamo noi a guidare la macchina o è la macchia a guidare noi.

La nostra identità viene definita dallo spazio che ci circorda…

In latino “ambio” significa «girare attorno»: attorno a noi. Di recente è stato fatto un importante convegno aiutato e promosso proprio da «Frontiera» insieme al Fai su “Percezione consapevole di ambienti e spazi significativi”. La nostra identità viene definita dallo spazio che ci circonda. Se invece ci concentriamo su di noi, la centralità viene assunta dal mezzo, e il mezzo diventa fine, per cui siamo schiavi dell’automobile, della tecnologia, perdendo di vista il contatto con la natura che ci identifica e caratterizza la nostra esistenza e la nostra identità.