Minori e internet: non lasciarli soli

Il report diffuso da “Eu kids Online” di cui OssCom è il referente italiano.

L’utilizzo di Internet e dei Social Network da parte dei minori non è esente da pericoli, ma «l’esposizione ai rischi non produce necessariamente conseguenze dannose. I ragazzi, nella stragrande maggioranza, non sono turbati da contenuti o situazioni rischiose in cui s’imbattono on line». È quanto emerge dall’ultimo report – diffuso ieri – del network “Eu kids Online” di cui OssCom, Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica di Milano, è il nodo italiano. Rassicurazioni a parte, i ricercatori mettono in guardia dai rischi che corrono i minori con problemi psicologici. «Questi ragazzi – scrivono – sono meno resilienti e soffrono di più, più intensamente e più a lungo, le conseguenze dannose dei rischi di Internet. Inoltre, tendono ad avere un atteggiamento passivo di fronte ai rischi, anziché cercare attivamente una soluzione al problema». Tra i pericoli riscontrati sono particolarmente rilevanti l’esposizione a contenuti di natura sessuale, il bullismo on line e il sexting, vale a dire lo scambio di messaggi a sfondo sessuale. Per cercare di capirne di più Michele Luppi, per il Sir, ha intervistato Giovanna Mascheroni, responsabile della ricerca per l’Italia.

L’utilizzo di Internet e dei Social Network ha aumentato i rischi per i minori?

Certamente la Rete ha amplificato la condizione dell’infanzia presentando nuove sfide per i ragazzi, ma non bisogna fare l’errore di considerare on line e off line come due elementi separati, bensì contigui. Il problema, dunque, non è Internet in sé ma la maturità emotiva dei ragazzi. I minori emotivamente più stabili ed equipaggiati sono quelli che riescono ad affrontare meglio e superare eventuali rischi.

Chi sono, allora, i soggetti più vulnerabili?

Paradossalmente i ragazzi più a rischio sono quelli che usano meno Internet e, in generale, i più piccoli. Gli utilizzatori abituali, infatti, pur essendo esposti ai rischi per più tempo, sono maggiormente capaci di farvi fronte non subendone le conseguenze. Questo dimostra perché i minori italiani, che hanno mediamente un minor accesso alla Rete e una minor alfabetizzazione digitale rispetto ai coetanei europei, siano maggiormente soggetti a rischi. Dall’altra parte, le minacce per i più piccoli sono legate alla mancanza di una consapevolezza sociale e relazionale. Pericoli presenti anche lontano dalla Rete, come c’insegna la raccomandazione: ‘Non accettare caramelle dagli sconosciuti’.

Come dovrebbe comportarsi un genitore?

Non dovrebbe puntare tutto sulla limitazione del tempo da passare sulla Rete, ma promuovere forme virtuose di utilizzo e cercare di fare attività on line insieme ai figli. È importante far capire ai ragazzi l’importanza di parlare di quanto accade in Rete e, in questo, diventa fondamentale la mediazione del contesto scolastico e dei coetanei perché ai ragazzi non mancano affatto le competenze tecnologiche, bensì quelle sociali.

Recenti fatti di cronaca, come il suicidio della giovane Carolina, hanno riportato l’attenzione sul problema del bullismo on line e delle sue conseguenze. Come intervenire?

Per prima cosa è importante precisare come il bullismo sia ancora più diffuso off line che on line, anche se per le sue caratteristiche di esposizione pubblica quello in Rete è forse più pericoloso. Secondo la nostra ricerca, solo il 2% dei minori intervistati ha avuto problemi di bullismo in Rete, contro il 6% della media europea. Ciò non toglie che, rispetto ad altri rischi, come l’accesso a contenuti di natura sessuale o l’interazione con sconosciuti, il bullismo abbia delle ricadute molto più forti su chi lo subisce. Circa i due terzi delle vittime ha, infatti, riportato delle conseguenze negative.

Come si possono aiutare i ragazzi a capire la gravità di certi comportamenti?

È necessario lavorare sull’educazione, aiutando i minori ad avere un uso responsabile della Rete. I ragazzi devono capire le conseguenze delle loro azioni e imparare a esserne responsabili. Dall’altra parte, ci sono strumenti che possono utilizzare per proteggersi quando sono in Rete e per segnalare eventuali abusi. Parlarne e confrontarsi è sicuramente un primo passo.

Scheda

Secondo l’ultimo report di “Eu kids on line” la risposta ai rischi che i ragazzi dichiarano di correre più di frequente in Rete è parlarne con qualcuno: lo fa il 53% di chi è turbato da contenuti pornografici, il 60% di chi ha ricevuto messaggi sessuali e il 77% di chi è stato vittima di bullismo on line. «L’uso delle diverse strategie di risposta – osservano i ricercatori – dipende anche dal benessere psicologico del ragazzo. I ragazzi insicuri o con problemi emotivi adottando più spesso risposte di tipo fatalistico e meno efficaci». I ricercatori di OssCom ricordano come «rispetto alla media europea, i ragazzi italiani sono più vulnerabili ai rischi di Internet. Infatti solo la metà dei ragazzi di 9-10 anni e il 74% dei ragazzi di 11-16 anni hanno riferito di non esserne rimasti turbati, contro la media europea del 61% dei ragazzi più piccoli e del 76% degli 11-16enni».