Migranti: scontri al confine greco-macedone. Smailovic (Legis), “intervenga l’Europa”

Dal confine greco-macedone, Mersiha Smailovich racconta al Sir che “ci sono molti poliziotti, forze dell’esercito” lungo la linea che divide i due Stati, ma a suo avviso “l’accaduto non è colpa della polizia; loro eseguono gli ordini, è stato ferito anche un poliziotto”. “La verità è che l’Europa non riesce a trovare una soluzione umana, a misura d’uomo, per la crisi dei migranti”, afferma l’operatrice della Legis, convinta che “la Macedonia sia lasciata a se stessa contro queste persone che giustamente protestano e non sono neanche dirette verso Skopje, che non potrebbe offrire loro un futuro”. Dopo l’accordo tra l’Austria e i Paesi della “rotta balcanica” di permettere l’accesso a non più di 580 persone al giorno e solo se provenienti da Siria e Iraq, la Macedonia ha lasciato passare poche persone, solo 300 nel weekend scorso. Nel frattempo secondo le autorità greche, “nel Paese ellenico ci sono già 22mila migranti che potrebbero diventare 70mila nelle prossime settimane”. Da parte sua, il governo di Skopje ha continuato la costruzione di un nuovo recinto alto un metro e mezzo dal campo dei profughi fino ai valichi di frontiera. “Bisogna lasciar passare le persone – appella Smailovic – senza quote, restrizioni o limiti di numero e nazionalità”.