Migranti e salute: dalla Asl una iniziativa rivolta agli operatori dei Centri di accoglienza

Migranti: Iniziativa informativa e formativa della Asl di Rieti su ‘Epidemiologia e profilassi delle malattie infettive’ destinata agli operatori dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati

L’accelerazione ed i cambiamenti strutturali dei flussi migratori avvenuti recentemente in Italia hanno acuito l’esigenza di una riflessione generale sui sistemi di risposta alle emergenze e di accoglienza e, pertanto, sui modelli e strumenti operativi per la gestione dei servizi. Prioritaria è risultata la sfera della tutela della salute, nella consapevolezza che il processo di integrazione passa anche dall’integrazione socio sanitaria. Anche sul nostro territorio provinciale il costante afflusso negli ultimi anni dei migranti forzati ha determinato un incremento della domanda di servizi sanitari mirati. Si è reso pertanto preminente un confronto costante e costruttivo tra le organizzazioni del terzo settore e la Asl Rieti per garantire un’adeguata accessibilità e fruibilità dei servizi per migranti, assicurando interventi sanitari adeguati.

In questo ambito si colloca l’iniziativa di formazione ed informazione destinata agli operatori dei Centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, volto a fornire loro gli strumenti teorico – pratici essenziali di riconoscimento e prevenzione delle più comuni patologie infettive. L’iniziativa si svolgerà presso l’Aula Magna della Asl di Rieti in via del Terminillo 42 domani, martedì 27 marzo a partire dalle ore 14,30: ad introdurre, il Direttore Sanitario della Asl di Rieti Velia Bruno.

Obiettivo della iniziativa è quello di sviluppare o incrementare le competenze professionali degli operatori che lavorando in seno ai progetti di accoglienza in tema di epidemiologia e profilassi delle principali forme infettive: l’informazione e la formazione sono infatti fondamentali per identificare situazioni potenzialmente a rischio infettivo e adottare le necessarie contromisure ai fini della tutela della salute del singolo e della collettività. Ciò, in ultima analisi, contribuisce anche a migliorare i processi di dialogo tra differenti etnie e culture, nella dimensione di un’interpretazione sempre più transculturale della medicina.