Mezzetti e il decoro urbano: dal virtuale al reale?

Iniziativa non inedita, ma senz’altro interessante. L’ha presa l’Assessore al Decoro Urbano Alessandro Mezzetti sul social network più amato dai reatini.

«Visto il gran numero di interventi che spesso appaiono qui su Facebook e sui social in genere, ma anche sulla carta stampata – spiega – credo che la politica e l’amministrazione abbiamo l’obbligo di coinvolgere i cittadini alla vita pubblica e soprattutto facendo arrivare proposte per rendere più bella e gradevole la nostra città».

Di conseguenza ha fatto seguire la bozza di un regolamento sul decoro urbano che può essere «corretta e rivista mandando le idee e le proposte alla seguente mail: alessandro.mezzetti@comune.rieti.it» o direttamente in calce al post.

L’idea di fondo è che «un regolamento fatto con i cittadini e che piaccia a tutti possa essere meglio rispettato da tutti».

Al momento il documento presenta un preambolo con finalità e ambito di applicazione, seguito da una lunga sequenza di obblighi e divieti, sia attorno al patrimonio pubblico che a quello privato.

Poi arriva il lungo elenco delle sanzioni per i trasgressori, mentre più stringati sono gli articoli conclusivi.

Uno riguarda il punto fondamentale della Vigilanza: oltre ai vari corpi di polizia, a regolamento approvato saranno incaricati del controllo anche «volontari delle associazioni riconosciute ed i soggetti, anche esterni, appositamente individuati dall’Amministrazione comunale».

Si parla inoltre della «Collaborazione per la tutela e la valorizzazione del decoro da parte dei cittadini (anche se costituiti in associazioni, enti, organismi, istituzioni o imprese private)» che potrà consistere «anche in forme di “adozione” da parte degli stessi di aree verdi o di aree della città, in proposte di sponsorizzazione, accordi ed intese che abbiano come ragione e motivazione» i valori e le finalità del regolamento.

Da una parte, dunque, il Comune dispone nel minimo dettaglio cosa si possa o non si possa fare. Dall’altra sembrerebbe aprire alla partecipazione dei cittadini, offrendo consistenza e credibilità al ruolo del volontariato e del settore privato nella valorizzazione della cosa pubblica.

Tra i motivi di questa scelta c’è anche la cronica mancanza di fondi e personale a disposizione del Comune per far fronte ad un degrado che non sembra andare mai in crisi? Forse sì, ma per il momento non fermiamoci a questo.

Per prima cosa c’è da capire se la vita “social” del virtuale si tramuterà davvero in una concreta responsabilità sociale. Ed il passaggio sembra tutt’altro che scontato.