Metti i Pink Floyd al piano…

È possibile eseguire la musica dei Pink Floyd sul solo pianoforte in modo credibile? La questione non è delle più semplici, ed infatti operazioni del genere risultano spesso troppo leziose, stentate, incompiute. Sembra quasi che l’impostazione “classica” non riesca a rendere giustizia alle partiture, che insieme alle note non si riesca a trasportare anche l’atmosfera, la sonorità, l’anima musica.

Questo almeno è quello capitava fino all’arrivo della pianista turca Ayşedeniz Gökçin. I suoi arrangiamenti per pianoforte solo della musica del gruppo rock riescono a restituire un punto di vista profondo sulle composizioni, anche su quelle più astratte e in debito con i sintetizzatori come “Welcome to the machine”.

Ma la trascrizione non è semplice: l’interprete deve avvalersi di un po’ tutte le prassi esecutive sullo strumento: non solo virtuosismo alla tastiera, ma anche interventi diretti sulle corde – percosse o pizzicate – e qualche approccio sul modello del “piano preparato”.

Ma la fatica vale il risultato. È vero che tradurre è anche un po’ tradire, è anche vero che nel passaggio ad un’altra lingua si guadagnano parole nuove e nuove letture. E lo spirito gioisce.