Messa di Natale con le Risorse Sabine per don Valerio

Anche a Natale l’Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali non ha lasciato soli i lavoratori. Don Valerio Shango ha infatti celebrato per la seconda volta in pochi giorni la Messa nell’Aula Consiliare della Provincia di Rieti, chiamato dai dipendenti di Risorse Sabine.

Ed è stata un’ennesima occasione in cui il sacerdote ha confortato con la preghiera quanti si trovano sull’orlo della perdita del posto di lavoro, esortandoli a non rinunciare alla lotta, a non cedere allo scoramento, a non disperare.

«Nulla è impossibile a Dio» ha ripetuto insieme ai tanti arrivati in Provincia per l’occasione. Ma ricordando che le soluzioni debbono pur sempre passare attraverso le istituzioni: non possono chiamarsi fuori, essere assenti e disconoscere le proprie responsabilità, ma sono tenute a dare risposte, a non lasciare nessuno indietro, a non essere indifferenti.

«Con l’impegno e la volontà le soluzioni si trovano» ha sottolineato don Valerio, aggiungendo che i risultati arrivano a patto che gli eletti nelle istituzioni esercitino il potere con umiltà: «Questo giorno di Natale ci ricorda che anche Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza – ha sottolineato il sacerdote durante l’omelia – ecco l’esempio, ecco l’atteggiamento di un potere sano e vicino al popolo». Popolo che a sua volta deve essere cauto nella scelta dei propri rappresentati, per non condividere la responsabilità e la pena della cattiva amministrazione.

Arrivando agli ultimi sviluppi della vertenza di Risorse Sabine don Valerio ha detto di guardare con moderato ottimismo agli ultimi annunci arrivati da Provincia e Regione, anche se serviranno soluzioni più durature. «Voi siete a chiedere il lavoro, non un’elemosina» ha detto ai presenti. «Ad ognuno spetta quel lavoro che dà dignità alla persona e permette alla famiglia di mantenersi e ai figli di crescere e studiare».

Dunque «La speranza dev’essere davvero l’ultima a morire» ha più volte ripetuto il sacerdote. Anche se questo non può certo togliere il retrogusto amaro al Natale di chi ancora rimane in bilico.