Media Cei: televisione e radio di qualità, specchio del messaggio “alternativo” del Vangelo

Presentata a Milano la stagione 2016-17 di Tv2000 e InBlu Radio. Monsignor Galantino: comunicazione pensata, esente da sensazionalismi. E l’impegno a raccontare “la vita vera della gente”. Il direttore Ruffini: “Abbiamo fatto molta strada, ce ne aspetta altrettanta”. Numerose le novità della prossima stagione

Comunicare, con stile e linguaggi alternativi, un messaggio e un modo di porsi dinanzi alla storia che è più che mai “alternativo”. Così Tv2000 e InBlu Radio, espressione della Chiesa italiana, rinnovano la propria proposta con palinsesti arricchiti. La presentazione della stagione 2016-17 è avvenuta il 20 settembre a Milano, nella sede dell’Università Cattolica, con gli interventi di mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, del direttore di rete Paolo Ruffini e del direttore generale Lorenzo Serra. Ha portato i saluti Franco Anelli, rettore dell’ateneo milanese; erano presenti l’assistente ecclesiastico, mons. Claudio Giuliodori, e il direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della Cei, don Ivan Maffeis.

 

Lo stile, le “consegne”. La riflessione di mons. Nunzio Galantino si è snodata a partire da un deciso apprezzamento per il lavoro finora compiuto da Tv2000 e InBlu Radio, alle quali la chiesa italiana chiede, attraverso il segretario generale della Conferenza episcopale, programmi di qualità, verve comunicativa, informazione equilibrata ed esente da sensazionalismi, capacità di raccontare il vissuto del paese e della stessa chiesa in tutte le sue articolazioni. Il vescovo si sofferma sui limiti e le distorsioni dell’informazione, che subisce le “pressioni” dal web; valuta il peso dei media nella cultura e nella vita nazionale. Traccia quindi cinque “consegne” per televisione ed emittente radiofonica cattoliche. A suo avviso, infatti, occorre anzitutto “investire energie e professionalità per una tv e una radio di qualità, e spendersi, attraverso una comunicazione pensata per costruire un mondo meno cinico e baro”; in secondo luogo è necessario “evitare ogni occasione di disgustoso spettacolo sul dolore”; c’è quindi, terzo elemento,

il dovere di “raccontare la vita vera della gente”,

una vita “che merita sempre di essere vissuta fino in fondo”. Il quarto punto riguarda l’impegno a “smontare i luoghi comuni pigramente coltivati e riproposti, anche quelli sulla Chiesa italiana”; infine, quinta consegna, il richiamo a “realizzare una televisione che sappia spiegare quante potenzialità presenta questa tornante della storia, questo tempo bello in cui viviamo”.

 

Incontrarsi, riconoscersi, dialogare. L’analisi di Galantino lascia intravvedere una relazione tra la situazione del Paese, la presenza cristiana in Italia, la capacità dei cattolici di stare sulla “piazza” massmediale segnando una costruttiva “differenza”. Chiede, anche per questo, un’informazione che non alimenti irrazionali paure (già fin troppo diffuse), una modalità di fare spettacolo fondata sul buon gusto e il divertimento non banale, il tentativo di contribuire – pur con la specificità del linguaggio radiotelevisivo – a una crescita complessiva del Paese.Perché anche uno spettacolo tv o un radiogiornale possono diventare strumenti di formazione e di cultura popolare.Ugualmente il vescovo vede la televisione come “luogo” in cui “incontrarsi”, “riconoscersi”, “dialogare”, aprendosi alla realtà “feriale” nella quale portare la novità e la certezza del Vangelo. Anche questa è la “Chiesa in uscita” che Papa Bergoglio non si stanca di riproporre e che trova – come conferma Galantino – vasta eco su Tv2000 e Radio InBlu. Mons. Galantino ha in mente, e lo dichiara, media come “luoghi in cui transitano messaggi positivi, non facilmente rintracciabili altrove”. Da qui l’invito a proseguire su questa linea, “raccontando il Vangelo senza occhi bigotti o affetti da insopportabile strabismo”.

 

“Proposta basata su un pensiero”. Il direttore di rete, Paolo Ruffini, fa eco al segretario generale Cei. “Sono tanti i protagonisti della televisione, del cinema e della cultura che hanno scelto Tv2000 e InBlu Radio per la qualità che ricercano. Ma ciò che voglio sottolineare è la grande coesione che lega tutto questo insieme e che rende unico il nostro circuito”, il cui obiettivo è “la qualità: è questo ciò che dà senso al nostro lavoro”.

Ruffini parla di una televisione “che crede”, è “libera” e, “per questo, è grande”.

“Abbiamo fatto tanta strada – prosegue – e altrettanta ci aspetta”. I numeri sono in crescita: share allo 0,8% (con punte tra l’1 e il 2%), 3 milioni di utenti al giorno, pubblicità in aumento, nuove produzioni, programmi che variano, presentati da volti noti al grande pubblico. Il tutto con un mix tra dibattiti e film, approfondimenti e tiggì, trasmissioni che “raccontano il quotidiano”: la vita delle famiglie, i temi dell’economia e della politica, il lavoro, la cura della salute e l’attenzione a chi si trova nel dolore, nella solitudine o nella povertà; e, ancora, la scuola, il volontariato, gli eventi internazionali (tutte le proposte nel sito http://www.tv2000.it/). Quindi una riflessione sul pubblico: “Stiamo cercando strade nuove per intercettare un pubblico giovane”; al momento “il nostro target è di persone adulte”, come del resto accade a tutte le televisioni generaliste, perché i ragazzi e i giovani “preferiscono il web”. Ruffini conclude: “Pur restando nell’ambito della tv generalista, vorremmo costruire una proposta basata su un pensiero, e realizzare uno spazio in cui condividere valori e visioni, aperto al confronto con tutti”.