Scuola

Mattinata di tenerezza alla scuola per l’infanzia statale Maraini: il presepe, i vecchi mestieri…e il sogno di Lavinia

Un grande lavoro iniziato tempo fa, un bell'esempio di collaborazione tra insegnanti, alunni e genitori quello del presepe vivente realizzato all'infanzia statale Emilio Maraini: e per gratificare l'impegno di tanti, è arrivato anche il vescovo Domenico

Un grande lavoro iniziato tempo fa, un bell’esempio di collaborazione tra insegnanti, alunni e genitori quello del presepe vivente realizzato all’infanzia statale Emilio Maraini.

E per ammirare il risultato è arrivato anche il vescovo Domenico, nel primo mattino di mercoledì 18 dicembre. Erano tutti lì ad aspettarlo, la dirigente Mirella Galluzzi, le maestre e i bambini, abbigliati con i costumi preparati nei minimi dettagli, i piccoli attrezzi, gli oggetti in miniatura e una scenografia “d’altri tempi”.

La scuola si è trasformata in una Rieti di tanti anni fa, creando per i piccoli anche un’occasione didattica e pedagogica per riscoprire gli antichi usi e costumi attraverso l’osservazione e l’utilizzo di vecchi utensili presi in prestito a nonni e bisnonni: macinini, lampade ad olio, sgranapannocchie, setacci, ferri da stiro, tegami di rame…

«I lunghi pomeriggi passati ad allestire i lavori che i bambini hanno preparato sono stati anche preziose occasioni per ritrovarsi insieme» raccontano le maestre. «Un impegno condiviso anche con i genitori, inclusi quelli di religioni diverse da quella cattolica. In un momento storico in cui su questi argomenti i dialoghi sono spesso accesi, la curiosità e la gioia di questi bambini hanno saputo unire pensieri diversi intorno ad un presepe».

Il mirabile segno del presepe, unisce, e come scritto da papa Francesco nella sua recente visita a Greccio, suscita sempre stupore e meraviglia.

Così, intorno a credenze, madie, camini, forni, i bimbi si sono trasformati in piccoli falegnami e pastori, ricamatrici e fornai in erba intenti a lavorare e poi tutti intorno alla Sacra Famiglia per cantare in coro. Il vescovo, piccolo in mezzo ai piccoli, ascolta tutti, applaude, si mette “alla loro altezza” per la foto, siede nei piccoli tavolini colorati per la colazione da fare insieme.

E c’è spazio anche per un piccolo desiderio realizzato. La piccola Lavinia da giorni manifestava la gioia di abbracciare il vescovo Domenico. Detto, fatto. Per monsignor Pompili la gioia di stringere affettuosamente a sè una bambina, per Lavinia un’emozione forte da raccontare a casa.

La gioia del Natale, in fondo, è soprattutto autenticità, gratuità. È questo.