Matrimonio: basta il Vangelo?

Dopo aver attraversato una sotterranea fase “informale”, il dibattito sulla proposta attorno ad una riforma dei corsi prematrimoniali nella nostra diocesi ha cominciato a prendere una forma più concreta. Oltre ai soliti mugugni, l’articolo “Matrimonio: quei corsi da riformare” ha ricevuto un primo commento nero su bianco.

Ne è autore don Lorenzo Blasetti: «Quando Gesù è venuto sulla terra, prima di annunciare il Vangelo e di sollecitare la conversione per accedere al regno di Dio, presente in Lui, disse: “Andate ad aggiustarvi prima dagli psicologi e dai canonisti poi venite da me e vi insegnerò il Vangelo”» scrive con piccata ironia il parroco di Santa Rufina. Poi si fa grave e appunta: «Pensare che la formazione cristiana, centrata su una seria evangelizzazione, non incida sull’umano e lo renda capace di aprirsi alla novità del Vangelo con la forza dello Spirito significa semplicemente negare che Cristo è venuto a salvare l’uomo. O non avere idea di che cosa sia la salvezza da Lui annunciata e realizzata».

«Servono gli psicologi e i canonisti?» si domanda retoricamente il parroco, per rispondere: «Certamente, ma delegarli alla formazione alla vita cristiana e alla celebrazione dei sacramenti (compreso il matrimonio) mi sembra davvero una bestemmia. La soluzione dei problemi dell’identità cristiana dei ragazzi che si sposano in chiesa non sta nell’affidare i corsi prematrimoniali a esperti di psicologia o di diritto canonico, ma, e sarebbe ora, in una seria iniziazione cristiana che, purtroppo, in questa diocesi sembra ancora una questione di poco conto».

«E non sarebbe male in questa diocesi – conclude don Lorenzo – che questioni così rilevanti da un punto di vista teologico, pastorale e sacramentale si affrontassero nelle sedi opportune senza lasciarle in balia di riflessioni estemporanee e interessate (?!?)».

Bene. L’appassionata cura che don Lorenzo ha riposto nel dire la sua, merita senza dubbio una risposta. Attribuire al Vangelo funzioni che non ha, e non può avere, può essere molto pericoloso, comunque rischioso, anche ingenuo e persino fondamentalista.

Per i credenti il Vangelo è l’orizzonte di senso (come il progetto di una casa) e Cristo è l’architetto. Ma per portare a compimento una casa (la famiglia) servono anche altre maestranze, altrimenti resta solo progetto, bello magari, ma progetto: carpentieri (psicologi), idraulici (consulenti), falegnami (canonisti), elettricisti (civilisti), sono necessari e non puramente opzionali od ornamentali.

Pensare che la casa si costruisca da sola è pura utopia. Pensare che la coppia e la famiglia si reggano in piedi solo col Vangelo può essere un buon esercizio di speranza, ma nella stragrande maggioranza dei casi non funzionerà.

Forse un tempo funzionava, e manco tanto bene; oggi non più.

Tutti i documenti della CEI sulla famiglia a partire dagli anni ’90 (Sulle orme di Aquila e Priscilla; La preparazione dei fidanzati al Matrimonio e alla famiglia, rinnovato da poco) chiedono che entrino a pieno titolo le scienze umane nella preparazione alla famiglia, prima del Matrimonio, perché poi può essere troppo tardi.

Il Matrimonio è una realtà umana che non è frutto del cristianesimo; Cristo l’ha elevato alla dignità di sacramento, ma resta la realtà umana che deve essere preparata e le cui crisi vanno affrontate con altre competenze, altrimenti quasi tutti i tentativi sono destinati a fallire come è stato fino ad oggi, secondo statistiche impietose e finanche crudeli, ma purtroppo reali.

Nessuno ha parlato di affidare solo agli psicologi e ai canonisti la preparazione al Matrimonio e di escludere la parte teologica e sacramentale, ma di integrarle in un sistema organico e completo.

La stessa iniziazione cristiana è legata alla riuscita della famiglia e non il contrario; prima si deve lavorare sulla famiglia e sulla coppia. Se è serena la coppia allora è più facile la preparazione all’iniziazione cristiana che non ha bisogno di anni di catechesi o di cambiamenti che non servono a niente, perché vi sarà l’ambiente adatto in famiglia a far passare valori e contenuti.

Invece di stare a sperimentare sulla pelle dei giovani tecniche che non hanno dato, ad oggi, risultati apprezzabili, e di stare a discutere per mantenere inalterato lo status quo, proviamo a cambiare e ad essere più aperti, facendo entrare nei corsi di preparazione persone competenti nelle scienze umane (psicologia, sessuologia, diritto).

Ad oggi l’unico risultato è il fallimento dei corsi, delle catechesi, di tutto. Un fallimento quasi totale, perché si sono tenute nascoste cose essenziali da parte di chi neppure le conosceva, perché non competente in materia: ad ognuno il suo compito!

Quanto ad interessi non meglio specificati e sottolineati da punti interrogativi ed esclamativi, i volontari del Consultorio non hanno interessi o secondi fini, né professionali, né economici, né personali. L’unico interesse è quello di preparare persone che sanno quello che vanno a fare.

Si parla poi di sedi opportune; e quali sono? Ditecelo! Ancora dobbiamo parlare di cose già ampiamente acquisite da almeno un trentennio? E perché non si dovrebbe far conoscere alla base, per la quale si lavora, quali sono i progetti e le difficoltà?

I Consultori di ispirazione cristiana sono stati ideati e voluti da sacerdoti illuminati già negli anni ‘70: e loro, proprio loro, come sacerdoti, si erano accorti della inadeguatezza di una preparazione incompleta, originata da una visione limitata del Matrimonio.

Quanti altri anni ancora dovranno passare invano, solo perché non vogliamo ammettere che non abbiamo saputo e voluto intercettare i veri bisogni della nostra gente?

11 thoughts on “Matrimonio: basta il Vangelo?”

  1. Lorenzo Blasetti

    Povera chiesa di Rieti. A te il Signore non ha detto “Va’ e annuncia il vangelo per la salvezza dell’uomo” ma “Va’ da Massimo Casciani. Lui ti insegnerà quello che devi fare”. Vorrei ricordare solo che i corsi prematrmoniali sono fatti per evangelizzare e catechizzare il sacramento del metrimonio. I consultori hanno altri compiti e, semmai, possono essere interpellati se si ritiene opportuno farlo in un cammino di preparazione al sacramento per questioni paerticolari. Non sono loro che debbono dettare i contenuti dei “corsi prematrimoniali”. La gente, anche quelli che si sposano nella chiesa, hanno bisogno di Cristo e del suo vangelo. Il motivo per cui si fa fatica a vivere il matrimonio “cristianamete” sta proprio nel fatto che questa chiesa nonè capace di una seria, articolata e profonda evangelizzazione. Bisogna che ce ne convinciamo tutti, anche Massimo Casciani. Non entro nel merito delle assurdità che ho trovato nella sua articolata risposta ma non posso esimirmi dal sottolinerae la sua visione “marxiana” dell’esperienza di fede: Gesù e il suo vangelo (il vangelo è Cristo: un cristiano dovrebbe saperlo) per Massimo Casciani sono solo una “sovrastrutura” da appicicare sulla “struttura uomo” la cui comptetenza appartiene ad altri. Mi domando: ma quando l’uomo è ben fatto ha ancora bisogno del vangelo e di Gesù Cristo? Lui non è venuto come medico per sanare i malati? E la sua medicina non è il vangelo? Stia certo il sig. Massimo Casciani: quando una persona è veramente evangelizzata e catechizzata non ha bisogno di psicologi e di canonisti. E se una persona che sta per sposarsi ha bisogno di psicolgi e di canonisti, prima passi da loro, personalmente non in un corso prematrimoniale, e poi si disponga a preparasi al matrimonio cristiano attravsro un serio itinerario catechetico. E se un parroco si accorge che un ragazzo o una ragazza ha problemi psicologici in ordine al matrimonio o alla vita in genere, è suo compito di indirizzarlo verso gli esperti non per fargli fare un corso prematrimoniale ma per creare le condizioni perché lo possa fare.
    Ma purtroppo ho l’impressione che si stia mettendo in circolo nella nostra diocesi l’idea di una chiesa dove, da come si stanno mettendo le cose, sembra che credere che GESU’ CRISTO è il salvatore dell’uomo, tutto l’uomo e tutti gli uomini, sia un difetto.

  2. Massimo Casciani

    In calce allego un’ampia rassegna di documenti ufficiali della Chiesa che chiedono da almeno un trentennio di inserire le scienze umane nella preparazione delle coppie al matrimonio. Non sono idee di Massimo Casciani che non sa neppure che il Vangelo è Cristo! Il Consultorio di Rieti non vuole dettare contenuti visto che da quarant’anni non ci sono riusciti personaggi molto più capaci di Massimo Casciani!
    E’ molto curiosa la teoria, superata perfino dai luterani, del Solus Christus, per cui se uno ha Cristo non ha bisogno di psicologi e di canonisti! Sarebbe come dire che siccome uno sa guidare la macchina non deve studiare i segnali stradali, il codice della strada e fare la pratica. Se ha Cristo guiderà senza incidenti! Perché siamo d’accordo che guidare una macchina è meno complicato di mandare avanti una famiglia, vero?
    Quindi possiamo dire che un sacerdote che ogni giorno si nutre del Pane eucaristico e del Vangelo, quindi catechizzato ed evangelizzato, quando vede una persona di cui non condivide le idee, la saluta e non si gira dall’altra parte! Perché se si gira dall’altra parte le cose sono tre: o ha fallito Cristo, o ha fallito il sacerdote, o quel sacerdote ha bisogno dello psicologo!
    Poi, se dieci incontri di preparazione al matrimonio servono per “catechizzare ed evangelizzare il sacramento” (sic!) allora non dovremmo avere in Italia su 207.138 matrimoni celebrati nel 2012, 88.191 separazioni (Avvenire di domenica 15 dicembre 2013)!
    Mi sembra, infine, che non sia chiaro il ruolo degli psicologi nella preparazione al matrimonio. Essi non devono valutare se i giovani sono o meno adatti al matrimonio, ma presentare i tratti della evoluzione e dello sviluppo della vita affettiva e sessuale, perché le future famiglie siano pronte ad affrontare le sfide e le crisi. Lo dice perfino la Familiaris Consortio che riprende la Humane Vitae.

    Questo Massimo Casciani ha proprio tante qualità: è di destra ma anche marxiano, o forse marziano! E’ tradizionalista, ma forse sta scardinando un modo retrivo di concepire ed affrontare la preparazione al matrimonio.

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    Preparazione Matrimonio n° 10 Pontificio Consiglio Famiglia, 1996

    La pastorale familiare orienti pertanto i suoi migliori sforzi per qualificare tale preparazione, ricorrendo anche a sussidi di pedagogia e psicologia di sano orientamento.

    Poi

    35.I fidanzati dovranno essere istruiti sulle esigenze naturali legate al rapporto interpersonale uomo-donna nel piano di Dio sul matrimonio e sulla famiglia: la consapevolezza in ordine alla libertà di consenso come fondamento della loro unione, l’unità e l’indissolubilità matrimoniale, la retta concezione di paternità-maternità responsabile, gli aspetti umani della sessualità coniugale, l’atto coniugale con le sue esigenze e finalità, la retta educazione dei figli. Il tutto finalizzato alla conoscenza della verità morale e alla formazione della coscienza personale.
    La preparazione prossima dovrà certamente prevedere che i fidanzati posseggano gli elementi basilari di carattere psicologico, pedagogico, legale e medico, concernenti il matrimonio e la famiglia. Tuttavia, specialmente per quanto riguarda la donazione totale e la procreazione responsabile, la formazione teologica e morale dovrà avere un particolare approfondimento. Infatti, l’amore coniugale è amore totale, esclusivo, fedele e fecondo (cfr. Humanae Vitae, 9).
    Oggi è saldamente riconosciuta la base scientifica dei metodi naturali di regolazione della fertilità. E’ utile la loro conoscenza; il loro impiego, quando esistono giuste cause, non deve restare una mera tecnica di comportamento, ma va inserito nella pedagogia e nel processo di crescita dell’amore (cfr. EV 97). E’ allora che la virtù della castità tra i coniugi porta a vivere la continenza periodica (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2366-2371).
    Questa preparazione dovrà pure garantire che i fidanzati cristiani abbiano idee esatte, ed un sincero «sentire cum ecclesia», circa il matrimonio stesso, circa i mutui ruoli della donna e dell’uomo nella coppia, nella famiglia e nella società, circa la sessualità e l’apertura verso gli altri.

    36. E’ ovvio anche che si dovranno aiutare i giovani a prendere coscienza di eventuali carenze psicologiche eo affettive, specialmente delle incapacità di aprirsi agli altri e di forme di egoismo che possano vanificare l’impegno totale della loro donazione. Tale aiuto porterà pure a scoprire le potenzialità e le esigenze di crescita umana e cristiana della loro esistenza. Per questo i responsabili si preoccuperanno anche di formare solidamente la coscienza morale dei fidanzati perché siano preparati per la libera e definitiva scelta del matrimonio che si esprimerà nel consenso mutuamente scambiato dinanzi alla Chiesa, con il patto coniugale.

    46. (omissis) Inoltre i nubendi siano aiutati preventivamente in modo da poter poi mantenere e coltivare l’amore coniugale; la comunicazione interpersonale-coniugale; le virtù e le difficoltà della vita coniugale; e come superare le inevitabili « crisi » coniugali.

    48. (omissis) I contenuti, senza trascurare aspetti vari della psicologia, medicina e altre scienze umane, debbono essere centrati sulla dottrina naturale e cristiana del matrimonio.

    Orientamenti Cei al matrimonio del 2012 N° 16

    “Alcune tematiche riguardano prevalentemente l’area delle scienze umane, altre la dimensione spirituale- teologica del matrimonio e della famiglia. È opportuno fare sintesi tra la dimensione umana e quella spirituale, in un intreccio da cui emerga la logica dell’incarnazione: una storia umanamente piena che lasci trasparire la presenza e la guida dello Spirito Santo”.

    N° 58 del Direttorio di Pastorale Familiare;

    N° 5 della seconda parte della preparazione dei fidanzati al matrimonio e alla famiglia, 1989: “Le scienze umane, la psicologia, la sociologia, sono soccorso prezioso nella preparazione al matrimonio cristiano per l’intelligenza della vicenda umana di ciascuna coppia. Ignorarne il contributo sarebbe grande errore”.

    N°3.2.6 di “Sulle orme di Aquila e Priscilla”, 1998, ampio paragrafo sulla preparazione nelle scienze umane degli operatori di pastorale familiare…

    Ma le scienze umane sono da tempo entrate anche nella formazione dei seminaristi

    Padre Giuseppe Crea, comboniano, docente all’Università Pontificia Salesiana:

    “Nei seminari maggiori, nelle Congregazioni religiose, all’interno delle diverse tappe di formazione ci sono momenti in cui viene richiesto l’intervento specifico dello psicologo”.

    N° 37 degli orientamenti per la formazione dei seminaristi: “Con i sacerdoti educatori possono collaborare anche laici, uomini e donne, specialmente nell’ambito della consulenza psicopedagogica”.

    N° 50: “A tal fine, è raccomandato, nel rispetto della libertà di ciascuno, il ricorso all’apporto della valutazione psicodiagnostica e, quando è opportuno, pure all’accompagnamento psicologico”.

    N° 51: “una personalità sufficientemente sana e ben strutturata dal punto di vista relazionale: prima di ammettere un giovane in seminario, occorre accertarsi, eventualmente con l’ausilio di un’adeguata valutazione psicodiagnostica, che sia immune da patologie psichiche tali da pregiudicare un fruttuoso cammino seminaristico”.

    1. Lorenzo Blasetti

      “A tal fine, è raccomandato, nel rispetto della libertà di ciascuno, il ricorso all’apporto della valutazione psicodiagnostica e, quando è opportuno, pure all’accompagnamento psicologico”
      “Le scienze umane, la psicologia, la sociologia, sono soccorso prezioso nella preparazione al matrimonio cristiano per l’intelligenza della vicenda umana di ciascuna coppia. Ignorarne il contributo sarebbe grande errore”: il sig. Massimo Casciani, che evidentemente fa finta di non capire o non vuole capire, ha trovato la risposta: sono un “soccorso” non un “sostituto”. E vanno chiamate in causa “nel rispetto della libertà di ciascuno”. Chi viene al corso prematrimoniale deve sapere che è chiamato a compiere un itinerario di fede, non una serie di sedute psicologiche o giuridiche. Tutto qui: i corsi prematrimoniali sono finalizzati alla evangelizzazione del sacramento. Una questione di fede. Dunque vanno proposti non dagli esperti di scienze umane, che evedentemente possono essere chiamate in soccorso, ma da chi ha la responsabilità della evangelizzazione e della catechesi. Tra l’altro, come diceva Paolo VI, se chi ha la responsabilità della pastorale fosse persona seria e preprata cristianamente, sarebbe “esperto in umanità”. Siamo nel campo della pastorale, che, quando e se occore, può ricorrere all’aiuto di esperti per determinate questioni, ma non può delegare ad altri i suoi compiti. Ci ha ricordato papa Francesco che la chiesa non può diventare una ONG. La chiesa deve fare il suo mestiere e quando si accorge che coloro a cui si rivolge hanno bisogno di psicologi o di giuristi non esita a indicare la strada per indirizzarli da loro. E se risulta che la maggior parte di coloro che vengono a chiedere il matrimonio cristiano hanno bisogno di psicologi al posto di Cristo e del suo vangelo, come sostiene il sig. Massimo Casciani, questo vuol dire solo una cosa: la chiesa non ha fatto bene il suo mestiere nella “iniziazione cristiana”. E questo peccato non si ripara affidando i corsi prematrimoniali a psicologi o esperti in scienze umane, ma rinovando e riformando radicalmente il nostro modo di fare iniziazione cristiana. In caso contrario, se fosse giusta l’impostazione del sig. Casciani che sembra riscuotere il gradimento delle alte sfere, dovremmo affidare agli psicologi e ai giuristi anche la formazione dei bambini, dei ragazzi, dei genitori che portano i loro figli al battesimo e via dicendo…E qui mi fermo perché potrei citare una biblioteca intera di documenti della chiesa che ci condannano proprio perché non abbiamo fatto quello che dovevamo fare. In ogni caso ai ragazzi e alle ragazze che faranno il corso prematrimoniale con me io continuerò a proporre ora e sempre Gesù Cristo e il suo vangelo e sono sicuro che l’incontro con LUI sarà molto più efficace non solo per la celebrazione del sacramento ma per la loro vita di persone e di coppia di qualunque altro incontro con esperti o presunti tali di scienze umane. E se in qualche colloquio diretto con coloro che intendono sposarsi mi accorgerò di qualche problema psicologico o di altro genere non esiterò a chiamere in soccorso chi di dovere.

  3. Massimo Casciani

    La prima citazione è quella della formazione dei seminaristi, riportata proprio per mostrare che queste discipline sono entrate a pieno titolo nella formazione al sacramento “evangelizzante per eccellenza”, quello dell’ordine sacro, proprio a dimostrazione che il solo vangelo non basta nemmeno per fare il “mestiere” che ne fa l’oggetto principale e la ragione di vita, quindi vale più ancora per il matrimonio.

    Questi due sacramenti non sono come gli altri, poiché implicano un permanente “stato di via e di vita”, in evoluzione e per sempre (o quasi); a differenza del battesimo e della cresima, essi comportano una condizione anche sociale riconoscibile “da lontano”, controllabile, misurabile, una scelta visibile, pubblica. Il battesimo si può pure tenere nascosto, la condizione di coniugato o di prete, di regola, no.

    La seconda citazione parla di “soccorso”, ma non quando è necessario, bensì sempre; altrimenti sarebbe stato detto “all’occorrenza” o cose simili, e un’ interpretazione così restrittiva sarebbe in contrasto con tutti gli altri testi che, letti in maniera sinottica, danno piena ragione ad una interpretazione diversa e non strumentale come quella prospettata: altrimenti si perverte la verità. Altro che fare finta di non capire o non voler capire!

    Nessuno ha mai parlato di sostituire i ben riusciti corsi prematrimoniali delle nostre parrocchie con sedute giuridiche o psicologiche, corsi affidati ai nostri sacerdoti, come anche a loro è sempre stata affidata l’iniziazione cristiana: non se la possono prendere con nessuno se non con se stessi se non riescono le cose!

    Si è solo detto di integrare, anzi di far precedere al momento evangelizzante e catechizzante, che è senza dubbio il più importante, incontri preparatori: prima di gettare il buon seme è bene dissodare il terreno, altrimenti il buon seme va a finire sui rovi, o sulle pietre, o sulla strada; accidenti, non mi ricordo chi diceva una cosa simile!

    Ma possiamo fare la prova del nove: se negli ultimi venti anni le coppie preparate dal sig. Lorenzo Blasetti con le modalità ritenute tanto giuste sono in percentuale, su scala nazionale, più stabili delle altre, allora ha ragione, ma se sono sullo stesso piano di quelle nazionali, per esempio, allora vuol dire che la cosa non va, qui da noi come altrove! Ci vuole poco a verificare.

    Quanto alle alte sfere, il Consultorio è un ente onlus che agisce indipendentemente. Nel caso di specie ha solo chiesto di poter avanzare una proposta, dopo aver esaminato la letteratura consultoriale più recente ed avveduta (che è peraltro univoca su questo punto) e i documenti del Magistero da un trentennio a questa parte. Ma la reazione scatenata, quasi di lesa maestà per un ambito ritenuto off limits a laici incompetenti, fa pensare che forse si è toccata la questione nel vivo, che ha fatto anche riemergere vetuste frustrazioni.

    Se per una proposta si scatena questo putiferio, e con tanto risentimento e veemenza, mi chiedo cosa mai mi sarebbe successo qualche centinaio di anni fa! Sarei stato messo al rogo, forse?

    Se facessi un articolo su quale vino per la Messa è meglio usare, rosso o bianco, sono sicuro che qualsiasi cosa dicessi susciterei reazioni simili: è una questione personale e non so perché!

    I tempi sono cambiati, anzi stanno cambiando, cambieranno pure le persone, perché “passa la scena di questo mondo”, e noi stiamo ancora a discettare di cose che non si vogliono cambiare “perché si è sempre fatto così”, tanto per citare anch’io Papa Francesco!

    1. Lorenzo Blasetti

      Si è sempre fatto così? Magari si fosse fatto sempre quello che fin dal primo momento è stato affidato alla chiesa come suo compito specifico, peculiare e insostituibile: “Andate e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo. Chi non crederà sarà condannato”. Lo disse un tale che si chinava Gesù Nazareno. Il “solo vangelo non basta”? Forse quello che ha in testa il Sig. Casciani. Il problema della chiesa sta tutto qui: abbiamo dei cristiani non evangelizzati e non catechizzati. I sofismi di Casciani lasciano il tempo che trovano e non ho intenzione di perdere tempo a confutarli uno per uno. I corsi prematrimoniali sono una questione pastorale che chiama in causa l’evangelizzazione e la catechesi. Se si ritiene opportuno “arricchirli” con momenti di riflessione di carattere psicologico, sociologico o canonico questo non deve andare assolutamente a discapito della rilevanza biblica, teologica e sacramentale che si richiede ad un corso di formazione cristiana in vista della celebrazione di un sacramento. Se Casciani e con lui le alte sfere non lo vogliono capire, pazienza. Per quanto mi riguarda ribadisco che continuerò ad annunciare Cristo come l’Emanuele il “Dio con noi” che accolto nella fede, quella vera, può liberarci dai tormenti che ci assillano e proiettarci verso la realizzazione di quel meraviglioso disegno che Dio continua a proporci come lo propose a Giuseppe e a Maria. A proposito: povero Giuseppe! Se tu fossi vissuto in questi “tempi che sono cambiati” qualcuno ti avrebbe mandato dagli psicologi o dai canonisti per risolvere il tuo tormento. Per tua e nostra fortuna è venuto un angelo dal cielo che ti ha invitato ad agganciare la tua esperienza di sposo tradito alla PAROLA dei profeti.Ed è stata decisamente un’altra storia! Vorrei che fosse così anche per coloro che intendono celebrare il loro matrimonio non “in chiesa” ma “nella chiesa”: un passaggio da capire e questo non è possibile farselo spiegare dagli psicologi o dai canonisti. Lo può spiegare solo il “vangelo di Dio” che ci rende “obbedienti nella fede” (Paolo nella seconda lettura della Messa di oggi, IV di Avvento).

  4. Massimo Casciani

    Condivido il senso dell’ultimo post e lo stile meno ruvido, ma non posso non soffermarmi un momento sulla questione dell’angelo: oggi alle coppie in crisi non possiamo certo mandare l’angelo che visitò Giuseppe!
    Ma se per angelo si intende anche chi si pone accanto a persone in difficoltà, che con perizia scientifica le aiuta a ritrovare se stesse, allora di questi angeli ce ne sono tanti. Non sono, però, solo coloro che presentano la Parola di Gesù.
    Buon Natale

  5. petrongari maria laura

    vorrei porre un quesito a tutti la cui risposta sembra banale ma è difficilissima in questi tempi di sutdiosi, di comunicatori, ecc.La domanda è: che cosa è la famiglia. Ci sono più famiglie oppure il modello resta uno ed uno soltanto? dove vuole portare la formazione degli adulti che si accingono a formare famiglia ( se almeno loro sapessero bene cosa intendono per famiglia)?. Per me è una questione di identità , esistenziale. Alla Chiesa, alla mia chiesa io chiederei di riformulare il senso delle parole perchè stiamo tutti navigando in un mare di equivoci. Io propongo, così come faccio da anni praticando il movimento per la vita, la famiglia di Nazaret, perchè di formazione religiosa stiamo parlando. Secondo voi i giovani che vedono i propri genitori ( battezzati, comunicati, cresimati, sposati in chiesa) slegati tra loro con esperienze extraconiugali sfacciatamente consolidate, o che campano sentimentalmente alla giornata secondo la logica che “ogni lasciata è persa” genitori che hanno perso il senso della pratica del dono di sè all’interno della famiglia consacrata, cosa devono pensare? Da una parte vivono contesti intrisi di approssimazione e superficialità e dall’altra dovrebbero frequentare chissà quali luoghi di ricostruzione etica? secondo me occorre ripartire dalla base: semplificare, semplificare e semplificare. Bisogna che coloro che si occupano di formazione cristiana si accostino con Amore a tutti coloro che sono il loro prossimo e lì sulla strada, in qualsiasi luogo gettare seme e lasciare che il seme dia frutto secondo la storia e la natura di ciascuno. Non si può imbrigliare in ferritoie etiche, in regole che si pensa vadano bene per tutte le occasioni l’azione ed il sentimento delle persone. Ci vuole l’insegnamento dell’Amore quello vero tra le persone e la testimonianza non ipocrita.Poi tutto viene da sè. Ritorno alla domanda iniziale: di quale famiglia si vuole parlare? Da ultimo: mi sembra di percepire che in questo periodo natalizio dalle formule di auguri che si fanno a chi si conosce, sia stata espunta la parola”…ed alla tua famiglia”. C’è infatti imbarazzo nel fare un simile augurio a persone che si sa che non hanno più la famiglia unita. Cosa ne pensate?
    maria laura Petrongari

    1. Lorenzo Blasetti

      La questione è troppo importante e Maria Laura Petrongari ne ha colto davvero il senso profondo quando parla di “identità esistenziale” e chiede alla chiesa di “riformulare il senso della parole”. Papa Francesco, nella “Evangelii gaudium” ci ricorda in tutti i modi che compito della chiesa è quello di “evangelizzare”. Sta qui il senso delle parole da riscoprire. E’ davvero sconcertante, in prospettiva pastorale e di formazione dell’identità cristiana, porsi questa domanda: “Matrimonio: basta il Vangelo?”. Il vangelo non basta quando non c’è. Ma quando non c’è, e questo purtroppo riguarda la maggior parte dei giovani che scelgono di sposarsi in chiesa, la chiesa ha un dovere fondamentale e insostituibile: evangelizzare, evangelizzare, evangelizzare…. perché “la Parola ha in sé una potenzialità che non possiamo prevedere” (Papa Francesco). E questo apre un orizzonte di rinnovamento sterminato: non basta, evidentemente, un corso prematrimoniale di 10 incontri per trasmettere il senso della famiglia “cristiana” a giovani che vengono ai corsi il più delle volte “deformati” da esperienze e da una cultura che certamente non favoriscono la visione cristiana del matrimonio e della famiglia.Si tratta di qualificare la proposta formativa, prolungandola nel tempo e proponendola come accompagamento dei giovani che si sintono chiamati al matrimonio e che magari già convivono. Si tratta di arricchirla con momenti forti e significativi, quali giornate di spiritualità, celebrazioni della Parola, riflessioni di carattere sociale e, perché no?, anche di carattere psicologico e giuiridico, ma sempre nel contesto primario e fondamentale della evangelizzazione e della catechesi. Per questo i corsi prematrimoniali vanno studiati e proposti dagli uffici comptetenti in materia e non demandati ad altri, tanto meno a coloro che si chiedono se basti il vangelo senza rendersi conto che il vangelo non basta quando non c’è. Purtroppo so che, nel contesto della nostra chiesa, questi sono desideri destinati a frantumarsi contro lo scoglio di una situazione pastorale davvero disarmante. Ma, per fortuna, esiste la “speranza contro ogni speranza” e, per quello che mi riguarda, faccio appello ad essa per continuare a credere in un futuro ricco della “gioia del vangelo” per la nostra chiesa reatina e per tutti coloro che in essa saranno accompagnati a celebrare il matrimonio cristiano. In ogni il mio grazie a Maria Laura Petrongari.

  6. petrongari maria laura

    A proposito di angeli.Gli angeli di Dio come quello che guidò l’intelligenza, la fede e l’Amore di Giuseppe. Io ci credo. E meno male che ci sono loro ad illuminarci, ad aiutarci, sempre e solo per il bene.A saperli ascoltare!! faremo molti meno errori su questa terra.Non sono una sognatrice.
    Maria laura petrongari

  7. Massimo

    Gentile Maria Laura,
    noi credenti, cristiani-cattolici, dobbiamo uscire però fuori dal guscio se vogliamo capire i problemi del mondo e della vita di tutti i giorni e provare a dare delle risposte immediate.
    Partiamo dalla santa Famiglia, da tutti additata come esempio e modello per le famiglie cristiane. Ne sono convinto anch’io, ma non enfatizziamo troppo; e mi spiego.
    Il Matrimonio di Maria e Giuseppe ci è di esempio a tutti per le relazioni, ma non fu un matrimonio a cui ci dobbiamo ispirare. Dal punto di vista ebraico fu una finzione, secondo il diritto ebraico, e se i loro correligionari avessero saputo che Gesù non era figlio di Giuseppe. Dal punto di vista cristiano è un matrimonio “rato e non consumato”, che si potrebbe sciogliere con una mera dichiarazione amministrativa del tribunale ecclesiastico, fino a pochi anni fa di competenza della congregazione del culto divino, perché non serve neppure un procedimento giurisdizionale, non essendo un vero matrimonio perché manca l’unione fisica.
    Il figlio avuto, e lo dico senza essere blasfemo o irriverente, poiché io cerco di vivere di Cristo in ogni attimo, è stato concepito, diremmo oggi, con una fecondazione artificiale “eterologa”.
    Quindi dobbiamo fare molti distinguo quando parliamo di famiglia di Nazaret quale esempio per le nostre.
    E Maria è di esempio per gli uomini e per le donne cristiani su tutto, ma non sulla sessualità.
    La “sindrome della purezza” di chiara impostazione mariana è uno dei tabù che si affacciano in molte donne dopo la nascita dei figli, lo vediamo la consultorio.
    La sessuologia ci dice che gli ormoni della sessualità nella donna dopo il parto si trasformano in ormoni dell’accudimento e affiora la sindrome della purezza. Se le ragazze e i ragazzi non vengono preparati su questo, le prime non avranno più rapporti, i secondi cercheranno altre donne. I dati sono allarmanti: il 60% delle giovani coppie tra i 30 e i 40 anni non ha più rapporti sessuali.
    Un matrimonio si regge su due pilastri: le relazioni e la sessualità. Se mancano il matrimonio non c’è. Vi devono essere tutte e due. La dimensione religiosa illumina, dà sapore, aiuta, sostiene. Ma non le attribuiamo funzioni che non ha.
    Oggi la Chiesa e il Vangelo sono concepiti come tra le tante possibili cose che si possono seguire o no, scegliere o no, giusto o sbagliato che sia.
    Non cerchiamo di trovare risposte solo sul fatto che oggi sono tutti egoisti, individualisti, non più religiosi, con poco vangelo: non è così. Diamo una preparazione buona, fondata anche sulle scienze umane. Avremo meno fallimenti. Non illudiamo i ragazzi, non abusiamo della “credulità popolare” che è pure un reato penale, non facciamo credere ai giovani che è tutto facile basta andare a Messa e confessarsi, perché non è così. La vita religiosa è un prezioso aiuto, un’impostazione di vita. Ma apriamo gli occhi.

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