Masturbazioni cerebrali e disfattismo alla reatina

Talvolta capita a chi scrive di trovarsi al centro di una polemica. È un bene. Imporre a chi legge un problema al quale rilutta, o almeno provarci, sembra l’aspirazione più adatta a chi voglia onorare questa passione. Scovare un problema proprio dove c’è l’accondiscendenza generale, sembra uno dei pochi veri servizi che si possono fare ai lettori. E pazienza se qualcuno lo si fa arrabbiare. Ma i media dovrebbero servire a sollevare il dibattito, mica a dare consolazioni e fare complimenti.

La triste alternativa sarebbe competere su chi fa prima a passare le veline di chicchessia o gli incidenti di vita di qualcuno. Oppure fingere che il massimo della denuncia sia tutto nel dire «non ci piace!». Queste cose c’è già chi le fa bene e a noi più di tanto non interessano, lo perdonerete. Poi ognuno la pensi come vuole.

Spiace però quando più che la discussione si suscita l’insulto. Quando invece di stare su ciò che sta scritto, ce la si prende con chi l’ha scritto, specie se da parte sua critica sempre le cose, raramente le persone.

È un peccato, perché è un’occasione di confronto persa. Però c’è del buono: almeno si capisce l’indole da branco di quelli che si hanno innanzi. Chissà perché si sono arrabbiati tanto. Un amico mi ha detto che la gente se la prende se gli dici la verità. Avrà ragione?

Fate voi. Da parte nostra non volevamo mica disconoscere i grandissimi pregi del video Happy. Sarà sicuramente una pietra miliare, anche se fatta con la leggera autoironia di chi non si prende troppo sul serio! Ma allora non c’è da risentirsi se si solleva qualche dubbio, se si prova a ragionarci intorno.

Per semplificare: possibile che la felicità sia quella specie di prodotto industriale, inscenato da tutti allo stesso modo? Ci sarà qualcosa che non va? E si può pensare che dietro a certi fenomeni ci sia una sostanziale mancanza di idee? Non sarà che siamo talmente svuotati da poter essere riempiti di volta in volta con il “divertimento in scatola” di turno? L’altro ieri la Lambada, ieri il Gangnam style, oggi tutti Happy.

Non per togliere importanza agli amici reatini, ma il loro filmatino era solo uno spunto. Il problema lo pensavamo più in generale. Anche se qualcuno ha detto che con il video è stata celebrata la nostra città. Ma quale città è andata in scena? E quale bene le è stato fatto: la misera soddisfazione del «ci sono anch’io»? Stare nel listone del “We are happy from” sarà pure una gran cosa, ma rassomiglia molto ad una sorta di trionfo dell’indifferenziato. Infatti si fa la stessa cosa qui come a Terni, Dubai, Johannesburg, Zwickau. Altro che esaltare Rieti: così vuol dire che un posto vale l’altro!

L’unico che si distingue, lo ripetiamo, è il bravissimo Pharrell Williams. Emerge come fenomeno del marketing oltre che come indiscutibile talento musicale. Con questa specie di campagna globale della happiness è riuscito a far lavorare gratis al proprio successo un’enormità di persone. Non c’è niente di male: la gente gli fa i video e a lui si gonfia il conto in banca. Si vede che a tutti va bene così.

«Masturbazioni cerebrali» e «disfattismo alla reatina» diranno i nostri ammiratori, tra un accusa di ateismo comunista e una di tafazzismo cattolico. Avranno pure ragione, ma per noi l’unica felicità rimane quella di continuare a ragionare con la nostra testa.

12 thoughts on “Masturbazioni cerebrali e disfattismo alla reatina”

  1. Enrico

    Jovanotti diceva;: “esci dal gruppo e pensa con la tua testa (ed ogni giorno sarà sempre una festa)..”. Questo semplice concetto può essere esteso anche all’argomento trattato in questo articolo. Purtroppo la verità fa male. Io la penso esattamente come te (David). Purtroppo chi pensa con la sua testa, esprime un concetto che non è quello comune, viene (quasi sempre) additato, insultato ed isolato. Ne so qualcosa. Purtroppo se uno ha un briciolo di cervello e si prende il diritto sacrosanto di esprimere un parere e approfondire un’idea, un concetto, viene visto come un extraterrestre. Se non siamo capre che seguono il gregge non va bene. Non è di moda, non fa figo. Anche io guardando il filmatino ho pensato le stesse cose, me le sono tenute per me altrimenti avrei rovinato delle “amicizie”. E dire che il concetto di amicizia sarebbe quello di sentirsi liberi di esprimere le proprie idee e opinioni. certo è che se se Rieti è quella rappresentata in un filamtino del genere è davvero pochino. Io non c’ero e va bene così. ! ciao !

  2. Alfredo Cavalieri

    Il provincialismo è qualcosa più dell’ignoranaza. E’ ignoranza unita al conformismo.
    E’ quando essendo incapaci di originalità si copia qualcosa che altri hanno già fatto meglio pensando di essere unici.
    Il provincialismo è la vera cultura malata del nostro paese. Lo disse Dante.
    Al provincialismo si aggiunge poi spesso l’esterofilia.
    Peccato!
    Peccato perché essere di provincia invece avrebbe in se un significato culturale immenso se solo si avesse il coraggio di esserlo davvero senza aver bisogno di scopiazzare per dimostrare che non lo si è.
    La provincia è l’Italia più vera, quella di cui i giornali e la televisione non si occupano più, quella che ha il dono della concretezza, a volte della testardaggine nell’esprimere le proprie idee, con tanti difetti che possono essere trasfomati se non in pregi, quanto meno in caratteristiche seduttive.
    Motivo di fierezza e di diversità, rispetto a ciò che è apparenza, generalizzazione e moda.
    Ora questo filmatino avrebbe potuto essere godibile e simpatico, se solo si fosse evitato di elevarlo al rango di candidato all’oscar della reatinità intesa come “semo li meju”.
    Così facendo si è spostato l’ago del provincialismo verso la connotazione negativa invece che positiva.

  3. Eleonora Cavalli

    Io mi chiedo…ma chi ha girato il video l’ha fatto con l’intenzione di cambiare il mondo??? C’è scritto da qualche parte che il video rappresenta Rieti o salverà Rieti dalla crisi, dall’ignoranza, dal provincialismo e da tutti i mali del mondo??? Io ho visto un video girato da delle persone che si sono divertite e hanno divertio…punto!!! Poi qualcuno ha deciso di additarlo con accuse a dir poco infondate!…ci voleva davvero poco a non guardarlo se non piaceva, tirare dritto e santa pace per tutti! Comunque chi scrive e con chiaro tono polemico deve aspettarsi critiche…se no che scrive a fare! Buon lavoro a tutti.

  4. Andrea Laterza

    Non credo che nessuno lo abbia presentato per il premio oscar, e’ un semplice e divertente video di un gruppo di persone che non vogliono cambiare il mondo o Rieti. Tanta acredine francamente e’ incomprensibile.

  5. Luigi Conti

    É vero che il video è ben fatto, che è divertente, che non ha pretese di cambiare il mondo, che guardandolo si passano un paio di bei minuti (quattro minuti sono un filino troppo, ma sono minuzie…), è ancora più vero che è una iniziativa spontanea, non pagata coi soliti soldi dei contribuenti, con bellissime facce di ragazzi (e qualche vecchietto/a miei coetanei brutti quasi come me ) che fanno allegria, ma non è che l’articolo di Frontiera negasse qualcosa di tutto questo! L’idea era solo quella di riflettere sul fatto che accanto alle “forme obbligatorie planetarie” di divertimento sarebbe bene anche cercare forme diverse, più originali, più tipiche. Senza negare, naturalmente che ci possono essere interpretazioni originali di un tema dato e stravisto, si può incoraggiare non dico a fare meglio (che il video è fatto bene) ma ad incanalare un evidente talento anche in cose a forma meno obbligata!
    E comunque se si vuole criticare la critica, il che si può sempre fare, bisogna usare argomenti, non insulti all’autore o peggio ancora all’editore!

  6. Sandra Zingaretti

    Sdoganare la parola “masturbazione” su Frontiera è già molto happy. Ma ad essere “happy” è anche questa diatriba… è il sintomo che a Rieti non succede niente di più serio di cui parlare su un giornale.

  7. Giulio Tramontana

    A Rieti ormai non si è neanche più liberi di divertirsi facendo le cose con leggerezza,si è sempre sotto l’occhio vigile di reatini malati di reatinità…a Rieti c’è qualcuno che ancora vuole divertirsi, e ancora qualcuno che non è capace di farlo e se la prende…e purtroppo chi si diverte è ancora in minoranza,per questo questa bella città resterà sempre cosi “piccola”…caro Davide, come scritto nel tuo biglietto da visita, sei grafico e fotografo, fai quello, e smetti di scrivere ciò che ti viene suggerito da altri..

  8. Giovanni

    Il provincialismo, soprattutto quello reatino, non ha fatto altro che uccidere questa piccola città!
    Inspiegabile stupidità umana quella di commentae negativamente qualsiasi cosa venga fatta, senza riuscire mai a trovare un seppur minimo lato positivo.
    Se di conformismo vogliamo parlare abbiamo sbagliato posto, non mi sembra proprio che la nostra sia una città aperta al cambiamento, per convincersi di questo basta ascoltare qualche discorso fatto dai nostri concittadini!
    Personalmente mi permetto di fare un’ osservazione sulla stesura dell’articolo, apparte il concetto di fondo che faticando ad emergere viene più o meno compreso, terminologia esagerata e poco comprensibile, soprattutto per giovani e pensionati o semplicemente persone poco erudite!
    Frasi più semplici avrebbero reso anche meno odioso il testo dell’articolo evitando anche di far trasparire un vago senso di superiorità dell’autore!

  9. Stefano p.

    Caro Davide Fabrizi ma lei vuole argomentare un trattato di filosofia su una clip di Reatini che ballano una hit di Pharrel? E poi tra gli articoli consigliati mi escono ” i terzetti alla reatina”. Siete a dir poco penosi.

  10. Lia

    Chi ha partecipato al video o chi si è incontrato a passare durante le riprese si è divertito!!! Che bello rompere la monotonia reatina delle tante chiacchiere e dei pochi fatti! Complimenti a chi ha girato il video almeno lo ha fatto!!!

  11. Giovanni

    un giovane adulto, con una mentalità dei primi dell’800! ma piano piano la rivoluzione di papa francesco arriverà fin qua. e ricordi: il demonio ha paura della gente allegra

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