Massimo Rinaldi: padre, maestro… e comunicatore

Si è svolta lo scorso sabato un’importante giornata di studi dedicata alla figura del venerabile Massimo Rinaldi. Un appuntamento che si inserisce nel solco delle tante iniziative promosse dall’omonimo Istituto Storico, guidato da mons Giovanni Maceroni, e che dà nuovo slancio alle indagini sulla grande figura di vescovo e missionario reatino.

Una giornata interamente dedicata a conoscere e approfondire la figura del venerabile Massimo Rinaldi. È stata quella promossa dall’Istituto Storico che ne porta il nome, lo scorso sabato, presso il Salone di Rappresentanza della Prefettura di Rieti.

L’interessante convegno storico sul missionario scalabriniano, nominato vescovo di Rieti nel 1924 da papa Pio XI, dopo i saluti del prefetto Valter Crudo, ha visto il vescovo Domenico aprire i lavori andando a cogliere l’attualità del suo illustre predecessore in caratteristiche essenziali: quelle di missionario, cittadino e comunicatore. «Capì prima di tutti – ha spiegato mons Pompili – che era necessario allontanarsi per capire meglio ciò che si lasciava, per poi tornare con una consapevolezza diversa: egli si misurò con cose nuove che esulavano da antiche consuetudini, fu un vero esempio di Chiesa in uscita come direbbe oggi papa Francesco».

Inoltre, fu «un cittadino ben calato nella sua epoca», capace di non lasciarsi irretire dal fascismo e di tenere fuori dalla porta ogni campanilismo: «Il suo pensiero aveva una visione di patria aperta e innovatrice».

«In ultimo – ha concluso don Domenico – Rinaldi capì perfettamente le potenzialità del giornale, ne fondò uno e lo curò con grande passione ritenendolo uno strumento molto più efficace della lettera pastorale: fu un grande comunicatore».

Non a caso, il tema della stampa diocesana ha attraversato un po’ tutte le comunicazioni dei tanti relatori intervenuti. A partire da quella ricchissima e ben documentata del professor Andrea Riccardi, storico fondatore della Comunità di Sant’Egidio, che ha offerto un completo spaccato della società e della Chiesa al tempo del Rinaldi, affrontando il tema dei pontefici del tempo.
Un discorso per certi versi completato dal professor Luciano Bonventre, che ha ricordato come su «L’Unità Sabina» venissero integralmente riportati gli appelli per la pace di Pio XI e Pio XII.
Ma il giornale del vescovo Rinaldi aveva una ruolo più grande e particolarmente importante. In anni privi di televisione e di scarsa diffusione della radio, arrivava infatti per corrispondenza a tutti i sacerdoti della diocesi: una diffusione capillare verso una sorta di «élite intellettuale a diretto contatto con il popolo».

Un dato tanto più significativo se si tiene conto che su «L’Unità Sabina» non vengono trattati solo temi di carattere ecclesiale, ma anche di attualità. Come quello sulla situazione sociale nelle zone del Cicolano, con la mancanza delle strade e di rifornimento idrico e un continuo invito a compiere queste opere pubbliche.

Ma la testata giornalistica ideata dal Rinaldi va anche oltre, riuscendo a coniugare la rassegna dei principali fatti della settimana, dalla scala locale a quella internazionale, a rubriche dedicate al mondo rurale, anche dal carattere tecnico. Né mancava l’attenzione per le attività delle parrocchie, tanto da essere per noi, oggi, una preziosa fonte per la ricostruzione del folclore, attraverso le cronache delle feste patronali.

Il vescovo Rinaldi aveva un’attenzione particolare anche per le varie forme dell’associazionismo cattolico. Non a caso, tra le relazioni presentate sabato, è risultata particolarmente intensa quella del professor Francesco Malgeri, che è entrato nei dettagli della vita dell’Azione Cattolica tra le due guerre e del ruolo che ebbe in questo senso il vescovo missionario.

Questi sono solo accenni a un convegno la cui ricchezza eccede la misura di queste pagine. È possibile tuttavia, per quanti hanno mancato l’appuntamento, fare riferimento al sito dell’Istituto Storico Massimo Rinaldi e al canale YouTube di «Frontiera», sui quali sono pubblicate integralmente le riprese video della giornata di studi. In attesa che gli studiosi mettano a disposizione dell’Istituto Storico Massimo Rinaldi le relazioni complete: sulle nostre colonne è infatti prevista la progressiva pubblicazione degli atti del convegno, che saranno poi inclusi nella nuova serie del Bollettino diocesano.