Marcia della pace sul confine tra Nord e Sud Corea

I fedeli cattolici mobilitati sulla “Via della Pace” dal 26 luglio al primo agosto. Il 25 giugno, sul confine che separa le due Coree, è stata inaugurata una nuova cattedrale, dedicata al perdono e all’espiazione. la costruzione dell’edificio, che si trova a Paju, a circa 50 chilometri a nord di Seoul, ebbe inizio nel 1997, quando un gruppo di cattolici fuggiti dalla Corea del Nord decise di acquistare il terreno e di donarlo alla Chiesa locale.

La “Commissione per la riconciliazione del popolo coreano”, in seno alla Conferenza episcopale della Corea, presieduta da monsignor Lucas Kim Woon-hoe, ha annunciato attività e programmi speciali, esortando le diocesi e tutti i fedeli a pregare intensamente. I fedeli cattolici coreani, dal 26 luglio al primo agosto, marceranno e pregheranno per la pace nella zona demilitarizzata al confine fra Nord e Sud Corea, che verrà chiamata “Via della Pace”.

Il “Primo Forum per la Riconciliazione”.

Come ha riferito l’Agenzia Fides, è una delle iniziative che caratterizzano i mesi di luglio e agosto 2013: “un tempo speciale per pregare per la riconciliazione e l’unità del popolo coreano”, dice la Commissione, che all’inizio dell’anno aveva lanciato il “Primo Forum per la Riconciliazione”, con l’obiettivo di esplorare prospettive, speranze e azioni per mettere in moto la riconciliazione del popolo coreano e la riunificazione delle due Coree: è l’obiettivo lanciato dalla “Commissione per la Riconciliazione del popolo coreano, insieme a quello di “aiutare la comprensione pubblica, preparandola alla riunificazione”, modulando con maggiore efficacia i movimenti per la riconciliazione e l’unità del popolo coreano, nonché gli aiuti umanitari verso il Nord. Il Forum, nel mese di marzo, aveva affrontato tre temi specifici: il processo di successione del potere in Corea del Nord, il cambiamento di atteggiamento della Corea del Nord, le relazioni internazionali di Kim Jong-un, in special modo il rapporto con la Cina. Erano state rimarcate, in particolare, da una parte l’idolatria di massa del regime nord-coreano e, dall’altra, il rafforzamento delle relazioni economiche con Russia e Cina – con quest’ultimo Paese, anche di carattere politico e militare – insieme al fatto che “nel popolo nordcoreano l’orgoglio nazionale e la fiducia nel leader sembrano indebolirsi, soprattutto a causa delle difficoltà economiche. Questo fatto può generare una visione positiva della società e della cultura sudcoreana e la necessità di aprirsi al mondo esterno”.

Le altre iniziative di preghiera.

Nel mese di giugno, la Commissione aveva promosso una “catena di preghiera per invocare l’intercessione della Beata Vergine Maria per la pace nella penisola coreana”, la celebrazione di Sante Messe con l’intenzione speciale per la pace ed aveva organizzato un simposio sul tema “La pace sulla penisola coreana: come costruirla”. Il 25 giugno, sul confine che separa le due Coree, è stata inaugurata una nuova Cattedrale, dedicata al perdono e all’espiazione, “simbolo evidente”, secondo la Conferenza Episcopale, “evidente della voglia di pace e di riconciliazione nel Paese”. Come ha riferito Asia News, la costruzione dell’edificio, che si trova a Paju, a circa 50 chilometri a nord di Seoul, ebbe inizio nel 1997, quando un gruppo di cattolici fuggiti dalla Corea del Nord decise di acquistare il terreno e di donarlo alla Chiesa locale proprio per la costruzione di un “segnale di speranza e di pace”. Accanto alla chiesa sorge da diversi anni il Centro per la riconciliazione nazionale, sempre gestito dalla comunità cattolica, dove i profughi in fuga dal regime di Pyongyang vengono accolti e possono seguire dei corsi per l’inserimento sociale e per trovare un impiego. Inoltre, qui vengono formati nuovi missionari da impiegare nel dialogo e negli scambi religiosi con il Nord.

L’esigenza di una pace vera.

Queste iniziative, afferma la Commissione, “intendono annunciare che abbiamo bisogno di una vera pace, non di un precario ‘cessate il fuoco’, in vigore negli ultimi 60 anni. Urge riaccendere la passione dei fedeli per la riconciliazione e l’unità del popolo coreano, per costruire una autentica pace nella penisola coreana, per prepararsi all’evangelizzazione della Corea del Nord, aiutando i fedeli perché diventino apostoli di pace”.