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Mafie, Sandro Ruotolo: «Con lo stop alla revoca della scorta posso continuare a fare il giornalista»

«Senza la scorta non avrei potuto più continuare a occuparmi dei fatti di cui mi occupo», dice il giornalista minacciato dai Casalesi a causa delle sue inchieste sul traffico di rifiuti tossici in Campania.

«Nel merito della vicenda non mi esprimo. Ho troppo rispetto delle istituzioni». Esordisce così Sandro Ruotolo, raggiunto telefonicamente dalla Dire, sulla notizia della sospensione della revoca della sua scorta. Un provvedimento che ha sollevato, tra giornalisti, politici e semplici cittadini, non poche polemiche e rimostranze, non ultima quella del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho.

«Ho dormito sonni tranquilli – confessa il giornalista napoletano – quando ho sentito da Trieste, qualche giorno fa, il procuratore nazionale dire che i giornalisti a rischio come me devono avere la scorta. Allora mi sono tranquillizzato». La sospensione del provvedimento di revoca manca ancora dell’ufficialità, “c’è un iter da seguire”, ma è cosa fatta, come ha annunciato lo stesso Ruotolo in un tweet di questo pomeriggio.

«Grazie a questa decisione – spiega – posso continuare a fare il giornalista perché senza la scorta non avrei potuto più continuare a occuparmi dei fatti di cui mi occupo».

Ruotolo dice contento «per l’affetto e la stima espressa da migliaia e migliaia di cittadini e cittadine, per la stima e l’affetto dell’opinione pubblica. Qui urlo la mia gioia perché senza di loro, senza la gente che mi vuole bene e che mi stima avrei passato delle brutte ore e invece ho passato delle ore a leggere tutti i loro commenti. Sapere di avere tante persone che non ti conoscono personalmente ma che ti conoscono, perché per 44 anni ti hanno visto lavorare tra la gente per dare voce a quelli che non hanno voce, per me è la più grande emozione».

La richiesta di togliere la scorta a Sandro Ruotolo è sola l’ultima in ordine di tempo. E sul perché riafforino di tanto in tanto tali proposte il giornalista risponde: «ho una mia idea ma la tengo per me».

«C’è stata una capacità e una risposta immediata», rimarca, «poi ognuno può dire o meno se è per merito dell’opinione pubblica o della politica. Però è ancora più forte e importante capire un errore e riparare. Il mio obiettivo è fare il giornalista e lo farò».

«Una cosa però la voglio dire e non è una cosa formale o dovuta. Noi sotto scorta – spiega – abbiamo affianco delle persone straordinarie professionalmente e umanamente. Non si parla mai di un aspetto: loro, carabinieri e poliziotti, lo fanno per lavoro ma hanno una passione e un amore per il nostro Paese che è una cosa enorme. Per questa cosa io sono orgoglioso di condividere il mio tempo fuori casa assieme. Amano, hanno passione, si impegnano, sono dei signori professionisti e questo ci permette di lavorare con maggiore tranquillità».

E su Paolo Borrometi, giornalista siciliano sotto scorta che oggi, ricevendo la cittadinanza onoraria di Palermo, ha dato tra i primi la notizia sulla revoca della sospensione della scorta al collega napoletano, Ruotolo dice: «gli voglio bene e sono molto preoccupato per la sua situazione. Come me è consapevole di avere dalla sua l’opinione pubblica e questo ci dà la forza».

da Dire.it