Economia

Mafia: il giornalista sotto scorta Borrometi: «Non riguarda solo la Sicilia ma l’Italia e l’Europa»

«Per troppo tempo abbiamo pensato che il fenomeno non ci riguardasse. Oggi è stata tolta qualsiasi scusante: le persone non possono più dire di non sapere che la frutta e la verdura che arriva dalla mia terra siciliana nelle tavole venete o lombarde è afflitta dallo stesso sfruttamento mafioso di quella che arriva sulle tavole siciliane. Non si deve più pensare che riguardi solo la Sicilia, si deve pensare a un unico Paese e anche a un unico continente, che si chiama Europa».

«Per troppo tempo abbiamo pensato che il fenomeno non ci riguardasse. Oggi è stata tolta qualsiasi scusante: le persone non possono più dire di non sapere che la frutta e la verdura che arriva dalla mia terra siciliana nelle tavole venete o lombarde è afflitta dallo stesso sfruttamento mafioso di quella che arriva sulle tavole siciliane. Non si deve più pensare che riguardi solo la Sicilia, si deve pensare a un unico Paese e anche a un unico continente, che si chiama Europa».

Lo ha affermato Paolo Borrometi, cronista siciliano sotto scorta per le sue indagini scomode su Cosa Nostra, che proprio in questi giorni ha dato alle stampe il suo primo libro “Un morto ogni tanto” (Solferino libri). Il giornalista, che lavora a TV2000, è stato stasera protagonista dell’evento di chiusura del Mese della formazione promosso da Niuko Innovation & Knowledge, società per la formazione di Unindustria Padova e Confindustria Vicenza, sul tema «Le mafie nel tessuto economico, oltre gli stereotipi».

«L’incontro – ha spiegato Paola Gasparini, presidente di Niuko – è occasione per riflettere insieme sulle nuove forme di penetrazione e presenza delle mafie al Nord. Una presenza ‘camaleontica’ spesso difficile da intercettare e cogliere: siamo convinti che il primo strumento per combattere la mafia sia proprio quello della conoscenza, ecco perché abbiamo chiesto a Borrometi di aiutarci a decifrare questo tema, su cui chi fa impresa è chiamato a interrogarsi».