Madonnaro per un giorno: l’esperienza del giovane Igli nella Valle del Primo Presepe

Igli Ranxha ha un sorriso contagioso ed uno strano berretto in testa. È istintivo, a volte parla prima di aver pensato e ponderato la risposta, «ma io sono così, non ci ragiono troppo sulle cose, le faccio e basta». Igli, con i suoi 17 anni, è stato il più giovane ed atipico partecipante al contest per Madonnari organizzato per la manifestazione “La Valle del Primo Presepe”, e proprio per la sua prima partecipazione in questa categoria di artisti, si è aggiudicato il Premio Speciale della Giuria “Madonnaro per un giorno”, che gli è stato consegnato dal vescovo Domenico.

Chino come tutti i suoi “colleghi” dalle prime ore del mattino di domenica 17 dicembre, sul suo pannello di compensato da decorare, Igli frequenta il liceo artistico “Antonino Calcagnadoro” di Rieti, ma è arrivato in Italia dall’Albania solo da pochi mesi: «I miei genitori lavorano qui da un paio d’anni, ho avuto voglia di raggiungerli e di frequentare la scuola d’arte in Italia. Certo, mi manca molto mia sorella rimasta in Albania per studiare, e mi mancano i miei amici, ma qui ne ho trovati di nuovi e straordinari».

Nel perfetto modo di fare dei Madonnari, seguendo l’entusiasmo e lo spirito comunitario che li contraddistingue, Igli è stato a accolto con gioia dagli altri “navigati” partecipanti, quasi come una mascotte. «A Rieti mi sono trovato benissimo, soprattutto a scuola» racconta il giovane: «sto sperimentando varie tecniche artistiche, ma credo di sentirmi particolarmente portato per i pastelli ad olio, li trovo più congeniali alle mie opere».

Per niente intimidito dalle tecniche degli altri concorrenti, affinate da anni di esperienza “sul campo”, Igli ha saputo conciliare entusiasmo e voglia di imparare miste ad un innato talento artistico: «mi piacciono molto gli angeli, per questo ho scelto questo soggetto». Sul suo pannello in compensato, ha riprodotto una sua personale interpretazione del quadro “Song of the Angels” del pittore francese neoclassico William Adolphe Bouguereau: «una scelta anch’essa istintiva, l’ho trovato bellissimo ed ho voluto reinterpretarlo, mi piace lo stile realistico». La Madonna seduta su un piccolo basamento in pietra con qualche intarsio marmoreo, il Bambino sul grembo ed un Angelo raffigurato mentre suona per loro, imbracciando un violino. La scena della Natività prende vita così nell’opera di Igli, con i colori accesi dell’arcobaleno e a suon di musica, la stessa celestiale musica grazie alla quale il Bambino dorme beato.

Alla fine lo studente è orgoglioso del risultato raggiunto in ore ed ore di lavoro sul pavimento dell’imponente chiesa di San Domenico: «un’esperienza senz’altro da ripetere, non avevo mai lavorato sdraiato per terra, ma mi è piaciuto». Chiedo a Igli cosa vuol fare da grande, se ha già individuato la sua strada. Prende tempo, alza gli occhi al cielo: «direi che ci penso ancora un po’ su».

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