Macco di Fave

Questa ricetta è tipicamente siciliana, il nome deriva dal latino “maccare” e cioè ammaccare, ridurre in poltiglia.

Si tratta di una purea di fave che può essere servita come zuppa, con crostini o pasta o al naturale, oppure può diventare la base per squisiti primi, anche di pesce. E visto che, sebbene il caldo pare non volerci lasciare, la sera inizia a fare fresco, una bella scodella di minestra calda è proprio quello che ci vuole…

Ingredienti (4 persone):

240 gr di mezze fave secche, 1 cipolla dorata media, un mazzetto di finocchietto selvatico (o di barbe di finocchio), sale, acqua, peperoncino fresco (facoltativo).

Preparazione:

Sciacquate bene le mezze fave e lasciatele a mollo per tutta una notte. Tritate molto finemente la cipolla e mettetela in una pentola dal fondo spesso, possibilmente di coccio, unite le fave scolate dall’acqua di ammollo e versate acqua fino a superarle di 3 dita. Portatele a bollore e da quel momento fate cuocere per almeno un’ora e mezza, mescolate spesso con un cucchiaio di legno e aiutate le fave a disfarsi. Non occorre usare il frullatore, anzi le nonne del messinese inorridirebbero, quindi accontentatevi di un passato molto rustico. Aggiustate di sale e aggiungete a fine cottura il finocchietto e, se volete, il peperoncino. Servite con crostini oppure allungate con un po’ d’acqua e preparate una minestra con spaghetti spezzati. Ottima con un filo d’olio extravergine a crudo. Se ve ne dovesse avanzare anche solo un mestolo, non gettatelo: è un’ottima base condire una pasta asciutta, magari unendo dei gamberetti, qualche cozza e pomodoro fresco…

Con questa ricetta vi consiglio un vino bianco: un Alcamo della provincia di Palermo dal colore giallo paglierino chiaro con riflessi verdognoli. L’ odore è fresco e ricorda la fragranza dell’uva d’origine. Al gusto è sapido e fruttato, con un sentore erbaceo molto gradevole.