Ma è proprio necessario?

Il Comune di Rieti ha annunciato di aver concluso il concorso di idee per il restauro e la riqualificazione di piazza San Rufo a Rieti.

«La prima azione progettuale per riqualificare piazza San Rufo è stata quella di “liberare” lo spazio dalle sistemazioni che l’hanno interessata negli anni recenti, così da recu­perare continuità in termini spaziali e di rapporti con le quinte edilizie» si legge nel comunicato del Comune, che prosegue:

«la ricerca compositiva si è mossa successivamente nella selezione di un ap­proccio che ha misurato il corretto rapporto tra trasformazioni introdotte e contesto, privilegiando una adeguata quota di neutralità degli oggetti e delle forme utilizzate. Nel progetto, sulla spazio della piazza, si opera un “gesto” architettonico producendo “un’incisione” della superficie anche a ricordo della tessitura a “soli decumani” del cuore antico della città. Gli ambiti pavimentati sono risolti in pietra con apparecchio a cortina, confinati tra bordi a raso, a correre, in masselli della stessa pietra che disegnano quattro ambiti all’interno dei quali ruotano le direzioni con l’incisione centrale recante l’iscrizione “Umbilicus Italiae”. La composizione si completa mediante elementi a contenuto architetto­nico/funzionale, come i cinque piccoli monoliti in pietra dove alloggiano proiettori a led. Due delle quattro sedute, invece, hanno un contenitore per l’impianto di essenze arboree e/o cespugli per completare lo spazio della piazza mediante un minimo siste­ma del verde. I nuovi calpestii sono interamente percorribili così come l’accesso dalla risalita di via San Rufo ridisegnato in rampa e pedane».

Al di là dei pareri estetici (si sa, tutti i gusti son gusti) viene da domandarsi se sia davvero necessario fare tutti questi sforzi. I disastri già fatti in altre piazze giustificano attorno alla parola “riqualificazione” sospetti e paure. Il tessuto urbano di una città come Rieti, il suo aspetto, il suo sapore caratteristico, deriva dall’evoluzione spontanea dei suoi spazi. Le piazze, i vicoli, le strade e le cordonate sono state disegnate dall’uso e dalle necessità della popolazione. Piazza San Rufo non fa eccezione. Non chiede «un restauro e un restyling» come dice l’assessore ai lavori pubblici Daniele Fabbro, ma solo un po’ di cura e rispetto. Al limite potrebbe essere opportuno e accettabile lo scivolo affiancato alla cordonata, ma quanto al resto basterebbe togliere l’improvvida “caciotta” e tenere gli spazi puliti, senza dover spendere tanti soldi. I pavimenti in pietra, il “gesto architettonico” e tutti gli altri innesti previsti rischiano solo di renderla inabitabile e priva della suo valore identitario, come è già successo a piazza San Francesco, a piazza Mazzini e a piazza Oberdan.