M. Angelina: nel nome di Gesù Buon Pastore

Con la morte di M. Angelina avvenuta il 19 dicembre scorso in Albano Laziale, a poco più di 24 ore dal trasporto da Collemaggiore alla nostra Casa Madre, si conclude un pezzo della storia ecclesiale del Cicolano. «L’abbiamo vista energica e nello stesso tempo tenera accanto ai sacerdoti più anziani» testimonia don Daniele. La sua presenza operosa fatta di contatti costanti con le famiglie, di aiuto concreto agli anziani: caricava la sua FIAT 500, della quale andava orgogliosa, del grano da portare al mulino sostituendosi spesso ai figli andati lontano per lavoro.

M. Angelina, donna di preghiera e attenta ai cambiamenti culturali, è stata la prima suora Pastorella ad inserirsi nella Scuola Statale, vivendo tutti i disagi delle distanze, quando viene inviata alla scuola materna di Castel di Tora. Molte le attività di accoglienza delle giovani in formazione ad Albano, l’hanno vista in cucina nell’ex edificio scolastico di Fiamignano, e anche coinvolgere il compianto d. Cesare Federici a quest’opera di formazione delle future Pastorelle.

Il dialogo con le amministrazioni pubbliche a volte si è tinto di forza, come negli ottanta appena giunte a Collemaggiore all’arrivo della ruspa del Comune che voleva fare del terreno coltivato ad orto e utile alla comunità un parcheggio, ella si posizionò davanti alla ruspa per tutto il tempo necessario a chiarire la posizione della Curia circa quel terreno.

Così è stata la vita di questa suora Pastorella che m. Celina Orsini ricorda agli inizi della Congregazione, come «una giovane piena di vita e vitalità innamorata dell’apostolato pastorale e la cui maggiore penitenza che le si poteva dare era quella di “andare a letto” per un po’ di riposo». Attiva e orante ha vissuto il Carisma delle Suore Pastorelle non senza limiti e difetti, ma con gioia sempre pronta a sottolineare i motivi di festa.

La generosità e l’umiltà che l’ha caratterizzata ha fatto dire ai giovani… «in punta di piedi sei arrivata e in punta di piedi te ne sei andata, lasciando un immenso vuoto, ma un mondo di ricordi in noi tutti. Ti abbiamo rispettata, ammirata e per questo ti vogliamo un mondo di bene!».

Sì! La mente, a tratti non più consapevole durante gli ultimi giorni di malattia, era popolata dei volti e dei nomi per i quali aveva speso la sua vita e verso i quali ha testimoniato l’amore di Gesù Buon Pastore. Una parola detta ormai con un fil di voce alle persone della parrocchia e a don Venceslao, venute domenica mattina per quello che si è poi rivelato l’ultimo saluto: grazie!

Ora riposa ai piedi delle Dolomiti: Puos d’Alpago, sua terra natale ove ai nipoti spetta posare un fiore.

Ciao Mckei!! Così, con questo tono familiare ti ricorderà la tua comunità.