L’Ugl ai lavoratori Ater: «bisognerebbe porsi le domande giuste»

Leggiamo sulla stampa odierna una sorta di risposta di un esiguo gruppetto di dipendenti dell’Ater di Rieti alle dichiarazioni della Segreteria Generale dell’Ugl di Rieti su ciò che sta accadendo in quell’Azienda.

Ci teniamo innanzitutto a porre l’attenzione sui metodi utilizzati, considerato che le informazioni che ci giungono riferiscono di un alto funzionario dell’Ater, inquadrato in posizione organizzativa, che gira per l’Azienda “chiedendo” a sottoposti e dipendenti, di sottoscrivere un comunicato a sostegno dell’operato dell’attuale Commissario straordinario, arch. Eliseo Maggi, e quindi di chi in questa fase all’Ater comanda. Metodi, appunto, che hanno un sapore tanto antico, quanto disgustoso.

Agli improvvisati avvocati d’ufficio del Commissario dell’Ater, autori della lettera, firmata da dieci lavoratori dell’Ente che ha nel proprio organico quarantacinque dipendenti, vogliamo ricordare che ogni Sindacato si attiva su delega di singoli lavoratori o gruppi di questi. Nel caso specifico, i sottoscrittori della lettera, tra i quali anche quelli protagonisti dei procedimenti giudiziari menzionati nella loro nota, hanno conferito delega e mandato ad altre Organizzazioni Sindacali che visti i risultati, ci sembra abbiano assolto bene al proprio compito. Non è abitudine dei dirigenti Ugl interferire in vertenze individuali seguite dai colleghi di altre sigle, nelle quali non siamo chiamati in causa, per questo motivo se sono scontenti di come sono andate le cose non devono rivolgersi all’Ugl che non poteva intervenire senza delega.

A conferma che i dipendenti firmatari della lettera di replica al nostro comunicato non rappresentano la maggioranza dei lavoratori dell’Ater, è il fatto che un ben più nutrito gruppo dei loro colleghi si sia rivolto all’Ugl per attivarla sulle questioni che abbiamo raccontato nel nostro comunicato, nel quale si intendeva denunciare pubblicamente solo alcune delle carenze della gestione commissariale del dott. Maggi.

Ma veniamo al punto. Nella nota inviata da detto gruppetto di dipendenti ritorna spesso una di “domanda retorica” rivolta all’Ugl, su quali siano state le motivazioni che la hanno portato ad intervenire pubblicamente. La cosa, dobbiamo essere sinceri, ci lascia un po’ costernati considerato che dei dipendenti di una pubblica amministrazione dovrebbero, avendo oltretutto affrontato concorsi e prove per accedervi, conoscere quasi a menadito l’ordinamento giuridico-amministrativo che ne regolamenta i rapporti e le procedure.

Ma siamo comunque pronti a soddisfare la curiosità di costoro.

Nel settembre del 2013 con un decreto del Presidente della Regione Lazio, venne nominato Commissario Straordinario dell’Ater di Rieti l’arch. Eliseo Maggi, già noto ai più per la sua esperienza di Assessore all’Urbanistica nel Comune di Fara in Sabina, il quale, appena insediato, si nomina uno staff. L’approccio appare subito originale, in quanto, riteniamo, che sia l’unico Commissario Straordinario in Italia che si munisce di staff, tanto che in molti ci segnalarono se la cosa fosse possibile, considerato che la normativa prevede che lo staff coadiuva l’attività ordinaria e straordinaria esclusivamente del Presidente e del Consiglio di Amministrazione.

Non risultando probabilmente sufficiente lo staff a coadiuvare “l’azione amministrativa” del Commissario Maggi, interviene la presenza costante, quasi quotidiana, sia in orario di ricevimento pubblico, sia in orario di chiusura al pubblico, di un consigliere comunale di Rieti, non legato all’Azienda da alcun tipo di rapporto, sia esso di lavoro dipendente, che di collaborazione o consulenza, il quale riceve a colloquio inquilini e dipendenti, assiste a colloqui tra il Commissario ed i dipendenti su questioni relative la gestione dell’Azienda, visiona pratiche e detta linee di azione, insomma partecipa attivamente alla vita amministrativa dell’Ater.

Ma andiamo avanti. Ad un certo punto il Commissario Maggi, che nel frattempo da organo monocratico si preoccupa di assumere tutta una serie di iniziative tipiche degli organi collegiali, adotta un Regolamento per l’anticorruzione e la trasparenza della cui validità dubitiamo, in quanto privo di molti dei contenuti previsti dalla normativa vigente in materia. E cosa fa il nostro “Commissario riformatore” (considerata la smania di sovvertire ruoli e norme)? Nomina responsabile per la trasparenza e l’anticorruzione un funzionario di livello A3, quando la normativa prevede, ed ha una sua ratio considerato il ruolo, che tale incarico debba essere attribuito o al Direttore generale, o ad un dirigente di prima fascia. Inutile specificare che detto funzionario è, al contempo, il suo fiduciario dentro l’Ater e che recentemente si è visto rifiutare dal giudice del lavoro l’inquadramento in posizione organizzativa che aveva contestato all’Azienda e confermato l’inquadramento attuale. Viene da pensare che il problema possa essere quello di far entrare dalla finestra quel che non è riuscito ad entrare dalla porta. Su questa vicenda sappiamo per certo che esiste una nota della FP-Cgil indirizzata al Commissario Maggi datata 10 giugno 2014. La risposta di Maggi a questa segnalazione è stata la totale indifferenza.

L’adozione di questo Regolamento è subito diventato il pretesto per consumare ciò che di peggio era possibile nell’ultimo periodo.

Il 24 aprile 2014 con deliberazione n. 6, il Commissario Maggi, riferendosi al Regolamento per l’anticorruzione e la trasparenza adottato, delibera la “roteazione” (permettetemi l’umorismo) del personale, spostando di fatto i dipendenti dai vari uffici e travalicando le proprie competenze per dilagare in quelle che risultano essere prerogativa esclusiva della Direzione Generale.

Di li a poco il Direttore Generale in carica si ammala (sic!), manda un certificato per un limitatissimo periodo, ma questa malattia diventa il pretesto per interpretare e sovvertire il senso dell’articolo 14 dello Statuto dell’Ater e nominarsi un Direttore Generale facente funzioni il quale, tanto per attenersi all’improrogabile ed all’urgente, il primo atto che mette in campo riguarda lo spostamento sia logistico che di settore di altra parte personale, nominando inoltre il nuovo responsabile di una non secondaria Sezione dell’Azienda.

Accade quindi all’Ater di Rieti, ciò che in questa fase storica sta accadendo in Vaticano: due Papi a Roma, due Direttori Generali all’Ater.

Il 19 giugno 2014, con deliberazione n. 17, l’onnipotente Commissario Maggi modifica il Regolamento aziendale abrogando un inesistente “allegato A”, con l’intento di eliminare i coordinamenti. Viene da chiedersi in questo caso il senso della deliberazione n. 6 di neanche un mese prima, con cui si disponeva la rotazione dei coordinatori del settore tecnico.

Il 24 giungo 2014, con deliberazione n. 18, il Commissario Maggi debordando un’altra volta completamente dalle proprie competenze, nomina i responsabili delle Sezioni dell’Azienda.

E qui veniamo al dunque: c’è da domandarsi le motivazioni del nostro intervento pubblico?

Riteniamo invece che bisognerebbe porsi le giuste domande. Più precisamente: perché il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e l’Assessore alla casa Fabio Refrigeri, tenuti puntualmente al corrente di ciò che stava e sta accadendo all’Ater, delle illegittimità e delle forzature che si andavano consumando, non hanno mosso un dito per fermare costui, che dagli stessi è stato incaricato Commissario? Perché il succitato manipolo di dipendenti non si indigna davanti a tutto questo?

Noi, chiamati in causa dai lavoratori che ci hanno accordato la propria fiducia, abbiamo agito e continueremo a tentare di fermare ciò che sta accadendo andando anche oltre la semplice denuncia sindacale.