Chiesa di Rieti

Lottiamo per il bene comune come fece monsignor Romero

Dopo la recita del rosario di ieri sera, il vescovo Domenico ha ricordato monsignor Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso quarant'anni fa da un cecchino mentre stava celebrando Messa nella cappella di un ospedale

Dopo la recita del rosario di ieri sera, il vescovo Domenico ha ricordato monsignor Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso quarant’anni fa da un cecchino mentre stava celebrando Messa nella cappella di un ospedale.

«Poco prima che entrasse in azione un sicario assoldato dal regime al potere, l’arcivescovo aveva detto: ”Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini ci sostengano per dare anche noi il nostro corpo e il nostro sangue alla sofferenza e al dolore, come Cristo, non per sé, ma per offrire semi di giustizia e di pace al nostro popolo”. Sono tanti, spesso anonimi, quelli che offrono semi di giustizia e di pace, anche a costo della vita».

Il pensiero va alla situazione che stiamo vivendo, e al futuro, speriamo prossimo, «quando finalmente ci riabbracceremo, ci stringeremo la mano e torneremo in piazza. Ma c’è da mettere in conto…un Paese in ginocchio. Nessuno, infatti, può illudersi che si torni alla ‘normalità’ come se nulla fosse accaduto. Ci vorrà, per l’appunto, tanta gente non per difendere se stessa, ma per alimentare e sostenere quel che la ‘normalità’ di ieri respingeva: dagli accordi sul clima, agli investimenti nella sanità pubblica, allo stop al consumo di suolo e al traffico, alla tutela della biodiversità, agli investimenti in ricerca, cultura e manutenzione del Paese, a incentivare la buona agricoltura, al dare dignità al lavoro sconfiggendo quello nero, al perseguire corruzione ed evasione».

Un ritorno alla normalità che non sarà facile, «perché la recessione metterà in moto istinti primordiali e farà dimenticare presto che non ci si salva da soli, come stiamo imparando, grazie a tanti che mettono a repentaglio la vita per aiutare gli altri. Il ‘mal comune’ non potrà essere già ‘un mezzo gaudio’. Dovremo piuttosto far tesoro di questi giorni dolorosi per ritrovare insieme il ‘bene comune’ che è la vita in quanto tale, giacché l’ordine delle cose deve essere subordinato all’ordine delle persone e non l’inverso. Una verità elementare per la quale – come monsignor Romero e tanti altri martiri contemporanei – dovremo lottare insieme per molto tempo».