“Prima l’Italia”

Grande successo del seminario “Prima l’Italia” di due giorni organizzato ad Orvieto, che ha visto tra gli organizzatori una folta rappresentanza di esponenti ed amministratori della nostra provincia. Due giorni in cui finalmente non si è fatta passerella, non si è discusso di leadership vere o presunte,non si sono cercate candidature, ma si sono affrontati temi e criticità esplosi in questi anni.

Dalla splendida città umbra è nato un movimento,”Prima l’Italia”, che vuole porre al centro del dibattito politico i valori fondanti del nostro essere popolo: la sovranità, l’identità, la comunità, la competitività. Un processo condotto dal basso, senza scelte verticistiche, in cui amministratori locali, semplici militanti, dirigenti politici si sono confrontati senza filtro, individuando una piattaforma di azione politica che vedrà il suo primo appuntamento a Roma il 12 ottobre, con una grande manifestazione con cui rivendicare il diritto del popolo italiano a vedere riconosciuto il suo ruolo di nazione fondatrice dell’Europa.

Vogliamo rimettere in discussione l’Euro e la politica economica imposta dalla BCE, a partire dal fiscal compact e dai suoi effetti devastanti sui paesi europei. L’Italia annualmente versa 9 miliardi di euro che in gran parte vanno a stabilizzare le banche tedesche, non ricevendo in cambio che umiliazioni. Da Orvieto la volontà di rompere il muro di omertà del pensiero unico, la volontà di sradicamento derivante dal relativismo etico imperante nelle lobby di pensiero continentali.

Rifiutiamo con forza le tesi che vorrebbero ridurre la famiglia a semplice contratto di interessi, che riducono il padre e la madre a semplici numeri ; vogliamo difendere la libertà di lavoro dei piccoli imprenditori, dei liberi professionisti, di chi rifiuta la proletarizzazione delle professioni, per rendere tutti di fatto schiavi dei grandi gruppi finanziari. Vogliamo difendere la produzione, imponendo clausole che regolino l’importazione da paesi in cui non sono garantiti i diritti sociali e lavorativi, producendo una concorrenza sleale che sta desertificando il nostro tessuto produttivo.

Vogliamo ricordare che l’identità di un popolo non è scritta su una carta di identità, ma nella sua lingua, nella sua cultura, nella sua storia e va rispettata da chi viene. In sintesi vogliamo porre al centro non gli interessi di pochi eletti ma la nostra Patria, il nostro popolo.

Prima l’Italia nasce come un movimento che vede nei contenuti, nella battaglia valoriale il suo destino. Con altrettanta forza ad Orvieto si è sottolineata la necessità, sul versante organizzativo, di porre fine alla diaspora della destra italiana, ricongiungendo sigle ed uomini intorno a bandiere e valori comuni. La grande umiltà e generosità di Storace, la presenza di Landolfi, Poli Bortone,Viespoli che con spirito militante hanno convenuto su questo percorso, fa ben sperare per il futuro.

La prossima settimana Atreyu rappresenterà il momento in cui tutti dovranno dimostrare di avere il coraggio e soprattutto l’umiltà di mettere da parte personalismi e settarismi per ridare una casa comune ad un popolo che generosamente ha dato tanto alla destra italiana, e che oggi con forza rivendica la possibilità di poter continuare ad essere protagonista.

Alemanno, a cui è stato dato mandato di condurre gli incontri a nome degli oltre trecento partecipanti, avrà il compito di esplorare le possibili strade. Rieti c’era, con entusiasmo, con la convinzione che un nuovo futuro si apre per chi avrà voglia di fare politica sui contenuti, sulle idee e non alla ricerca di un’effimera visibilità.