Chiesa di Rieti

«L’incontro con Dio non è solo ciò che succede alla morte, ma anche il giudizio sulla nostra vita»

Il rosario di giovedì sera si conclude con un interrogativo, lanciato dal vescovo Domenico: «Che cosa avverrà di noi? Non dopo la pandemia, ma alla fine della vita. Magari fra moltissimi anni»

Che cosa avverrà di noi?

Il rosario di giovedì sera si conclude con questo interrogativo, lanciato dal vescovo Domenico.

«Intendiamoci, non dopo la pandemia, ma alla fine della vita. Magari fra moltissimi anni», aggiunge monsignor Pompili.

«Questa è la domanda che ci poniamo a partire dalla fede nella resurrezione di Gesù dai morti. Senza di lui, infatti, per noi non c’è resurrezione, né tantomeno un incontro definitivo con Dio. Parliamo delle cose ultime, anzi dei novissimi (morte, giudizio, inferno e paradiso), che sono appunto delle realtà sconosciute, inedite e per questo contrapposte alle cose vecchissime di questa esperienza storica, conosciute e scontate. Sarebbe come se ad un bambino nel seno della madre si volesse domandare se è interessato a conoscere cosa c’è fuori quando verrà alla luce. Il Maestro nella sua vita lascia intendere nel suo linguaggio pieno di immagini cosa vuol dire questa serie di esperienze, al di là della morte».

«Nei Vangeli, infatti, si parla dell’incontro definitivo con Dio e sempre in modo parsimonioso e sobrio. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio, dice Gesù. Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo”, dice il giudice del mondo. Oggi sarai con me nel paradiso, promette Gesù sulla croce al terrorista, convertitosi all’ultimo secondo. Si capisce che la relazione con Cristo è ciò che decide dell’incontro con Dio, non semplicemente qui e ora, ma per sempre. Non a caso, uno dei testi del Vaticano II, la Gaudium et Spes, afferma: Per Cristo e in Cristo riceve luce quell’enigma del dolore e della morte, che senza il suo Vangelo sarebbe insopportabile.

«L’incontro con Dio non è solo ciò che succede alla morte, ma anche il giudizio sulla nostra vita e sulla storia umana. Verrà così finalmente alla luce il bene e il male dell’esistenza di ciascuno, al di là del personaggio che abbiamo recitato. Al tempo stesso, si capirà che cosa nella vicenda umana c’è stato di giusto e di iniquo, al di là della storia ufficiale che è sempre raccontata dai vincenti di turno. L’incontro con Dio sarà un incontro nella verità, la cui attesa è motivo di gioia. Perché non l’assurdo o il nulla, ma la misericordia di Dio getterà luce sull’uomo e farà giustizia del mondo: come recita il testo dell’Esoso: Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».