L’Icona Passatora, una riflessione a cura del pro-vicario monsignor Luigi Aquilini

La moneta celebrativa da 5 euro in emissione dal prossimo 6 agosto riporta in effige due simboli culturali di Amatrice: la chiesa di Sant’Agostino sul diritto e l’affresco della Madonna in Trono col Bambino che sorregge il paese sul rovescio.

L’affresco è conservato nel santuario della Madonna delle Grazie comunemente conosciuto come l’Icona Passatora, ubicato in località Ferrazza, nella parrocchia di San Martino. La notizia del conio della moneta celebrativa non può che rallegrarci: un giusto riconoscimento a un monumento definito la “piccola Cappella Sistina”, che porta con sé una storia alquanto affascinante.

E’ dal 1508, come si legge nel cartiglio a destra dell’abside, che i devoti e i tanti turisti ammirano le ieratiche figure del pittore amatriciano Dionisio Cappelli. La piccola edicola votiva collocata lungo la strada della transumanza fu incorporata in una chiesina che, dopo il 7 ottobre 1572, fu ingrandita fino allo stato attuale dopo la battaglia di Lepanto.

Vari artisti anonimi, risalendo la vallata del Tronto, ne affrescarono l’interno: fu poi l’amatriciano Dionisio Cappelli a completare il ciclo pittorico apponendovi anche la propria firma. L’edificio, di collazione lateranense, era fin dall’inizio alle dipendenze dell’abbazia di San Lorenzo a Trione sotto il nome di chiesa rurale di Santa Maria di Canalicchio: una notizia desunta dalla relazione della visita pastorale del vescovo di Utica monsignor Giovanni Battista Maremonti risalente al 1573. Un cappellano vi officiava le funzioni religiose la domenica e altre due volte durante la settimana.

Verso la fine dell’800 furono realizzati due altari lignei sovrapposti agli affreschi votivi già esistenti, fu creato un pulpito con la cantoria aprendo anche un varco in una parete per collocare degnamente la statua della Vergine.

Fu solo la sensibilità del nuovo parroco don Augusto Di Carlo a far conoscere la preziosità degli affreschi ponendo fine agli scempi operati nel passato, e in seguito vari interventi della sovrintendenza di Roma riportarono il santuario al suo originale splendore. Fu poi la successione di vari terremoti a danneggiare ulteriormente l’Icona Passatora, dopo vari anni di attesa finalmente riaperta al culto l’8 giugno 2003 alla presenza di monsignor Delio Lucarelli vescovo di Rieti, del sindaco di Amatrice Antonio Fontanella, della confraternita e del popolo tutto.

Il restauro, di tipo conservativo, interessò tutti gli affreschi dell’abside. I lavori furono finanziati dal Ministero Beni Culturali di Roma per un importo 33 mila euro, di cui 4 mila offerti dalla Banca di Credito Cooperativo di Roma. L’Ente Parco Monti della Laga finanziò inoltre la revisione del manto di copertura della chiesa. «Riacquistano così l’antico splendore gli ori delle aureole dei Santi – ebbi modo di dire in quell’occasione – come anche la festosa e movimentata cavalcata dei Re Magi coi loro vessilli, ci porterà con la fantasia a rimirare la stupenda adorazione di Gentile da Fabriano cui il nostro autore Dionisio Cappelli sembra ispirarsi!»

Negli anni successivi fu rinnovata anche la copertura del tetto della sacrestia che fiancheggia l’edificio, e dopo il gemellaggio con il santuario del Divino Amore e la collaborazione dell’allora rettore don Pasquale Silla, furono create due ampie aree di parcheggio e inaugurata la mostra del Museo dei Pastori. Grazie a queste nuove strutture di accoglienza dunque, il santuario vide crescere le presenze di visitatori e pellegrini, oltre a celebrazioni di nozze, raduni di alpini e visite guidate, aumentate notevolmente nell’anno giubilare.

Arrivarono poi le tristi ore del terremoto del 2016 che hanno danneggiato in modo notevole ma fortunatamente non irreparabile le strutture del santuario. Cadde la parte superiore della parete esterna dell’abside, l’interno e le volte rimasero invece fortemente danneggiate con cadute di frammenti pittorici, tutti recuperati grazie alla solerte e appassionata opera della restauratrice del MiBact Federica Di Napoli Rampolla. Il tutto, con le parti dell’altare danneggiato, è stato poi trasferito nel centro di recupero opere d’arte della scuola forestale di Cittaducale ora assorbita dall’Arma dei Carabinieri.

La superficie affrescata delle due pareti della Chiesa è stata velinata e la messa in sicurezza dell’esterno del santuario è stata una delle opere prioritarie effettuate dalla sovrintendenza e dal Corpo dei Vigili del Fuoco.

Attualmente, il Ministero dei Beni Culturali che ha avocato a sé la ricostruzione del santuario sotto la sorveglianza dell’ingegner Maurizio Occhetti, sta approntando il relativo progetto. Dopo il devastante terremoto, il Lions Club di Amatrice – Comunità del Velino a cui il sottoscritto appartiene da anni, considerata l’inagibilità di tutte le chiese, volle generosamente finanziare una struttura temporanea in legno ora collocata in prossimità dell’Icona.

All’iniziativa hanno voluto partecipare anche alcune confraternite, le parrocchie, gli alpini e le associazioni culturali. A seguito del sisma, unanime e partecipata è stata la solidarietà di varie regioni d’Italia dove il nostro santuario era conosciuto. L’idea poi della realizzazione della chiesetta lignea fruibile per gli abitanti di San Martino ha trovato il caldo consenso di tutti. A quanti hanno progettato l’opera a titolo gratuito sostenendoci e incoraggiandoci nel portarla a termine va la più viva riconoscenza, e di tutti sarà fatta doverosa menzione.

La speranza dell’intera comunità è che “ora che i lavori sono iniziati” l’opera sia portata a termine quanto prima. Teniamo sempre presenti le parole che Papa Francesco ci rivolse il 5 gennaio 2017 in occasione dell’udienza nell’aula Paolo VI in Vaticano: «occorre ricostruire i cuori ancor prima delle case per ricostruire il tessuto sociale e umano e la comunità ecclesiale».

La Madonna dell’Icona Passatora che sorregge la città di Amatrice ci aiuti in questa ricostruzione.