Il libro su Amatrice di Isabella di Chio: ho imparato il coraggio «di un popolo che non molla mai»

«Un atto d’amore da parte degli amatriciani, che mi hanno dato una grande testimonianza». Con queste parole l’inviata Rai del Tg Regionale del Lazio, Isabella Di Chio, ha presentato ad Amatrice, presso l’Area Food a Villa San Cipriano, il suo libro, edito da Torri del Vento. Un atto d’amore che la giornalista ha voluto restituire a «una terra che mi ha accolto», che «per lavoro ho imparato a conoscere, ma per scelta ho imparato ad amare».

Il volume contiene cinque storie che raccontano la forza degli amatriciani, scritte durante le notti che la giornalista, a lungo inviata nelle zone colpite dal sisma della scorsa estate, ha trascorso ad Amatrice. Cinque storie liberamente ispirate a quattro donne e ad un giovane di Amatrice che hanno concesso all’autrice di utilizzare i loro nomi.

Il ricavato del libro, 88 pagine arricchite anche dalle illustrazioni di tre disegnatori palermitani, è devoluto alla ricostruzione del comune reatino colpito dal terremoto del 24 agosto 2016.

«Gli abitanti di Amatrice, ma anche di Accumoli, Cittareale, Leonessa, Posta, Borbona, Antrodoco e di tutti gli altri luoghi feriti dal terremoto, mi hanno insegnato il coraggio» ha spiegato la cronista. Anche se costruito sul filo di cinque storie, il libro ha un’anima corale, «quella di un popolo che non molla mai».

Il sindaco Sergio Pirozzi è intervenuto in collegamento telefonico: «Rai 3 Regionale merita la cittadinanza onoraria perché è sempre stata vicina a noi con un’informazione giusta e corretta».

«Queste storie, che vengono presentate nella forma letteraria della favola in realtà fanno riscoprire quanto sia decisiva ogni persona che intende reagire a questa situazione» ha commentato il vescovo Domenico presentando il volume. «Le persone che ci mettono del proprio, con disinteresse, accanto alle istituzioni più che alla politica, insieme a uno sguardo che sa proiettarsi verso il domani, sono le condizioni perché la ricostruzione, che non sarà breve, non sia nemmeno infinita, ma possa compiersi».