Italia

Liberata Silvia Romano: «Sono stata forte, sto bene»

L'annuncio del presidente del Consiglio: grazie ai servizi di intelligence. Era stata sequestrata in Kenya il 20 novembre 2018. Il parroco: «Ho subito suonato le campane»

“Sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l’ora di ritornare in Italia”. Queste le prime parole di Silvia Romano dopo la liberazione. La giovane cooperante milanese era stata rapita in Kenya quasi un anno e mezzo fa. A dare la notizia questo sabato pomeriggio è stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei nostri servizi di intelligence. Silvia, ti aspettiamo in Italia!” ha scritto su Twitter.

L’operazione dell’Aise, diretta dal generale Luciano Carta, che portato alla liberazione di Silvia, è stata condotta con la collaborazione dei servizi turchi e somali ed è scattata la scorsa notte in Somalia, a 30 chilometri da Mogadiscio. La ragazza era nelle mani del gruppo jihadista al-Shabaab, l’organizzazione somala affiliata ad al-Qaeda. L’operazione è avvenuta in una zona in condizioni estreme perché colpita negli ultimi giorni dalle alluvioni.

La volontaria è stata condotta in sicurezza nel compound delle forze internazionali a Mogadiscio. Il rientro in Italia avverrà domani, domenica, alle 14 all’aeroporto di Ciampino.

“Sta bene ed è in forma. Provata ovviamente dallo stato di prigionia ma sta bene” ha detto Raffaele Volpi presidente del Copasir (Comitato parlamentare che controlla l’operatore dei servizi segreti). “I complimenti – ha aggiunto – vanno al generale Carta, agli uomini e donne dell’Aise che con il loro incessante lavoro, mai alla luce della ribalta, hanno permesso questo importantissimo risultato. Grazie ragazzi e ben tornata a casa Silvia”.

Subito dopo il suo rilascio, stando all’agenzia Adnkronos che cita fonti di intelligence, la ragazza “ha avuto un lungo colloquio telefonico con la madre e con il premier Giuseppe Conte“.

La cooperante, che ha compiuto 24 anni mentre era ostaggio, era stata rapita il 20 novembre del 2018 da una milizia armata di fucili e machete. Si trovava a Chakama, località costiera nel sud-est del Kenya, a 80 chilometri da Malindi, e stava lavorando a un progetto educativo per l’infanzia con l’organizzazione non governativa Africa Milele. In seguito erano stati arrestati in Kenya tre dei suoi otto sequestratori.

Sulla dinamica del rapimento resta però tutto da chiarire. Così come su dove e con chi sia stata Silvia in questo anno e mezzo. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Roma e dai carabinieri del Ros, era tenuta prigioniera in Somalia da uomini vicini al gruppo jihadista Al-Shabaab ed era considerata “ostaggio politico”.

L’incredulità del padre

“Lasciatemi respirare, devo reggere l’urto. Finché non sento la voce di mia figlia per me non è vero al 100%“: così ha detto all’Ansa Enzo Romani, il papà di Silvia. “Devo ancora realizzare, mi lasci ricevere la notizia ufficialmente da uno dei mie referenti” ha aggiunto.

E più tardi: “Ora ho solo bisogno di pensare, di ragionare, finché non la vedo non mi sembra vero, è un momento delicato”. “La felicità è talmente grande che scoppia – ha aggiunto – non mi interessa di nessun altro, solo di riabbracciare mia figlia dopo 17 mesi”.

Il parroco: “Ho subito suonato le campane”. Canti dai balconi

Nel quartiere alla periferia di Milano dove la giovane abita ci sono stati canti e musica dai balconi. E le campane della parrocchia hanno suonato a festa. “In un momento di grande dolore è bello che finalmente arrivi questa buona notizia che si attendeva da tanto – dice all’Adnkronos don Enrico Parazzoli, sacerdote nel quartiere Casoretto -. Appena ho saputo della liberazione di Silvia, ho suonato le campane”.

Don Enrico ricorderà anche domani nella messa via streaming la notizia della liberazione della giovane volontaria. “La ricorderò con grande gioia – dice don Enrico – come una notizia meravigliosa in un momento tanto brutto. Dirò anche che per una persona liberata, ci sono tanti altri che attendono di essere di nuovo liberi. Non dimentichiamoli”.

Con questo spirito don Enrico quando si è insediato in parrocchia lo scorso settembre andò a trovare i genitori di Silvia Romano: “Nel palazzo tutto parlavano di lei. Segno che nessuno l’aveva dimenticata. Si aspettava questa bella notizia. Ora è arrivata”.

Mattarella: grande gioia per tutti gli italiani

Non si contano i messaggi di gioia per la liberazione di Silvia, giunti da esponenti della politica, di tutti i partiti, delle istituzioni e della cooperazione internazionale. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “La notizia della liberazione di Silvia Romano è motivo di grande gioia per tutti gli italiani. Invio un saluto di affettuosa solidarietà a Silvia e ai suoi familiari, che hanno patito tanti mesi di attesa angosciosa. Desidero esprimere riconoscenza e congratulazioni agli uomini dello Stato che si sono costantemente impegnati, con determinazione e pazienza, tra tante difficoltà, per la sua liberazione Bentornata, Silvia!”.

Da avvenire.it