Le sculture di Felice Rufini in mostra tra Vescovado e Auditorium dei Poveri

Si svolgerà dal 21 al 28 maggio, in un percorso espositivo che va dall’Auditorium dei Poveri agli archi del Vescovado, la mostra Sculture in concerto dell’artista reatino Felice Rufini.

Le opere proposte, ricavate sia dalla pietra che dal legno, sono il risultato più compiuto della ricerca dello scultore, impegnato a sondare la materia, ad affrontare il lavoro in modo primitivo, immediato, nel tentativo di conquistare una conoscenza autentica, profonda delle cose.

Un lavoro duro come sono duri la pietra e il legno di partenza. Ma anche affascinante, perché è una continua lotta per raggiungere la meta. Nel materiale grezzo l’artista intuisce un potenziale, indovina un contenuto. Nella realizzazione occorre però fare i conti con gli ostacoli posti all’uomo dalla natura: una venatura, un punto più cedevole del previsto, una discontinuità nella roccia, una cavità creata dal lavoro di qualche insetto.

E in questi casi occorre capire come procedere: se conviene ascoltare il suggerimento del materiale o aggirare l’ostacolo e tenere fede al progetto. Un po’ come nella vita, l’errore è sempre in agguato. «Ogni volta – spiega Rufini – il rischio è che la pietra si rompa, che il legno si spezzi».

Questa la lezione che la vita ricava dall’arte: nelle sculture di Felice Rufini si fa avanti l’immagine del piacere e del pericolo cui va incontro l’uomo che intende trasformare il mondo.