Le nostre scelte di libertà incontrano il limite della verità e della giustizia

Sia la mancanza di occupazione che l’idea stessa di precarietà del Matrimonio hanno dato come conseguenza la creazione di famiglie fondate solo sulla convivenza cosiddetta more uxorio. Bisogna dire, anzi, che vi è un vero e proprio tentativo di disconoscere la validità del Matrimonio (civile e religioso) a livello culturale: equiparare, cioè, un rapporto instabile sotto il profilo sociale e giuridico, al Matrimonio, vuol dire minare alla base lo stesso Matrimonio, rendendolo praticamente inutile e riconducibile a scelte personali socialmente irrilevanti.

Spesso i sostenitori delle coppie di fatto, reclamando con decisione gli stessi diritti riconosciuti alle coppie sposate, muovono un vero e proprio attacco allo Stato e alla sua struttura organizzativa; la scelta della convivenza rispetto al Matrimonio civile è la conseguenza di una visione anarchica e individualista della società.

Non stanchiamoci mai di ricordare a noi stessi e agli altri che la libertà di pensiero, di parola, di scelta di vita, quando è esasperata, si ritorce contro l’uomo stesso e la sua libertà.

Le nostre scelte di libertà incontrano il limite della verità e della giustizia.

In conformità alla posizione ufficiale della Chiesa, invito i sacerdoti e i laici impegnati ad essere sempre accoglienti e benevoli verso chi si trova in situazioni familiari difficili o ambigue, ma anche molto sereni nel ribadire l’autentica e corretta dottrina della Chiesa sul Matrimonio e la Famiglia.