«Le donne ce la possono fare»: donne di successo in Comune per parlare di economia, sport, salute e lavoro

Un appuntamento tutto al femminile, quello svolto l’8 marzo in Comune a Rieti, che ha suscitando spunti di riflessione tra il pubblico presente, a partire dal settore economico. «Il 27% della ricchezza mondiale è detenuta da donne: circa 15mila miliardi, poco più del Pil dell’Unione Europea, e pochi sono i ruoli apicali femminili. Di queste donne, il 53% gestisce le proprie finanze in modo autonomo, le altre si rivolgono a consulenti». L’ha spiegato il consulente finanziario Giuliana Matteocci, quadro direttivo di un importante istituto di credito, aggiungendo che «in genere le donne optano per portafogli più prudenti, tuttavia la discriminante della propensione al rischio vale solo per l’Occidente».

«Per quanto invece attiene alla gestione della finanza familiare – ha aggiunto Matteocci – in Italia le coppie over 70 delegano all’uomo per l’80%, le over 65 per il 60% ma nelle coppie under 35 il 63% delega la gestione alla donna. Da indagine Eurisko le italiane si dichiarano interessate alla gestione dei propri investimenti per il 45% contro una media europea del 29%. Le italiane sono però il fanalino di coda per il risparmio destinato alla previdenza».

Il valore aggiunto femminile, in tema di sicurezza, è emerso a chiare note nell’intervento di Luciana Franchini, dirigente della Polizia di Stato presso la Questura di Rieti: «attualmente in Italia si contano 15.300 donne in divisa, a fronte di 98.957 uomini. Nella mia trentennale esperienza professionale il confronto col contesto maschile ho incontrato diverse difficoltà, ma l’autorevolezza, la sensibilità, la responsabilità e l’ascolto sono state d’ausilio nella mia affermazione al femminile. Un contributo importante, in particolare, è quello che noi donne apportiamo ad altre donne in tema di sicurezza quando si affrontano casi di abusi».

A portare il proprio contributo in termini di “Donna e Sanità” è stata Anna Ceribelli, direttore di struttura complessa di oncologia presso l’ospedale De Lellis, che ha sottolineato la discriminazione significativa in particolare nel campo chirurgico: «Nonostante l’aumento del numero di medici donne si registra una bassa presenza di direttori di struttura al femminile. Si dice che siamo poco adatte a fare il capo. Non è così. Le statistiche relative ai concorsi rivelano una maggiore preparazione rispetto ai colleghi. Il nostro è un contributo importante soprattutto in termini di professionalità, sensibilità e capacità d’ascolto; a guadagnarne è soprattutto la qualità della relazione donna oncologo e paziente».

Dall’intervento della reatina Michela Rossi, biologo ricercatore all’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, è emersa la complessità del rapporto donna-scienza. «Guardo al futuro con ottimismo perché credo che la scienza sia donna, nonostante le difficoltà legate alle grandi disparità nel mondo del lavoro. Le donne laureate sono il 58% della popolazione, il percorso accademico viene completato con il dottorato solo dal 41%, diventano ricercatori universitari solo il 35% e riescono a raggiungere alti incarichi accademici solo l’11%. Numerose ricercatrici lasciano la ricerca intorno ai 30-40 anni, non riuscendo a conciliare il lavoro e la famiglia. Sicuramente non aiutano i contratti che regolano il mondo della ricerca, che non tutelano le donne durante la maternità, costrette a interrompere la loro attività lavorativa e per questo a non percepire stipendio. Ma si dovrebbe intervenire anche sul pregiudizio che debba essere sempre la donna ad occuparsi della casa e della famiglia, invece di poter condividere questo dovere con l’uomo».

La tenacia e la determinazione ma anche un pizzico di fortuna hanno premiato anche Michaela Miluzzi, reatina doc, community e project manager per una multinazionale francese e Maria Jole Volpi, anch’essa reatina, calciatrice bandiera della Roma calcio femminile. La prima ha raccontato il suo «lavoro virtuale all’interno del Progetto “Tutto Gusto” e alfemminile.com». In relazione a quest’ultima Community «accogliamo le necessità e le confessioni delle donne che cercano supporto e nuove amiche». La seconda ha entusiasmato i presenti con la sua storia «da Rieti alla Roma» evidenziando la soddisfazione e l’orgoglio di essere donna, calciatrice e allenatrice. Un esempio, anche quest’ultimo, positivo e incoraggiante di una reatina che continuerà il suo percorso coniugando l’impegno sportivo con quello sociale.

Foto di Massimo Renzo