Azione Cattolica Rieti

L’Azione Cattolica conclude i festeggiamenti per i cento anni

La celebrazione conclusiva del centenario dell’Azione Cattolica reatina è stata un’intensa preghiera nel giorno tradizionalmente dedicato al “tesseramento”: l’otto dicembre

La celebrazione conclusiva del centenario dell’AC reatina è stata un’intensa preghiera nel giorno tradizionalmente dedicato al “tesseramento”: l’otto dicembre. Nella ricorrenza dell’Immacolata, la “festa dell’adesione” di questo anno centenario ha avuto un sapore particolare e un momento forte, aggiuntosi alla consegna delle tessere associative svolta al mattino, durante le celebrazioni eucaristiche, nelle singole parrocchie: il pomeriggio, ci si è ritrovati insieme a Regina Pacis per il Vespro solenne.

L’appuntamento si sarebbe dovuto svolgere a Sant’Eusanio, il luogo cui fa riferimento il “compleanno” dell’associazione diocesana: fu lì, nell’allora parrocchia del rione Porta d’Arce, che nel 1921 fu infatti creato il primo circolo parrocchiale di Gioventù Femminile di AC, e da questa data simbolica si è partiti per le celebrazioni dei cent’anni). Poi, per ragioni logistiche dovute alle ristrettezze numeriche imposte dalla pandemia, si è ripiegato su una chiesa più grande: e, come detto dalla presidente diocesana, Fausta Tasselli, nel saluto rivolto all’inizio, quale scelta migliore di una delle parrocchie intitolate a Maria e, fra queste, quella che ha visto, tra fine anni Settanta e inizio Ottanta, rinascere a Rieti l’Azione Cattolica, principale artefice l’indimenticato don Luigi Bardotti che vi era vice parroco?

In presbiterio, tre degli attuali assistenti don Zdenek, don Roberto e don Casimiro, a guidare la celebrazione dei Secondi Vespri dell’Immacolata, seguiti da una breve adorazione eucaristica con la recita della preghiera scritta dal vescovo Domenico per il centenario. Quindi, prima di concludere con la preghiera alla Madonna, un momento commovente: la consegna della “carta d’oro AC plus” a tanti che, nei diversi decenni fino ad oggi, hanno operato come responsabili laici, o come sacerdoti assistenti, nell’associazione diocesana e nelle associazioni parrocchiali. Un segno di riconoscenza per quanto svolto a servizio dell’AC, consegnato a varie persone, e pure a qualcuno che già gode del premio di Dio in cielo, dandolo in consegna, come memoria, ai familiari.

Sempre con la gratitudine verso chi ha preceduto e lo sguardo proiettato in avanti per continuare a servire l’uomo, nella Chiesa, con questa “singolare forma di ministerialità laicale” (per dirla con lo Statuto) che è l’AC.