Lazio: una casa contro l’usura

Per gestire il fondo antiusura e quello di solidarietà per individui e famiglie. Contro l’usura, la Regione Lazio scrive un capitolo nuovo.

La Giunta ha approvato la proposta di legge riguardante “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del sovra indebitamento e dell’usura”. La nuova normativa andrà a sostituire la precedente legge n. 23 del 2001. La principale novità introdotta è l’istituzione della “Casa regionale contro l’usura e il sovra indebitamento”. Tale struttura, presente con sedi dislocate sul territorio provinciale, si legge in una nota, sarà l’unico centro di responsabilità amministrativa e avrà il compito di gestire il fondo antiusura e il fondo di solidarietà per individui e famiglie. Rappresenterà il punto di riferimento per tutte le vittime e le associazioni che operano nel settore. Il coordinamento centrale, così come previsto dal testo di legge, permetterà di rendere più efficaci le politiche d’intervento, verificando le azioni intraprese e i risultati raggiunti. Inoltre, la normativa consentirà di erogare ai cittadini un indennizzo compreso tra i 5mila e i 50mila euro, qualora, come vittime degli usurai, si trovino ad aver subito danni rilevanti o lesioni personali.

Buone idee.

“Ci sono molte buone idee e propositi, come quella dell’istituzione della Casa regionale, con la quale si possono unificare gli interventi e gli sforzi evitando il problema della dispersione”, commenta don Marcello Cozzi, vicepresidente nazionale di Libera. “Buona anche la costituzione da parte della Regione Lazio di un fondo unico per le vittime d’usura”, aggiunge. Bisogna tenere presente, però, che “qualunque tipo d’intervento regionale va a integrarsi con la legge nazionale, la 108 del 1996. Sarà dunque inevitabile concertare le azioni e gli interventi con quest’ultima”. Secondo l’esperto di Libera, “c’è da considerare un altro aspetto della proposta, relativo al risarcimento tra i 5mila e i 50mila euro alle vittime di usura. In questo caso bisogna stare attenti perché le vittime sono un mondo variegato e complesso, occorre vedere le singole storie e situazioni, evitando il rischio di deresponsabilizzare chi ha avuto grandi responsabilità a entrare nel circuito dell’usura. Discorso diverso, invece, deve essere fatto per chi è diventato vittima senza avere una propria responsabilità; perciò, sarebbe meglio definire di più gli ambiti d’intervento”. “Spero infine – dice – che questa iniziativa possa migliorare la legge nazionale”.

Non centralizzare troppo.

“Non credo che oggi si senta il bisogno di un nuovo ente strumentale della Regione con sedi in ogni provincia, che assume le funzioni sin qui svolte dalla Direzione regionale competente in materia”. Così il delegato Caritas Lazio, don Cesare Chialastri. Il delegato del Lazio è critico e aggiunge che “la Casa regionale è una struttura che centralizza e va nella direzione opposta rispetto al principio di sussidiarietà; inoltre, esperienze simili sono state già fatte e non hanno portato i risultati sperati”. Se la Regione, afferma don Cesare, “vuole il monitoraggio e il controllo delle attività dei confidi, delle associazioni e fondazioni, ha altri strumenti, come il tavolo regionale”. Quello dell’usura è un fenomeno molto complesso, prosegue il delegato. “Basti pensare, per fare un esempio, che sulle otto fondazioni e associazioni antiusura presenti nel Lazio riconosciute dal Ministero dell’economia e finanze, solo la Fondazione interdiocesana antiusura ‘Goel’, che comprende quattro diocesi del Lazio (Frosinone-Veroli-Ferentino, Anagni-Alatri, Sora-Aquino-Pontecorvo e Montecassino), ha seguito, nel 2013, ventuno casi per una somma finanziata di circa 185mila euro”.