Lavori Plus: gabbia o scrigno?

Sottili fili d’acciaio. Qualche giorno fa in piazza Vittorio Emanuele II sono comparse le transenne del nuovo cantiere dei Plus. Contemporaneamente si è liberata una parte di piazza Cesare Battisti, dichiarata al contempo area pedonale. La metamorfosi del centro continua e ci cambia un po’ anche l’esistenza.

Per chi cammina, ad esempio, i lavori significano spesso dover modificare il percorso, fare il “giro largo” e intaccare piccole abitudini decennali, come sono la passeggiata mattutina o la visuale della cattedrale.

Per le auto il cambiamento è più drastico. Quando si perde un parcheggio si deve a volte ripensare l’intera giornata. Ma guadagnare spazio libero porta anche a migliorare il nostro tempo urbano, ovvero quella parte della vita, sempre più lunga, che spendiamo a spostarci in città. Che sia per impegni o per divertimento.

Come sarà prendere confidenza con il nuovo ambiente? Immaginiamo di arrivare in una nuova città stranamente familiare, quasi una reminescenza. Anzi è la nuova città che viene da noi. Come se dopo un grande incendio un bosco rinascesse diverso ma non troppo. Resta da capire se le reti di metallo formano le sbarre di una gabbia che ci separa da una bestia selvaggia, o le pareti di uno scrigno che nasconde un gioiello inaspettato.

di Samuele PaolucciCaterina D’Ippoliti