Laudato si’: una lettera aperta. Venerdì il convengo

A poco più di un anno dalla pubblicazione dell’enciclica Laudato si’, la diocesi di Rieti e la Riserva Naturale Regionale Monte Navegna e Monte Cervia tornano a guardare il testo in cerca di nuove sinergie

È Luigi Russo, responsabile della Riserva Naturale Regionale Monte Navegna e Monte Cervia, ad introdurci al convegno sulla Laudato si’ promosso dalla stessa Riserva in sinergia con la Chiesa di Rieti.

«L’idea – ci spiega – è nata nel modo più semplice: dopo poche settimane dalla sua pubblicazione, ho avuto in regalo l’enciclica e l’ho letta. O meglio: ne sono stato coinvolto e travolto! Penso che per un ambientalista (anche se ateo, come me) si tratti di una lettura a dir poco emozionante. Innanzitutto perché fa scoprire una posizione della Chiesa del tutto nuova, l’accettazione e condivisione di tutte le più avanzate posizioni scientifiche relative alle problematiche ambientali, la condivisione delle posizioni del summit di Rio de Janeiro del 1992… ma soprattutto mi ha messo in crisi l’essere invitato a fare scelte, a percorrere una strada in realtà ben conosciuta da un ambientalista, ma sempre lasciata per accettare altre vie: quelle dei compromessi che ci hanno portato lontano dalla soluzione dei problemi».

Quindi qual è lo scopo del convegno?

Quello di verificare la giusta accettazione e condivisione generale dell’enciclica. Non solo dal punto di vista teorico, ma anche sul piano delle cose da fare. Proprio papa Francesco invita a condividere la prassi, l’operatività. Per gli ambientalisti è una occasione storica: possiamo avviare nuove iniziative avendo al nostro fianco la Chiesa.

In che modo si può fare sul piano locale?

Nell’enciclica sono tantissimi gli spunti e le indicazioni da sfruttare. Nel convegno vorrei evidenziare in particolare il ruolo che possono rivestire le aree naturali protette. A dire il vero, la Laudato si’ trascura i parchi, non sono citati. Ma questo è forse è sfuggito, non a tutti è nota la vera missione delle aree protette, ma sono i laboratori di nuovi modelli di sviluppo sostenibile. Quindi proprio nelle aree protette è possibile, insieme anche con il mondo cattolico (o religioso in generale) sviluppare esperienze nelle quali si possa concretizzare il nuovo approccio suggerito da Francesco: l’ecologia integrale.

In effetti la Laudato si’ intende la cura della casa comune non solo dal punto di vista ambientale, ma come presupposto della giustizia sociale…

Sì, è uno degli aspetti più significativi, più “rivoluzionari” dell’enciclica. A questo proposito ricordo che nella Laudato si’ si afferma necessaria una rivoluzione culturale. Penso che proprio il considerare l’estrema vicinanza (se non coincidenza) del tema ambientale con quello della giustizia sociale ne sia l’aspetto preminente. Una rivoluzione culturale che deve partire dal singolo individuo per arrivare a coinvolgere la classe politica. Occorre partire da gesti di ogni giorno, da comportamenti ecologicamente corretti, da nuove forme di comunicazione e di educazione ambientale.

Quindi al convegno è auspicabile anche la presenza di amministratori locali, sindaci…

Senz’altro. Il messaggio dell’enciclica è diretto a tutti, ma principalmente a tutti gli amministratori e a coloro che hanno maggiore poter nel condizionare le scelte che poi ricadono sull’ambiente e sui cittadini. Spero che siano presenti anche rappresentanti del mondo del volontariato e degli scout, associazioni da sempre vicine ai problemi dell’ambiente e al mondo delle aree protette, con le quali progettare nuove campagne di sensibilizzazione inspirate alla Laudato si’. C’è da approfondire il concetto del «tutto è connesso», per passare all’integralità della problematica ambientale. Non soltanto connessioni, ma profonda unione degli elementi che vivono nella casa comune. Non c’è soluzione di continuità fra la Natura è l’uomo, sono totalmente integrati. Non occorre che l’uomo si avvicini nuovamente alla Natura, Essa è dentro di lui, deve soltanto rendersene conto.

Una presa di coscienza che sembra tutt’altro che scontata.

Beh, papa Francesco, in conclusione, pur ricordandoci le difficoltà che ci aspettano, ci invita a percorrere una strada difficile, ma con gioia. Ci invita ad affrontare le lotte, ma senza perdere mai la gioia della vita. Ci invita a “camminare cantando”!