L’arte sfuggita. “La musica che accade” all’Auditorium dei Poveri

Venerdì 19 giugno all’Auditorium dei Poveri si è svolto il primo appuntamento de “La musica che accade”, improvvisazioni al pianoforte del musicista Luigi Pizzaleo sulle immagini di un film muto. La pellicola era “Il gabinetto del dottor Caligari” del 1919, diretto da Robert Wiene.

Cento anni non devono spaventare. È vero che il cinema è una tecnica relativamente giovane: nessuno troverebbe assurdi dipinti di cinquecento o più anni fa. Forse quadri di un secolo fa sì però. Non è un segreto che nei primi decenni del novecento, tutte le arti attraversavano momenti di intensa sperimentazione. Bisogna ritrovare quel gusto per un difficile stupore, sicuramente migliore di certo intrattenimento a buon mercato.

Certo la visione risulta inevitabilmente pesante ai nostri occhi. È qui che viene in soccorso la musica. Improvvisata sì, ma aderente al soggetto e al tempo stesso moderna. Le mani del pianista non possono che risentire dei cento anni di musica passati. Ma questo è positivo, avvicina il linguaggio del cinema muto alle nostre consuete esperienze.

Ben vengano quindi esperimenti come questo, anche oltre il caso particolare. Mescolare le tecniche del passato, unire arti rimaste separate troppo a lungo, esplorare le possibilità di modalità espressive che si pensano superate. Questa è forse l’unica strada per sopperire alla mancanza di una “nuova arte”, qualcosa di radicalmente diverso, che probabilmente non ci sarà mai.

Non è solo questione di citare i grandi artisti, sarebbe comunque inevitabile. Ne auspichiamo la riproposizione pura e semplice del passato, anzi sarebbe bene detronizzare la tradizione per provare a capirla e interpretarla meglio. Bisogna invece “spulciare” nello spazio lasciato libero dai maestri, nelle loro sviste, nell’arte sfuggita alle mani che per prime si cimentarono con un certo linguaggio. Ci sono possibilità infinite, il vecchio inchiostro è pieno di romanzi inediti.