L’appello di pace del Papa nel Messaggio Urbi et Orbi di Natale

Accorato appello per la pace in Siria, Terra Santa, Africa, Asia e America Latina. Gli auguri ”Urbi et Orbi”.

“La verità è germogliata dalla terra”. Con queste parole, tratte da un Salmo, stamattina Benedetto XVI ha espresso il suo augurio, in quest’Anno della fede, affacciandosi dalla loggia centrale della basilica di San Pietro per rivolgere il tradizionale Messaggio natalizio e impartire la Benedizione Urbi et Orbi.

Amore e verità.

“In Gesù, nato a Betlemme da Maria Vergine, realmente l’amore e la verità si sono incontrati, la giustizia e la pace si sono baciate; la verità è germogliata dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo”, ha osservato il Papa. Ha quindi ripreso un discorso sul Natale di Sant’Agostino: “Con questa festa che ricorre ogni anno celebriamo dunque il giorno in cui si adempì la profezia: ‘La verità è sorta dalla terra e la giustizia si è affacciata dal cielo’” e “la Verità che il cielo non è sufficiente a contenere è sorta dalla terra per essere adagiata in una mangiatoia. Con vantaggio di chi un Dio tanto sublime si è fatto tanto umile? Certamente con nessun vantaggio per sé, ma con grande vantaggio per noi, se crediamo”.

Onnipotenza alla rovescia.

In quel “se crediamo” c’è “la potenza della fede! Dio ha fatto tutto, ha fatto l’impossibile: si è fatto carne. La sua onnipotenza d’amore ha realizzato ciò che va al di là dell’umana comprensione: l’Infinito si è fatto bambino, è entrato nell’umanità”. Eppure, “questo stesso Dio non può entrare nel mio cuore se io non gli apro la porta. Porta fidei! La porta della fede! Potremmo rimanere spaventati, davanti a questa nostra onnipotenza alla rovescia. Questo potere dell’uomo di chiudersi a Dio può farci paura”. Ma ecco “la realtà che scaccia questo pensiero tenebroso, la speranza che vince la paura: la verità è germogliata! Dio è nato!”. Sì, ha sostenuto il Pontefice, “c’è una terra buona, una terra sana, libera da ogni egoismo e da ogni chiusura. C’è nel mondo una terra che Dio ha preparato per venire ad abitare in mezzo a noi. Una dimora per la sua presenza nel mondo”. Questa terra “esiste, e anche oggi, nel 2012, da questa terra è germogliata la verità!”. Perciò “c’è speranza nel mondo, una speranza affidabile, anche nei momenti e nelle situazioni più difficili. La verità è germogliata portando amore, giustizia e pace”.

Pace in tutto il mondo.

Il Santo Padre ha quindi pregato per la pace nel mondo: “La pace germogli per la popolazione siriana, profondamente ferita e divisa da un conflitto che non risparmia neanche gli inermi e miete vittime innocenti”. Di qui l’appello “perché cessi lo spargimento di sangue, si facilitino i soccorsi ai profughi e agli sfollati e, tramite il dialogo, si persegua una soluzione politica al conflitto”. La pace germogli “nella Terra dove è nato il Redentore, ed Egli doni a israeliani e palestinesi il coraggio di porre fine a troppi anni di lotte e di divisioni, e di intraprendere con decisione il cammino del negoziato”. Ancora: “Nei Paesi del Nord Africa, che attraversano una profonda transizione alla ricerca di un nuovo futuro – in particolare in Egitto, terra amata e benedetta dall’infanzia di Gesù – i cittadini costruiscano insieme società basate sulla giustizia, il rispetto della libertà e della dignità di ogni persona”. La pace germogli “nel vasto Continente asiatico. Gesù Bambino guardi con benevolenza ai numerosi popoli che abitano quelle terre e, in modo speciale, quanti credono in Lui”. In particolare, “il Re della Pace rivolga inoltre il suo sguardo ai nuovi dirigenti della Repubblica popolare cinese per l’alto compito che li attende”. Benedetto XVI ha espresso l’auspicio che “esso valorizzi l’apporto delle religioni, nel rispetto di ciascuna, così che queste possano contribuire alla costruzione di una società solidale, a beneficio di quel nobile popolo e del mondo intero”. Il Natale di Cristo favorisca anche “il ritorno della pace nel Mali e della concordia in Nigeria, dove efferati attentati terroristici continuano a mietere vittime, in particolare tra i cristiani”. Il Redentore rechi “aiuto e conforto ai profughi dell’Est della Repubblica Democratica del Congo e doni pace al Kenya, dove sanguinosi attentati hanno colpito la popolazione civile e i luoghi di culto”. Gesù Bambino “benedica i numerosissimi fedeli che Lo celebrano in America Latina. Accresca le loro virtù umane e cristiane, sostenga quanti sono costretti ad emigrare dalle loro famiglie e dalla loro terra, rafforzi i governanti nell’impegno per lo sviluppo e nella lotta alla criminalità”.

Saluti in 65 lingue.

“Amore e verità, giustizia e pace si sono incontrate, si sono incarnate nell’uomo nato a Betlemme da Maria – ha ricordato ancora il Papa -. Quell’uomo è il Figlio di Dio, è Dio apparso nella storia. La sua nascita è un germoglio di vita nuova per tutta l’umanità. Possa ogni terra diventare una terra buona, che accoglie e germoglia l’amore, la verità, la giustizia e la pace. Buon Natale a tutti!”. Il Pontefice, infine, ha rivolto “un cordiale augurio” in 65 lingue. In italiano ha detto: “Con la nascita di Gesù è apparso nel mondo l’amore di Dio per gli uomini. Questo amore, che l’odierna festa natalizia ci fa contemplare, favorisca lo spirito di collaborazione per il bene comune, induca a riflettere sulla gerarchia di valori con cui attuare le scelte più importanti, ravvivi la volontà di essere solidali e doni a tutti la speranza che viene da Dio”.