Lampedusa: aspettando Barroso le vittime salgono a 213

Continuano le ricerche dei corpi dei naufraghi. Ancora centinaia i dispersi in mare. La presenza sul molo dell’Elemosiniere di Papa Francesco e l’impegno delle Caritas siciliane che sull’isola tengono un incontro regionale. Mercoledì arriva il presidente della Commissione europea

Domenica di pioggia quella di ieri a Lampedusa, trascorsa a recuperare le vittime del naufragio di giovedì scorso. La conta tragica dei cadaveri che lentamente vengono riportati in superficie dai sommozzatori dei Carabinieri e della Guardia Costiera non si arresta. Ancora stamattina, prima che il maltempo impedisse le ricerche, sono stati portati a molo Favarolo altri 17 corpi, quattro dei quali di donne, facendo salire il totale delle vittime a 213. E non è finita, come testimoniato da uno dei sub: “Ci sono pile di uomini e donne nella stiva del peschereccio. Li dobbiamo tirar fuori uno ad uno. Ma tanti altri ce ne sono ancora attorno alla barca e chissà quanti altri ne troveremo quando allargheremo il raggio di perlustrazione della zona”. A Lampedusa, nel frattempo, continuano a sbarcare bare per comporre i corpi. Oggi ne sono arrivate altre 165. Ad assistere alle tristi procedure del recupero dei cadaveri sul molo Favaloro, vi è anche l’elemosiniere pontificio, monsignor Konrad Krajewski. Un ruolo che secondo il volere di Papa Francesco deve divenire quello di un ‘braccio’ diretto del Pontefice nell’aiuto ai poveri, ovunque e in qualsiasi momento ciò fosse necessario. In un tweet l’Osservatore Romano scrive che “ogni sommozzatore che si immerge porta con sé una coroncina del rosario benedetta da Papa Francesco”. Ieri all’Angelus, Bergoglio ha voluto pregare per le vittime di Lampedusa: “Vorrei ricordare assieme a voi le persone che hanno perso la vita giovedì scorso: preghiamo tutti in silenzio per questi fratelli e sorelle nostri, donne, uomini, bambini. Lasciamo piangere il nostro cuore, preghiamo in silenzio”.

La Chiesa in prima linea.

Sempre in prima linea è la Chiesa agrigentina che anche attraverso la Caritas si sta prodigando nell’accoglienza e nell’assistenza dei superstiti. Proprio per rafforzare la rete di solidarietà nelle città e nelle diocesi mete di sbarchi e coinvolgere tutta la Chiesa siciliana, oggi (fino a domani) a Lampedusa prende il via il convegno regionale delle Caritas diocesane, cui partecipa anche una delegazione di Caritas Italia. Un incontro voluto fortemente da monsignor Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, delegato per la Carità della Conferenza Episcopale Siciliana e Presidente della Fondazione Migrantes. “Se ho invitato le Caritas a venire a Lampedusa è perché vorrei che tutta la Chiesa siciliana, aprisse gli occhi e si rendesse conto che c’è il Signore che bussa e che attende soltanto che gli si apra la porta. Ma anche perché la gente di Lampedusa – sta soffrendo non solo perché arrivano i naufraghi ma perché questi morti hanno segnato per sempre il loro cuore – ha bisogno di solidarietà. Allora trovarci lì, sarà presente anche il cardinale Romeo, arcivescovo di Palermo e presidente della Conferenza episcopale siciliana, vuol essere sì un momento di preghiera e di comprensione del fenomeno migratorio, ma anche un abbraccio alla gente di Lampedusa”. “Rendere più organici gli interventi di Caritas sia nelle situazioni di emergenza che in quelle di gestione ordinaria dell’accoglienza”. “La tragedia di questi giorni – conferma Valerio Landri direttore della Caritas diocesana di Agrigento – ci impone di fermarci a riflettere su possibili percorsi futuri diversi da quelli attuali, che mettano al centro la sicurezza dei migranti che hanno il diritto di essere accolti sulla base delle Convenzioni internazionali che il nostro Paese ha sottoscritto e ratificato. Speriamo di non dover assistere mai più a tragedie come questa e che le istituzioni, con il supporto delle organizzazioni del terzo settore, possano lavorare insieme per un sistema di accoglienza che garantisca dignità e rispetto dei diritti umani”. Il programma dei due giorni prevede la visita dei luoghi simbolo dell’isola di Lampedusa e l’incontro con gli attori impegnati nella complessa macchina dell’accoglienza e degli interventi di Save and Rescue.

In arrivo Barroso.

A livello istituzionale, dopo le visite del presidente della Camera Laura Boldrini, dei ministri Alfano e Cecile Kyenge, e della delegazione di parlamentari, Lampedusa in settimana si prepara a ricevere di nuovo il ministro dell’Interno che stavolta sarà accompagnato dal presidente della Commissione Europea Juan Manuel Barroso. “La visita avverrà nello spirito del sostegno e della solidarietà europea espressa dalla Commissione dopo i tragici eventi della settimana scorsa”, si legge in un comunicato. “Offrirà l’opportunità al presidente Barroso di rendere omaggio alle molte vittime… ed esprimere solidarietà e gratitudine alle autorità e alla gente di Lampedusa”. Ma la nota di Bruxelles dice anche che il presidente della Commissione discuterà con le autorità italiane di “ulteriori misure e azioni concrete” a livello europeo e nazionale per affrontare il problema dei rifugiati e le difficoltà degli stato membri. Quasi una risposta alle parole del ministro Kyenge che da Lampedusa ha invitato a riflettere, dopo questa strage, “sulla nostra posizione, sulle nostre frontiere, sul nostro mare e soprattutto chiedere che questo dramma non deve essere affrontato da soli ma insieme all’Europa”. Il ministro, che ha fatto anche visita al centro d’accoglienza di Contrada Imbriacola, ha rimarcato come “l’assurdità dell’avviso di garanzia per immigrazione clandestina ai sopravvissuti sia un punto che apre una riflessione sugli strumenti e sulle scelte che nei prossimi giorni dovremo affrontare. Occorrerà – ha detto Kyenge – rivedere la normativa sull’immigrazione, il reato di clandestinità”.