L’amore di Hazel e Gus

Un film diverso per il pubblico dei “giovani adulti”: “Colpa delle stelle”

In America puntano molto su un nuovo genere di film: gli “Young Adult movies”, cioè quell’insieme di pellicole destinate al pubblico dei “giovani adulti”. Categoria che, oggi, si è molto ampliata visto che per i sociologi lo stato adolescenziale si protrae, nella contemporaneità, fino ad età elevate. Dunque realizzare film per “young adult” significa colpire un bacino di spettatori molto ampio e soprattutto molto remunerativo perché gli adolescenti sono un pubblico che va spesso al cinema e fruisce di tutto il mercato dell’home video e del merchandising annesso, su cui le case di produzione cinematografica fanno sempre più affidamento. I film destinati agli “young adult” sono stati soprattutto film di fantascienza, da Harry Potter, a Twilight fino al recente Divergent, sono tratti spesso da libri di successo, con una love story che non manca mai e sono tutti pensati come saghe cinematografiche, così da prevedere tanti sequel.

È però uscito nelle sale italiane un esempio di questo genere di film che, anche se non appartiene al filone della fantascienza, ha tutte le caratteristiche per avere successo presso il pubblico dei “teeneger adulti” (anche se questa definizione sembra quasi una contraddizione). Non a caso è stato il caso cinematografico dell’estate americana. Si tratta di “Colpa delle stelle”, una storia d’amore drammatica che prende spunto da un best seller. La giovane Hazel Grace Lancaster è sopravvissuta ad un cancro alla tiroide grazie all’assunzione di un farmaco sperimentale. Viene costretta dai genitori a frequentare un gruppo di supporto per sopravvissuti al cancro, dove incontra Augustus “Gus” Waters, un ex giocatore di basket a cui è stata amputata una gamba. Gus e Hazel si innamorano e, grazie a lui, lei ritrova la voglia di vivere e di sorridere. Il loro è un colpo di fulmine, e ciò che li accomuna, assai più che la malattia, è il modo di vedere, e affrontare, la vita: con un sarcasmo mai incattivito e una parlantina densa di vocaboli complessi e fortemente evocativi. Ma quando la loro relazione diventa sempre più profonda, Hazel cerca di allontanare Gus, per proteggerlo quando il male si ripresenterà.

Il male ritorna e Hazel viene ricoverata in ospedale con una grave polmonite; in quel momento Gus le dice di tenere a lei più di quanto si possa preoccupare del dolore che lei potrebbe causargli. Dimessa dall’ospedale, Hazel e Gus si recano ad Amsterdam per incontrare Petre Van Houten, l’autore del loro romanzo preferito. Ma il destino, scritto nelle stelle, ha in serbo per i due innamorati altre dure prove. Ciò che fa la differenza, nel best seller di John Green come nel film di Josh Boone, è il “come raccontare una storia triste”: nel caso di “Colpa delle stelle”, attraverso le voci di Hazel e Augustus e il loro tono disincantato ma mai rassegnato fino in fondo. Il film, come il romanzo, sposa la loro visione del mondo, e fa innamorare gli spettatori dei due protagonisti rendendoli non oggetto di compassione ma di empatia, e trattando la loro storia in modo non diverso da qualunque altro primo amore, ricco di quel respiro di assoluto e quell’idea di “per sempre” che li distingue da tutti quelli che li seguiranno. Un film in cui trova spazio anche la descrizione del bel rapporto della protagonista con i genitori, una famiglia unita e forte nonostante le sfide che affronta. Una pellicola che tocca corde profonde come la malattia, l’amore, la speranza e mostra la purezza dei sentimenti di due giovani che cercano la vita nonostante tutto, dandole il valore che merita.