Laicismo provinciale e Papi arrotolati

Nei giorni più sacri dell’anno liturgico, che sono quelli della settimana santa in cui i credenti rivivono gli ultimi momenti della vita di Gesù, in particolare dal giovedì al sabato santo, su alcune testate locali on line sono apparsi articoli che riferiscono di un certo disappunto per un poster allocato nel gabbiotto di ingresso del Municipio di Rieti raffigurante il Papa Giovanni Paolo II.

Noi di «Frontiera» siamo andati a vedere e si tratta solo di uno striscione arrotolato, poggiato in angolo del locale, certamente sembra una collocazione provvisoria, decisamente infelice.

Che questo, però, possa suscitare disquisizioni sulla laicità, francamente, lascia molto perplessi; piuttosto dovrebbe suscitare riflessioni di altro genere, relative a una trascuratezza del personale nel tenere in ordine i locali del municipio e degli uffici pubblici in genere: quello striscione sarà servito per qualche manifestazione; a chi appartiene, al Comune o a privati? C’è un capufficio in grado di sorvegliare, chiedere lumi, dare ordini, esigere il riassetto, dare disposizioni, richiamare al dovere? Non pensiamo debba essere il Sindaco, che dovrebbe avere altro da fare!

Non si può andare dal Sindaco a pretendere che si facciano certe cose, come non si può andare dal Vescovo per chiedere perché è stata spostata la cassetta delle offerte in una chiesetta campestre.

Tutto ciò è segno di un provincialismo che in parte è causa della depressione economico-culturale di Rieti.

I campioni della laicità dovrebbero, però, fare una riflessione su se stessi; su quanto gli dà fastidio ciò che è religioso e perché; sulla loro adolescenza e infanzia, magari, in cui alcuni princìpi sono stati imposti con violenza e senza libertà; su un risentimento che non riescono a controllare contro tutto ciò che supera quanto vi è di materiale nella vita, cioè su ciò che è religioso e cattolico.

Nell’Italia in cui in tanti si sono mangiati tutto restando impuniti, noi pensiamo di salvare il mondo facendo rimuovere uno striscione arrotolato su se stesso, come la nostra cattiva coscienza!

È quasi grottesco!

2 thoughts on “Laicismo provinciale e Papi arrotolati”

  1. carmen

    A Massimo Casciani che dice: “I campioni della laicità dovrebbero, però, fare una riflessione su se stessi; su quanto gli dà fastidio ciò che è religioso e perché; sulla loro adolescenza e infanzia, magari, in cui alcuni princìpi sono stati imposti con violenza e senza libertà; su un risentimento che non riescono a controllare contro tutto ciò che supera quanto vi è di materiale nella vita, cioè su ciò che è religioso e cattolico”. ricordo che:
    La polemica è stata iniziata da un “fervente cattolico” incredulo davanti al “fastidio” di chi cattolico non è.

    Che gli atei possono scegliere di esserlo per motivi che non hanno nulla a che vedere con trascorsi da psicoanalisi e che il fastisio – uguale a quello che si legge nelle sue parole – è stato espresso in forma aperta e libera, e quindi merita il rispetto dovuto alle opinioni.

    Quanto all’idea che gli atei non possano alzarsi sopra una visione “materiale” della vita, è decisamente piena di pregiudizi e semplificazioni e, francamente, non merita di spenderci neanche una riflessione.

    Come sempre, chi possiede “la verità” ha bisogno di colpire l’individuo più che le sue idee.

  2. Mercedes Grimaldi

    Aggiungo anche io un commento, dopo quello di Carmen, ma penso che sarà l’ultimo. Mi ha divertita il fatto che si possa pensare alla laicità come a una malattia mentale. Penso che se potessero, a noi laici “veraci”, ci metterebbero in manicomio, dato che il rogo non è più di moda! Comunque i miei genitori erano abbastanza laici per lasciarmi pensare, scegliere e decidere da me su queste questioni. Quindi nessuna pressione in tal senso, ma una grande e sana libertà. Poi mi ha interessata sapere che il povero Papa Giovanni Paolo sia stato degradato e isolato in un angolo come una cosa che aspetta di essere riposta e nel frattempo si impolvera. Quando l’ho visto io era praticamente seduto a fianco dei poliziotti e faceva un bel contrasto il giubotto nero dei due e la tunica candida del Papa, tanto che non ho potuto fare a meno di notarlo. Ma il mio intervento, evidentemente, ha provocato questo isolamento. Quasi mi dispiace, mi fa compassione, quasi mi viene da supplicare che lo rimettano al suo posto, poverino! Bè, Buona Pasqua a tutti! Mercedes Grimaldi

Comments are closed.