L’AGE contesta la “tassa sui disabili” del Comune di Rieti

L’Associazione dei genitori di Rieti contesta gli Assessori Ettore Saletti (Politiche Sociali) e Giuseppe Diana (Bilancio) in merito al contributo economico che sarà richiesto alle famiglie dei disabili per le attività di sostegno nella scuola, puntando sul quoziente familiare e su una diversa coscienza sociale e contributiva.

Abbiamo ascoltato in merito la presidente AGE Rieti Stefania Saccone, che ha rilasciato la seguente intervista.

Presidente Saccone, lei che ha un ottimo osservatorio sulle difficoltà delle famiglie e dei giovani, delle loro fragilità e delle politiche di sostegno, come considera le dichiarazioni stampa uscite dall’incontro con gli Assessori in merito al provvedimento di contribuzione delle famiglie dei disabili ai costi della scuola?

Mi preme sottolineare l’esigenza di promuovere la solidarietà con e tra le famiglie e perciò in questo momento di gravi tagli alla spesa sociale, invito i genitori e le parrocchie a contattare direttamente l’Associazione o anche la Pastorale della Salute per organizzare una comune capacità risposta e di autotutela rispetto ai poteri decisionali delle Amministrazioni soggette a questi tagli. Per quanto riguarda più precisamente la domanda, siamo intervenuti alla conferenza rappresentati da un nostro consigliere regionale AGE. Abbiamo ascoltato la relazione degli Assessori i quali, partendo dalla questione di principio e ricordando che già in altri settori dell’handicap e delle fragilità le famiglie e gli anziani sono in alcuni casi chiamati alla compartecipazione alla spesa, secondo limiti definiti per legge (fino al 36%), per questo motivo oggi la Giunta non comprende le critiche piovute da molte parti per questo provvedimento.

Quindi Saletti ha esposto il contenuto della proposta, ricordando ai presenti che si deve procedere nella massima chiarezza, e quindi ha illustrato il provvedimento nel suo insieme, dove si tratta di escludere dal contributo le famiglie con un reddito ISEE fino a 7500 euro. Secondo Saletti la misura è molto ragionevole, citando uno studio per il quale la media dei redditi della popolazione di Rieti è bassa e quindi ciò giustifica la poco gradita ‘tassazione’ di ‘scalini’ di redditi così bassi. Altresì ha ricordato che per i redditi ISEE bisogna tenere presente che sono riferibili a redditi fiscali superiori, a volte più del doppio della cifra ISEE, perché questo è un indice della suddivisione del reddito in una famiglia.

Più aperto al confronto è sembrato l’Assessore Diana, che ha riconfermato l’impostazione del Comune ma dicendosi disponibile eventualmente a rivedere e ritoccare in alto i limiti di ISEE da cui si parte a contribuire.

Quindi, rispetto a questa proposta, quale è stata la posizione di AGE RIETI?

Il nostro commento non si è fatto attendere, ed il rappresentante AGE è intervenuto innanzi tutto ringraziando le Autorità per la chiarezza dell’esposizione, ma sottolineando che vi è una grave sottovalutazione delle difficoltà delle famiglie e dei valori in gioco, e che sicuramente con la seconda fascia di reddito, (da 7500 a 15mila) le famiglie non possono certamente sobbarcarsi 600 euro annui rispetto a quanto già fanno per il figlio disabile. Lo stesso dicasi per i redditi considerati oltre i 15 euro ISEE, che dovrebbero contribuire per 1200 euro l’anno!

Inoltre, AGE ha ricordato alle Autorità ed ai presenti che prima di decidere bisognerebbe aspettare la discussione dell’ordine del giorno sul ‘quoziente familiare’ proposto in Consiglio Comunale dall’UDC, come strumento correttivo dell’ISEE, perchè in quella sede si potranno discutere nuovi e più articolati criteri di valutazione del reddito e dell’opportunità delle esenzioni, che noi speriamo tutto il Consiglio Comunale potrà iniziare a definire in maniera bi-partisan. Anche per evitare che i bisogni dei soggetti più fragili vengano strumentalizzati per le campagne elettorali di qualcuno, visto che lo stesso Saletti ha definito ‘propagandistiche’ le contestazioni al provvedimento del Comune.

In risposta ad AGE è intervenuto sia l’Assessore Saletti che Diana, in piena sintonia con AGE rispetto alla proposta di rivedere la problematica in sede di discussione del quoziente familiare proposto nell’Ordine del Giorno dell’UDC. Tuttavia, rispetto a Diana l’Assessore Saletti si è dimostrato più chiuso alla proposta circa l’innalzamento dei livelli minimi per la contribuzione, dimostrando scarsa sensibilità al problema.

Qual’è in definitiva la proposta dell’AGE? Perchè siete così contrariati dalla proposta di Saletti?

Noi riteniamo questo provvedimento un’ulteriore manovra davvero odiosa e priva di alcuna giustificazione, per procurare al Comune un gettito di soli 65 mila euro l’anno. Quello che è tuttavia paradossale in tutto questo provvedimento è un fatto che è sfuggito all’Assesore Saletti, perché qui non si tratta soltanto di tassare molte famiglie che davvero non possono permettersi di distrarre dal bilancio familiare 600 o 1200 euro l’anno. Noi riteniamo che la Giunta non abbia proprio compreso il problema che ha sollevato: ovvero si tratta di prendere atto, una volta per tutte, nell’ottica vera e reale del sociale, che una famiglia che accudisce un disabile sta svolgendo un compito ‘sociale’ e civico, per tutti noi, i cui costi sono soprattutto a carico della famiglia e sono spesso indeterminabili e potenzialmente molto gravosi. A volte anche famiglie con redditi più che abbondanti possono trovarsi in difficoltà per le spese elevatissime degli interventi sanitari e rieducativi, per i servizi specializzati e per i continui viaggi della speranza, in Italia ed all’estero. Per stabilire detrazioni, ogni caso va analizzato a sé, peraltro prevedendo la detrazione integrale delle spese sanitarie, parasanitarie e di servizi connessi all’handicap.

Lei ritiene quindi perseguibile questo distinguo, caso per caso, utilizzando il ‘quoziente familiare’? Abbiamo sentito che, al contrario, volete invece un contributo di solidarietà per la scuola, proprio per favorire l’esenzione delle categorie protette.

La linea seguita da questa Giunta ci sembra così irreale e, oltretutto, autolesionista: per 65 mila euro? Noi stiamo seguendo una strada totalmente alternativa, fermo restando l’intervento sul ‘quoziente familiare’ che l’AGE promuove già da diversi anni a livello nazionale con il Forum Famiglie. Abbiamo infatti interloquito con diverse realtà politiche del territorio chiedendo se non sia possibile varare una ‘tassa di scopo’ a favore della scuola, escludendo totalmente le famiglie dei disabili, che come abbiamo detto svolgono una gravosissima funzione sociale che semmai dovremmo ‘pagare’, si figuri! Tale tassa di scopo sarebbe quindi volta a garantire la solidarietà ed i diritti di legge dei più fragili, peraltro basata su un numero di contribuenti più cospicuo. Ma così si ripristina anche il ‘senso’ che dovremmo dare a tutta l’Amministrazione, perché le fragilità non debbono essere solo un problema degli ‘altri’. Non si chiede mera assistenza ma un contributo di civile convivenza.


[poll id=”6″]