La Sagrestia Maggiore della Cattedrale

L’articolazione del percorso espositivo presso il Museo dei Beni Ecclesiastici della Diocesi di Rieti si ampliato, nel 2009, fino ad includere la sagrestia maggiore presso il transetto a cornu Evangelii della Cattedrale di Santa Maria Madre di Dio: si tratta di una scelta meditata, coerente con la concezione di fondo, espressa con chiarezza nelle costituzioni sinodali del 2005, che fa del museo diocesano una struttura complessa, capace di esercitare la custodia e la valorizzazione delle opere d’arte sacra che costituiscono il retaggio delle generazioni passate, ma soprattutto interessato a mantenerne attivo ed attuale l’uso liturgico ed il fine catechetico.

Meglio di ogni altro ambiente, dal battistero di San Giovanni in Fonte al lapidarium fino alla grandiosa sala delle udienze del palazzo dei Papi, proprio la sagrestia maggiore porta a sintesi i valori insiti nella volontà di custodire il lascito del passato mantenendo quanto più possibile integro ed attuale lo scopo per cui ogni singola opera è stata prodotta nel tempo.

Ogni altro ambiente del percorso museale – dal battistero di San Giovanni in fonte alla vasta aula delle udienze del palazzo papale, passando attraverso gli anditi ed i recessi della basilica inferiore – è stato infatti modificato rispetto ad una primitiva funzione ormai desueta, prestandosi ad essere riadattato, riallestito, sia pure con filologica attenzione ed amorevole cura, per essere infine destinato ad una nuova fruibilità: questo spazio compendia invece in sé forma e funzione, ed è lo scrigno autentico della memoria per la Chiesa locale.

Gli arredi e le suppellettili di uso liturgico sono accuratamente disposti all’interno degli imponenti armadi di noce locale eseguiti nel 1722 dai maestri ebanisti Tiburzio Caprioli e Carlo Fenici.

Per ampiezza, maestosità, funzionalità questo antico mobilio è davvero degno di far parte di per sé di un’esposizione museale: solidi, armoniosi nelle forme, accurati nei dettagli più minuti, gli stigli settecenteschi dell’armadio che occupa integralmente le pareti della Sagrestia dimostrano l’eccellenza del grado di perizia conseguito dagli artigiani locali al servizio della Chiesa.

Una volta aperte, le cassettiere rivelano come autentici tesori le sete fruscianti dei veli omerali, delle pianete, dei piviali che esaltano i colori della liturgia, il bianco candido e puro screziato d’oro e d’argento, il ricco rosso rubino dei broccati e dei lampassi, la gamma luminescente del verde, capace di emulare tutte le tonalità del creato, dal muschio allo smeraldo, la severa eleganza del viola della passione e del lutto, impreziosito dalla laminatura dell’ordito, il raro rosaceo indossato soltanto in due date del calendario liturgico, nel tempo forte e della Quaresima dell’Avvento.

Antiche ceramiche, rare e preziose, cartegloria dalle dorate cornici di gusto barocco, busti-reliquiario, piccole icone devozionali si celano dietro agli scaffali, ma l’affabilità di don Roberto d’Ammando e dei Canonici della Cattedrale rende agevole al visitatore l’accesso a questo luogo della memoria, mirabilmente restaurato grazie alla determinazione del nostro Vescovo.