Televisione

La “ricetta” di Antonella Clerici: «Natura e famiglia»

Dopo due anni di assenza dalla tv, la conduttrice è tornata al successo su Rai 1 con “È sempre mezzogiorno” e “The Voice Senior”

Dopo due anni in panchina, Antonella Clerici passo passo sta riguadagnando quel ruolo di ‘più amata’ dagli italiani che le aveva assicurato mamma Rai. Cinquantasette anni compiuti da pochi giorni, la Clerici è tornata a tenere compagnia agli italiani su Rai 1 con ottimi risultati di ascolto: tutti i giorni all’ora di pranzo con E’ sempre mezzogiorno e ogni venerdì in prima serata alla guida di The Voice Senior con i coach Loredana Berté, Gigi D’Alessio, Al Bano con la figlia Jasmine e Clementino. Numeri a parte, l’Antonella nazionale si presenta in tv oggi con una ritrovata serenità legata anche ad un cambio di stile di vita, da quando si è trasferita con la figlia Maelle di 11 anni dal caos di Roma al silenzio dei boschi dell’alessandrino, nella tenuta del compagno nei pressi di Arquata Scrivia.

Come è la giornata tipo di Antonella Clerici tra il bosco e gli studi di Milano?

Ogni giorno faccio avanti e indietro con Milano, sono 50 minuti di macchina durante i quali lavoro e faccio telefonate. Mi alzo ogni giorno alle sette e un quarto, vado in cucina a preparare la colazione per Maelle e Vittorio, ascolto le notizie, poi arrivano giornali che leggo con calma. Preparo la merenda per mia figlia che frequenta la prima media, prima che vada a scuola. È importante fare tornare i ragazzi a scuola, per gli adolescenti la socialità è fondamentale.

«Sento ancora più forte la responsabilità di fare compagnia agli italiani
in questo momento difficile, ma sempre con la leggerezza di un sorriso
Ho a cuore soprattutto gli anziani e i bambini»


Lei è stata in qualche modo preveggente nello scegliere di vivere nella natura, prima che arrivasse il Covid.

Ho avuto una gran fortuna. L’ho scritto anche nella prefazione del libro di ricette che ho appena pubblicato: quando l’ho detto ai miei amici romani, tutti mi dicevano «vedrai come ti annoierai». Oggi tutti hanno capito l’importanza della natura e degli spazi all’aperto. La riscoperta della natura e dei tempi, mi ha aiutato psicologicamente durante il lockdown. Vedi che la natura, daini, cinghiali, cani, cavalli, va avanti, malgrado tutto.

Papa Francesco lo dice da lungo tempo…

Lui è un preveggente vero, è un dono di Dio. Credo che nel suo essere scomodo, nel dire le cose che pensa, esprime sempre grandi verità. Sa interpretare la vita, è una guida. Nella sua figura carismatica quando ha benedetto piazza San Pietro deserta, di spalle, fra la pioggia e le sirene, abbiamo visto un segno di Dio.

Lei personalmente ha riscoperto la spiritualità?

A me ha fatto diventare più spirituale toccare con mano la sofferenza di tanta gente, ma anche tanta abnegazione. Quella è la vera carità cristiana: io sono per la fattività del cristianesimo. In questa pandemia non puoi non capire che c’è qualcosa più grande di te, un messaggio che devi interpretare, che tu sia credente o no.

Lei, Antonella, si è spesa per raccogliere fondi per gli ospedali della provincia di Alessandria.

Occorre agire in prima persona, ognuno sul proprio territorio. Con la mia famiglia abbiamo fatto la nostra donazione e poi ho lanciato una campagna social di sensibilizzazione sul territorio, per ottenere donazioni a favore di questi ospedali per attrezzarli di respiratori, camici, caschi, mascherine.

Sente una nuova responsabilità nell’accompagnare gli italiani in un momento così difficile?

E’ per questo che sono tornata. Io non volevo, non era nei miei piani, soprattutto il mezzogiorno. Il direttore di Rai 1 Stefano Coletta mi ha chiesto di tornare in un momento storico così importante, per fare intrattenimento e informazione come giornalista. Quello che so fare è tenere compagnia, portare un sorriso e un po’ di buonumore perché le persone hanno bisogno di svago. Quando vado in onda immagino al di là dello schermo le persone intente a cucinare, con i loro pensieri e le loro sofferenze. La mia missione è quella di portare un po’ di serenità e di informare.

La gente la sente come una di famiglia…

Io sono così, ho un rapporto molto affettuoso col pubblico. Soprattutto con bambini e vecchietti, che sono le due facce della stessa medaglia. Quando frequentavo il liceo, facevo volontariato andando a trovare gli anziani all’ospizio. Mi è sempre piaciuto. I bambini hanno la bellezza della sincerità come gli anziani. Il bambino è puro di cuore e ha davanti tutta la vita. L’anziano dice al verità perché è saggio, è pieno di ricordi, mi fa più tenerezza.

The Voice Senior sta avendo successo mostrando, appunto, il talento anche di chi non è più giovanissimo.

Il 20 dicembre faremo la finalissima in diretta. E’ un programma molto moderno, il conduttore ha un ruolo meno ridondante, c’è un racconto. Gli ‘over’ non hanno le velleità del talent, non vogliono diventare famosi, vengono per il piacere di esibirsi. Tutta la vita hanno avuto la passione per la musica, sono tutte persone normali, oppure artisti che hanno sfiorato il successo, ma non ce l’hanno fatta, oppure cantanti di balere, piano bar e matrimoni. Ci sono l’insegnante, il capotreno, il bancario, le mamme. Sono tutti molto bravi, siamo un popolo per cui la musica ha un ruolo fondamentale. E’ un programma che celebra la seconda parte della vita, quella oggi più colpita dalla malattia. In questo momento è giusto dimostrare che questa parte della vita è attiva e piena di vitalità.

Lei, come conduttrice, rappresenta anche il talento delle donne in tv.

Le donne in televisione hanno un peso in più rispetto a qualche anno fa. Io sono stata una antesignana, ho fatto lo sport, ho iniziato a fare la cucina, ho condotto il Festival di Sanremo da sola. Bisogna prendersele le cose, usando le nostre armi: non bisogna usare l’arroganza ma la gentilezza, l’educazione, ma anche la fermezza. E fare capire che il compromesso non ci appartiene. Esiste un’etica, il rigore se lo applichi, gli altri te lo riconoscono soprattutto se hai un valore. La professionalità è la base di tutto. Alle ragazze consiglio lo studio perché la cultura è libertà.

da avvenire.it