La piazza no gender delle famiglie italiane è viva e festosa

Un milione di persone da tutta Italia ha accolto l’invito del Comitato ”Difendiamo i nostri figli”. Unica nota stonata un’affermazione di Kiko Argüello. La replica di don Ivan Maffeis, portavoce della Cei: ”Nel suo intervento Argüello si è reso protagonista di una caduta di stile gratuita e grave. Contrapporre il Papa alla Cei e, nel caso specifico, al suo segretario generale è strumentale e non veritiero”.

La folla colorata e festosa che ha riempito piazza San Giovanni a Roma (nonostante alcuni momenti di pioggia battente) è stata la dimostrazione più eloquente che nel nostro Paese la famiglia, pur provata dalle sfide che la accerchiano e dai tentativi di indebolirla su ogni fronte, è solida, crede in se stessa, non ha firmato deleghe in bianco e non intende farsi scippare il diritto di educare i propri figli. “Difendiamo i nostri figli” lo slogan del raduno (e il nome del comitato organizzatore nato solo 18 giorni fa) che ha visto nella capitale papà, mamme, figli e nonni (un milione di persone da tutta Italia, secondo gli organizzatori) per riaffermare il diritto di ogni padre e di ogni madre a educare i figli, dire stop all’avanzata del gender nelle scuole e in Parlamento, dire no all’equiparazione delle unioni civili e tra persone omosessuali al matrimonio (ddl Cirinnà). Genitori fino a pochi mesi fa inconsapevoli di quanto potrebbe accadere nelle scuole dei propri figli, ha spiegato il portavoce del Comitato, Massimo Gandolfini, ma oggi, dopo l’impegno di informazione e sensibilizzazione portato avanti in questi due anni in modo capillare sul territorio dai membri del comitato ( apartitico e aconfessionale), decisi a far valere i propri diritti. “Rigettiamo con forza il tentativo di infiltrare nelle scuole progetti educativi che mirano alla destrutturazione dell’identità sessuale dei bambini”, ha esordito Gandolfini liquidandoli come “teorie senza basi scientifiche”.
Alleanza trasversale. Dopo i saluti di Cornelius Eke, rappresentante della comunità africana a Roma, e diGiacomo Ciccone di Alleanza evangelica, è stata data lettura della lettera del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, impossibilitato a essere presente per lo shabbat, del messaggio di adesione inviato dall’Associazione genitori di persone omosessuali (Agapo). “Questa teoria gender vuole inquinare il cervello dei nostri figli”, è l’allarme lanciato da Mohamed Ben Mohamed, imam della moschea di Centocelle. “Tutti uniti – ha aggiunto – possiamo sconfiggere questi progetti”. Gandolfini ha quindi letto il messaggio inviato nei giorni scorsi da monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, nel quale il presule augura “pieno successo” all’iniziativa, “nella certezza che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell’intera umanità”. Non sono mancate le parole di Papa Francesco di domenica 14 giugno alla diocesi di Roma, trasmesse in un video: “I nostri ragazzi e le nostre ragazzine iniziano a sentire queste idee strane, queste colonizzazioni ideologiche che avvelenano l’anima e la famiglia”. Colonizzazioni che fanno tanto male e distruggono un paese, una società e una famiglia”.
Non contro le persone ma contro le ideologie. Alla testimonianza di Vincenzo e Sara, genitori di 11 figli, sul proprio impegno per contenere gli effetti dei tentativi delle scuole dei loro ragazzi di educarli alla sessualità, è seguito l’intervento della giornalista Costanza Miriano: “Parlare della differenza vuol dire parlare della vera grande bellezza dell’uomo e della donna”. Di qui il richiamo alla “Mulieris Dignitatem” e il rilancio della missione della donna, “chiamata a ricordare all’uomo il bene e il bello di cui egli è capace”. Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita, ha sottolineato l’importanza di contrastare la “deriva totalitaria che tende a imporre per legge la dittatura del pensiero unico”. “Oggi in piazza stiamo facendo cultura non contro le persone – ha chiosatoSimone Pillon (Forum delle associazioni familiari) -, ma contro le ideologie che stano distruggendo la famiglia e tentano di decostruire i modelli dell’uomo e della donna”. Per Alfredo Mantovano, di Alleanza cattolica, sono “forza, coraggio, speranza” le tre parole “che questa piazza sta mandando all’Italia”, mentre il giornalista Mario Adinolfi ha ribadito che “mamma e papà non sono intercambiabili”, e che la battaglia contro il ddl Cirinnà è una battaglia “per i diritti civili”.
Unica nota stonata un’affermazione di Kiko Argüello, iniziatore del cammino neocatecumenale: “Sembra che il segretario della Cei abbia detto altro ma il Santo Padre sta con noi – ha detto Argüello dal palco -. Ho scritto al Santo Padre, dopo aver ricevuto le lettere di alcune famiglie – ha aggiunto – e il Papa mi ha risposto quando, domenica scorsa, ha detto che ci sono ideologie che colonizzano le famiglie e contro cui bisogna agire. Qualcuno sbaglia se pensa che non gli piacciono i cortei”. Pronta la replica di don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, che dichiara al Sir: “Piazza viva! Nel suo intervento Argüello si è, però, reso protagonista di una caduta di stile gratuita e grave. Contrapporre il Papa alla Cei e, nel caso specifico, al suo segretario generale è strumentale e non veritiero”.

4 thoughts on “La piazza no gender delle famiglie italiane è viva e festosa”

  1. Marco Giordani

    è strumentale e non veritiero anche lasciare intendere che ci sia stata adesione da parte del Rabbino Capo di Roma, che invece ha precisato:

    Riccardo Di Segni ‏@raviologist 4 h4 ore fa
    Non ho aderito al #familyday . Il mio messaggio invitava ad essere rispettosi di tutte le differenze e sensibilità.

  2. Francesco Saverio Pasquetti

    Kiko ha solo detto la verità, carissimi. Ed ha testimoniato che la Chiesa ufficiale è fuori dal tempo, soprattutto quella italiana, e non conosce affatto la realtà delle famiglie. In piazza c’era tutto tranne che la chiesa clericale e temporeggiatrice, quella che ancora teme che “le chiese si svuotino”. probabilmente non vogliono vedere che le nostre belle chiese si sono già svuotate. Costoro, membri di un novello sinedrio, si dibattono in un’autoreferenzialità che non attira nessuno anzi, allontana e scandalizza. In piazza c’erano bambini, nonni, famiglie: c’era chi ha compreso la gravità dell’attacco terribile all’identità dell’uomo, alla sacralità della persona umana nel suo essere uomo e donna, al tentativo di manipolazione legalmente autorizzato delle coscienze dei bambini. La Cei ha taciuto. CL si è defilata (ma don Giussani diceva altro). Vergognoso il silenzio degli organi di stampa cattolici su un evento storico: un trafiletto su avvenire di domenica. Poco o nulla a Tv 2000. Diretta tv su “Repubblica TV”; prima pagina ed ampi spazi su “Corsera”, “Repubblica”e “La Stampa”. La Chiesa, sabato in piazza san Giovanni (ed io c’ero, con mia moglie ed i miei figli) era il popolo di Dio. Sia lode a Lui.
    P.S.: Padre Livio stamattina, su Radio Maria, ha pubblicamente ringraziato Kiko per essersi esposto in prima persona (l’unico dei c.d. “movimenti”: gli altri?) ed aver riempito la piazza. “Senza il suo impegno – ha detto – tutto sarebbe stato diverso”). La caduta di stile di chi è, allora? Di De Maffeis, che invece di criticare, avrebbe dovuto ringraziare la fedeltà del cammino e del suo iniziatore a Pietro, alla chiesa di Cristo ed ai valori che questa chiesa – quella vera – ha sempre difeso, combattendo.
    “cani muti,
    incapaci di abbaiare;
    sonnecchiano accovacciati,
    amano appisolarsi” (Isaia, 56, 10b)

  3. Marco Giordani

    la Chiesa Cattolica è sopravvissuta e rinforzata in 2000 anni perché ha scelto di adattarsi sempre alle circostanze, ai mutamenti della società ed ai desiderata del suo gregge.
    Gregge che ha gran perso, come dice Pasquetti, ultimamente. Ma se l’ha perso, non è per aver la Chiesa sposato il matrimonio gay, ma forse per l’atteggiamento opposto, che intelligentemente Papa Francesco sta correggendo.
    Ovvio che chi è stato allevato e coccolato dalla precedente fase a fisarmonica della CEI dei “principi non negoziabili” se ne crucci.
    Stupisce la contrapposizione aperta, perché l’obbedienza è fondante nella Chiesa Cattolica. Sennò, si è altro; ma del resto Kiko & C. sono altro, sono un corpo separato, sin dal fatto di officiare “separatamente”.
    Dicono di essere “maggioranza” nella Chiesa; ma non contano coloro (la maggioranza “silenziosa”) che dai Ruini e dai Kiko è stata scacciata e che una Chiesa “umana” potrebbe/dovrebbe recuperare.

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