La logica del dono: Meic, Focsiv e Mcl dal Papa per i loro anniversari

«Proseguire con gioia nell’impegno personale e associativo, testimoniando il Vangelo del dono e della carità».

L’augurio è stato rivolto questa mattina da Benedetto XVI ai membri del Movimento ecclesiale d’impegno culturale (Meic), della Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontario (Focsiv) e del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), ricevuti in udienza in Vaticano in occasione dei diversi anniversari di fondazione delle rispettive associazioni.

Cultura, volontariato, lavoro.

Il Pontefice ha dapprima ricordato che “tutte e tre queste realtà sono debitrici della sapiente opera del Servo di Dio Paolo VI, che, in qualità di assistente nazionale, ha sostenuto i primi passi del Movimento laureati di Azione cattolica nel 1932, e, da Pontefice, il riconoscimento della Federazione degli organismi cristiani di volontariato e la nascita del Movimento cristiano lavoratori, nel 1972”. “Cultura, volontariato e lavoro – ha osservato papa Ratzinger – costituiscono un trinomio indissolubile dell’impegno quotidiano del laicato cattolico”, che “si mette propriamente in gioco quando tocca uno o più di questi ambiti e, nel servizio culturale, nell’azione solidale con chi è nel bisogno e nel lavoro, si sforza di promuovere la dignità umana”. Comune denominatore è “il dono di sé”. Ha precisato il Papa: “L’impegno culturale, soprattutto quello scolastico e universitario, teso alla formazione delle future generazioni, non si limita, infatti, alla trasmissione di nozioni tecniche e teoriche, ma implica il dono di sé con la parola e con l’esempio. Il volontariato, risorsa insostituibile della società, comporta non tanto il dare delle cose, ma il dare se stessi in aiuto concreto verso i più bisognosi. Il lavoro infine non è solo strumento di profitto individuale, ma momento in cui esprimere le proprie capacità spendendosi, con spirito di servizio, nell’attività professionale, sia essa di tipo operaio, agricolo, scientifico o di altro genere”.

Il “di più” della gratuità.

La connotazione cristiana, inoltre, fa sì che “la vostra azione – ha sottolineato Benedetto XVI parlando ai membri delle tre realtà – deve essere animata dalla carità; ciò significa imparare a vedere con gli occhi di Cristo e dare all’altro ben più delle cose necessarie esternamente, donargli lo sguardo, il gesto d’amore di cui ha bisogno”. È “la logica del dono” che viene valorizzata e testimoniata, sperimentando quell’“amore gratuito” di cui si fa esperienza prima di tutto in “famiglia”. “La sola giustizia – ha evidenziato – non è di fatto sufficiente. Perché vi sia vera giustizia è necessario quel ‘di più’ che solo la gratuità e la solidarietà possono dare”. Il Papa si è quindi rivolto ai singoli movimenti. “Il Movimento ecclesiale d’impegno culturale, alla luce della sua storia, è chiamato a un rinnovato servizio nel mondo della cultura, segnato da sfide urgenti e complesse, per la diffusione dell’umanesimo cristiano: ragione e fede sono alleate nel cammino verso la Verità. La Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontario continui a confidare soprattutto nella forza della carità che viene da Dio portando avanti il suo impegno contro ogni forma di povertà e di esclusione, in favore delle popolazioni più svantaggiate. Il Movimento cristiano lavoratori sappia portare luce e speranza cristiana nel mondo del lavoro, per conseguire anche una sempre maggiore giustizia sociale. Inoltre guardi sempre al mondo giovanile, che oggi più che mai cerca vie d’impegno che sappiano coniugare idealità e concretezza”.

Una chiamata che si rinnova.

L’udienza dal Papa è stata preceduta, questa mattina, da una messa nella basilica di San Pietro celebrata dal segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, che ha visto nella celebrazione dei tre anniversari “un gesto di riepilogo, di ripresa e di rilancio”. È “molto di più di una nota di retorica commemorazione – ha detto mons. Crociata – per affidare invece alla vostra responsabilità il peso lieve e gioioso di una cammino già percorso e l’impegno di una ripresa vigorosa di specifica vocazione nell’orizzonte ecclesiale di questo tempo inquieto e complesso, e nella volontà determinata di rispondere a una chiamata che si rinnova e attende adesione intelligente e generosa nel dispiegarsi della missione cristiana nel nostro Paese”. Prendendo spunto dalle letture della liturgia del giorno, il segretario generale della Cei ha quindi osservato che “l’armonia ordinata delle presenze e dei doni non è impoverimento, ma potenziamento e condizione di piena realizzazione ed espressione per ciò che Dio fa sorgere e chiama a vita ecclesiale e missionaria, il cui esito ultimo e adeguato è l’incontro e la conoscenza di Cristo Gesù”.