La lezione di Georg

La morte di Georg Plasa alla Coppa Carotti riporta all’attenzione di tutti la follia del mito della velocità e dell’immaginario che l’accompagna. Nonostante l’adozione di tutte le precauzioni di sicurezza possibili, le condizioni in cui si disputano certe competizioni contengono una notevole ed ineliminabile dose di rischio che dovrebbe farci riflettere.

Nelle corse automobilistiche in particolare, il pericolo è legato al presupposto stesso della competizione, ovvero alla velocità. All’aumentare di questa, diminuisce la possibilità di controllo del veicolo, tanto che il segreto della vittoria si trova, oltre che nella qualità meccanica dei mezzi, nella capacità del pilota di tenere l’auto vicino al limite oltre cui è inevitabile il disastro. È una capacità che suscita certamente adrenalina in chi guida ed entusiasmo in chi assiste alla corsa, ma ne vale davvero la pena, e che messaggio portano manifestazioni come la Coppa Carotti? Per cosa è morto Georg Plasa?

È opinione diffusa che in queste manifestazioni il rischio è (quasi) tutto del pilota, un uomo che nello sport che pratica dà forma ad un talento, quasi a una vocazione, consapevole dei rischi che corre. Per molti la cosa finisce lì, ma si tratta di una impostazione di comodo, che copre un tema più ampio e interessi più articolati.

Voler provare l’ebbrezza alla guida di un mezzo, anche attraverso la velocità, con la sicurezza più certa che c’è, vuol dire non mettere mai in conto la propria caducità e la propria fallibilità.

Queste gare sono diseducative per i giovani, inutili per tutti, sono il monumento che noi facciamo alla velocità del vivere, pensando di poter manovrare pure Domineddio, perché pensiamo che la vita sia tutta da divorare, senza più pensare, senza più sostare, senza più meditare.

Ogni volta che c’è un morto in queste gare si perde il senso di continuare a farle, si perde il senso per cui sono nate e un’ombra minacciosa e perenne rimarrà crocifissa in questo lembo di storia.

 

105 thoughts on “La lezione di Georg”

  1. Corrado

    Ragazzi, prima di scrivere certe boiate accendete il cervello!!!! Dire che le nostre gare sono diseducative mi pare una imerita sciocchezza!!!! Sono pericolose, nessuno mai lo ha negato, noi piloti sappiamo il rischio che corriamo, è sappiamo che una fatalità è possibile, perchè si tratta di questo, una fatalità! Non è ancora escluso che sia stato un malore a causare l’incidente, ma non voglio entrare nella cronata dell’incidente. Voglio solo sottolineare a chiunque abbia scritto questo articolo, di MEDITARE prima di pubblicare.

    1. Marco

      Wow come si può stereotipare un concetto pur di riempire delle pagine web e fare in modo di mettere il “compliant” sul task del compitino. Io mi chiedo come si possano scrivere certe cose senza l’obiettività che un giornalista (sempre che chi l’ha scritto lo sia) DEVE avere nello scrivere, senza lasciarsi trasportare da entusiasmi o emozioni.
      Se si vogliono esternare i proprio pensieri ci sono i forum e i blog, non gli articoli di giornale.
      E’ diseducativo il mondo del calcio dove l’essere un mercenario è diventato un must legato e si “gioca” solo per il dio denaro e non per la passione per i propri colori.
      Invito il giornalista a frequentare i campetti dove i pulcini giocano a calcio e guardarsi intorno i papà come inveiscono gli uni sugli altri per dimostrare che il loro figlio è il migliore. Ma forse è questo educativo!

  2. Paolo

    Buongiorno,
    mi fa sorridere questo articolo, per i seguenti motivi:

    – prima di dire che l’automobilismo sportivo in qualunque sua forma sia diseducativo, cominciamo a vedere cosa succede all’interno degli stadi, oppure pensiamo ai genitori di piccoli ciclisti che ricorrono al doping per migliorare le prestazioni dei propri pargoli;
    – Georg è morto facendo probabilmente una delle cose che più lo appassionava della sua vita, ecco per cosa è morto;
    – se si parlasse di corse automobilistiche non solo quando accade una tragedia, si potrebbe capire il motivo per il quale le corse hanno ancora motivo di esistere, nonostante la DISINFORMAZIONE che viene diffusa;
    – se si guardassero le statistiche, quindi il numero di piloti licenziati presenti nel ns. paese ed il numero di competizioni che si tengono ogni anno, potremmo facilmente comprendere che il tasso di mortalità di questo sport è assolutamente allineato a quello del ciclismo, per esempio.

    Di fronte ad una tragedia, è ovvio che si debba riflettere, ma è altresì ovvio che la rilessione deve essere fatta in modo costruttivo, dire che non bisogna più correre in automobile mi sembra una visione un pò miope della questione.

    Tornando al messaggio che viene dato ai giovani, direi che in questo Paese ed in questo periodo storico, abbiamo problemi ben più grossi riguardo ai messaggi che vengono passati alle nuove generazioni.
    Inoltre, intendo ricordare il fatto che in qualsiasi competizione (pista o strada) ci sono standard di sicurezza ben superiori rispetto a quelli che troviamo ogni giorno quando ci mettiamo al volante delle nostre auto stradali.

    Per cortesia, non roviniamo questa specialità e questo sport.

    1. Giuseppe

      Questi articoli mi fanno ridere paragonate lo stadio dove molte volte ci si accoltella solo perchè si tifa per la squadra avversaria allo sport puro e pulito delle corse di auto,dove i tifosi di ogni suadra guardano insieme le corse e magari si scambiano qualche bicchiere di birra.Questo articolo mi sembra solo il modo di lucrare sulla morte di qualcuno ma noi il nostro amico Georg lo ricorderemo sempre al volante delle sua macchina con quel fantastico rombo assordante.Ciao Campione

      1. Nicola

        Mi lascia molto perplesso il modo in cui affrontate l’argomento……commentate le altre discipline sportive come l’arrampicata libera, il paracadutismo, i voli in deltaplano, la navigazione in solitaria o altri sport “estremi”…..solo allora sarete LEGGIBILI….

  3. Redazione Frontiera Post Author

    Non saranno diseducative, ma di certo non sono neanche educative. Il messaggio che passa è che vale la pena mettere a rischio la vita per un divertimento, per un passatempo, per una passione che non produce altro che se stessa, e questo a prescindere da qualunque fatalità…

    1. Massimo

      Articolo pessimo e decisamente fuori luogo.. Chi lo ha scritto non ha la benché minima idea di cosa siano le cronoscalate e le corse su strada in generale (ovviamente autorizzate). E’ un ambiente fatto di ottime persone che fanno quel che fanno solo per pura passione. Quanto scritto nel commento è veramente allucinante e senza senso!! cosa significa che “Il messaggio che passa è che vale la pena mettere a rischio la vita per un divertimento, per un passatempo…”? Ma vi rendete conto di cosa scrivete? Negli stadi, dove la gente si ammazza per 4 cretini che corrono dietro ad un pallone, quello non è diseducativo?? Meglio pensarci su 2 volte prima di scrivere assurdità che non fanno bene a nessuno, ne alle persone, ne allo sport..

    2. Toni

      Salve.. ora io non sono nè un fanatico di corse nè di altro.
      Una cosa la so però:
      un passatempo è una cosa, una passione un’altra.
      Metterle sullo stesso piano è erroneo.
      Il messaggio ‘diseducativo’ come le definite voi, temo valga per il 95% degli sport di massa.
      Se però estendo il Vs pensiero al tutto quello che è auto e/o velocità, mi resterebbe solo il calcio (di cui faccio volentieri a meno).

    3. Corrado

      Secondo me non vi rendete conto di quello che scrivete. E’ uno sport…che può essere pericoloso come il motociclismo, ciclismo, boxe, paracadutismo…. è uno sport e come tale deve essere trattato, non trattato come il “male”, perchè qui non c’è nulla di male. Se voi della redazione, sarete presenti alle prossime gare di persona, forse capirete che mondo state criticando….

    4. mattia

      e certo… e blablabla

      l’evoluzione è nella ricerca del limite… se non ci fosse stata la f1 o il gruppo b non avremmo auto con abs, esp, sospensioni magnetoreologiche ecc ecc…
      qui si parla di ricerca e tecnica all’ennesima potenza. e georg era un ingegnere con le palle che passava il tempo a studiare sulle sue bmw da lui motorizzate judd…

      la morte di un minatore non vuol dire smettere di scavare gallerie… o di un astronauta non vuol dire di smettere di andare nello spazio…

      e se tu “giornalista” non vedi più in là del tuo naso, forse sarebbe il caso di imparare a farlo… almeno abbi il buon senso di cambiare il titolo…
      e sì son amareggiato dall’ennesima brutta, brutta, brutta strumentalizzazione di un evento tragico nel tentativo di realizzare l’articolone moralizzatore… ma per piacere…
      siamo tutti adulti e vaccinati… forse…
      è morto un grande e avete anche il coraggio di puntare il dito? ma per piacere…

      ma per piacere…

    5. Andrea

      CITO: “Non saranno diseducative, ma di certo non sono neanche educative. Il messaggio che passa è che vale la pena mettere a rischio la vita per un divertimento, per un passatempo, per una passione che non produce altro che se stessa, e questo a prescindere da qualunque fatalità…”

      SCUSATE.. MA DOBBIAMO FARE TUTTO X SOLDI??
      ALLORA QUELLI KE SI BUTTANO CON IL PARACADUTE?? O QUELLI KE SCALANO LE MONTAGNE?? TUTTE LE COSE SONO PERICOLOSE…

      Vedere articoli così sulle corse e poi magari restare immobili di fronte alla gente ke guida ubriaca, ke fa le corse clandestine, ke si accoltella x una sigaretta…

      Penso ke ki ha scritto questo articolo nn abbia mai provato passione x questo sport.. altrimenti nn lo avrebbe scritto… anzi, probabilmente ha in testa solo quel rettangolo e quei 22 ke corrono dietro a un pallone… se è così, allora penso ke nn dovrebbe scrivere articoli sui motori… mi spiace…

      se questi sono i problemi della diseducazione dell’Italia… i deputati ke guardano i porno durante le sedute di parlamento cosa sono?? o ke si fanno gli affaracci loro… se si mette anke l’informazione a (passatemi il termine) “scrivere minkiate” allora mi vergogno di essere italiano…

  4. Paolo

    E’ brutto constatare che in questo Paese non esistano soltanto tifoserie, o si ama o si odia qualunque cosa, dalla politica in poi.
    Dipende da quale parte si vuole stare, io sono palesemente un appassionato di motori e non amo calcio, non per questo dico che andrebbero abbattuti tutti gli stadi, anche quando si verificano eventi ben lontani da quello che è lo sport.
    Questi stessi eventi ritengo siano MOLTO più diseducativi, per esempio.
    Per non parlare dei messaggi che arrivano più volte al giorno da ambiti non sportivi…
    Stando al messaggio che VOI ricevete, a questo punto non avrebbero motivo di esistere:
    automobilismo, motociclismo, paracadutismo, rafting, sci alpinismo, arrampicata, ecc. ecc.
    Ci potete consigliare uno sport dove passano SOLTANTO messaggi buoni e costruttivi?

  5. Gianluca

    Roland Ratzemberger, Ayrton Senna, Shoya Tomizawa, Henry Toivonen sono solo le prime “vittime sacrificali”, che mi sono venute in mente, di questo “assurdo e diseducativo” mondo della velocità.
    Non mi pare che Formula 1 e Motomondiale o Mondiale Rally abbiano minimamente accennato a fermarsi, se non un minuto per piangere la morte di queste persone.
    Wouters Weylandt, Fabio Casertelli.. perchè nessuno chiede di fermare il ciclismo?
    Quando un uomo sceglie un qualsiasi sport e lo fa diventare una ragione di vita accetta tutti i rischi, come il muratore che sale su di un’ impalcatura e sa a cosa può andare incontro.
    Se i giovani d’ oggi si mettono in macchina, rischiano la loro vita e mettono in pericolo l’ incolumità degli altri non è per via di questi “cattivi esempi”.
    E’ perchè viviamo in una società sempre più competitiva, una società dell’ apparire dove primeggiare e distinguersi è diventato un obbligo, a qualsiasi costo.
    Nella nazione degli autodromi e dei kartodromi, dove per poche decine di euro chiunque può appagare la propria sete di velocità, ci troviamo di fronte ad un numero sempre più crescente di giovani che sfidano la sorte su strade pubbliche ed aperte.
    E vi assicuro che non è colpa di persone che hanno perso la vita inseguendo un sogno.
    Gerog Plasa ci ha dato una grande lezione, quella del sacrificio, dell’ umiltà, dell’ amicizia, sel sorriso, della simpatia e della semplicità.
    Per cortesia, tenete per voi le vostre sciocche considerazioni e onorate la memoria di un grande campione ma ancora prima di un grandissimo uomo con il silenzio.

    Grazie

  6. Mauro

    George Plasa è morto mentre inseguiva la passione per cui probabilmente viveva senza nuocere a nessuno.si tratterebbe solo di educare le persone verso uno sport di cui si parla solo per episodi di cronaca nera.mentre ormai non fanno piu notizia gli accoltellamenti fuori dagli stadi,ad esempio.o i ciclisti trovati positivi per doping.i giocatori morti sul campo per malori improvvisi.il rischio esiste in qualsiasi cosa facciamo nella vita

  7. Antonio

    L’articolo di apertura di questa testata è di un qualunquismo incredibile…Ma fatemi il piacere!!!E’ c’è da stupirsi ancor più perchè la testata in questione è di Rieti, ovvero una provincia che ha sempre tratto giovamento da questa magnifica manifestazione, fortunatamente senza doversi mai misurare con una tragedia del genere…Ma dov’eravate quando la manifestazione ha riscosso successi e dato lustro alla vostra cittadina, cara redazione de “La Frontiera”, ora solo perchè il tutto è successo tra le vostre mura domestiche ecco il campanilismo di doversi schierare dalla parte della ogica, della ragione, della razionalità…

    1. Massimo Casciani

      Gli articoli che appaiono su Frontierarieti sono opinioni di chi scrive e che resta amareggiato e sconcertato quando si perdono vite umane.
      I commenti che ha suscitato il nostro articolo sono probabilmente da ascrivere all’emozione del momento, proprio perché non nascondono una certa violenza contro chi la pensa diversamente.
      Non si capisce bene il significato che è stato dato al termine “lezione” che per noi vuol dire lettura di un fatto tragico nella speranza che di simili non ne accadano più.

      1. Andrea Tumaini

        Caro Vice-Direttore,
        le “opinioni di chi scrive”, se non sono firmate con nome e cognome, sono le opinioni di tutti voi della testata.
        Se poi l’emozione per essere “amareggiati e sconcertati” vi rende parziali, categorici e irrispettosi verso un fratello morto, la sua famiglia ed il suo ambiente, allora dovreste pensarci bene prima di pubblicare “articoli” che, inoltre, ledono l’immagine di tutti i giornalisti che svolgono il loro mestiere con serietà e preparazione.

  8. francesco

    purtroppo come sempre si parla di automobilismo senza sapere di cosa si parla e come se uno di noi parlasse di calcio parlando solo di ulligans mazzette x far vincere partite ultras e quant altro ce di peggio
    diseducazione secondo me e non parlare di ragazzetti che non hanno uno scopo nella vita perche saccenti su tutto e massimo che sanno fare e sballarsi e schiantarsi con le macchine dopo nottate in discoteca
    invece che insegnargni che x ogni sport dall automobilismo all subbuteo ci deve essere un impegno concreto questo lo dimostra lo sport italiano sta andando a picco
    invece di scrivere su sport che non conoscete facendone delle critiche perche non vi piaciono informatevi prima

  9. Emanuele

    … Ci è stata donata la vita? Ognuno di noi ne ha una ed una sola… Ed ognuno è libero di farne ciò che vuole… Qualcuno è mai stato obbligato a partecipare ad una cronoscalata o ad una qualsiasi altra gara su 2 o 4 ruote? Sono quasi certo di no! Come giustamente ha già scritto Paolo, meditate e riflettete bene prima di scrivere certe boiate. Non amate le gare? Statevene a casa!

  10. Nino

    scusate,questo articolo non si può proprio leggere….e con quel titolo poi…
    La lezione di Georg è ben altra!

  11. Renato

    w la libertà di stampa.. bello che uno possa scrivere a suo piacimento denigrando sport di cui magari nemmeno conosce l’esistenza..
    le salite come i rally sono ancora degli sport fatti di appassionati, dai tifosi agli stessi piloti, da gente “sana” che fa di questa passione una ragione di vita.. Credo che se mai avesse pensato a come sarebbe morto sicuramente questa sarebbe stata la ragione più felice x lui, uno lo sa che andando al limite si rischia, ma lo mette in preventivo.. sul diseducativo.. x favore, invito il giornalista e tutta la redazione a seguire un po di gare.. nel paddock e tra la gente.. e poi di rileggere ciò che hanno scritto, tornate a scrivere di cronaca rosa e di calcio x favore che di parole al vento ce ne son fin troppe..

  12. Renato

    altra cosa.. cambiate quel titolo.. di lezioni di vita lui ne ha date parecchie.. e ci sono centinaia di persone pronte a raccontare di lui.. gente che con lui ha vissuto.. non voi..

  13. Redazione Frontiera Post Author

    Ci colpisce che una riflessione così “marginale” rispetto a ciò che di terribile si è verificato al Terminillo susciti tante polemiche. Non abbiamo nulla contro l’automobilismo come sport, tanto meno contro tutti gli altri sport “estremi”. Abbiamo proposto una riflessione nelle cui pieghe, a nostro avviso, si possono trovare spunti per diversi discorsi interessanti, che magari sarebbe anche piacevole sviluppare. Ciò detto, se è tutto bello e tutto sano, perché la manifestazione è stata subito sospesa dopo l’incidente?

    1. Gianluca

      Noi appassionati di salite, che seguiamo uno sport diseducativo ed inutile abbiamo ancora un pò di rispetto verso la morte, di una persona, amico o meno che sia.. cosa che non si dimostra in altri sport ben più quotati, conosciuti e remunerati e cosa che non si dimostra nel vostro modo di fare giornalismo, che specula sulle disgrazie, che tira conclusioni e da giudizi per poter riempire pagine di giornale e pagine web..
      Il giornalismo, per come lo vedo io, è pure e semplice informazione e se si deve dare un giudizio si deve almeno conoscere l’ argomento di cui si parla, cosa che non vedo nelle righe da voi scritte.

      Dopo 25 anni che giro l’ italia e l’ Europa al seguito delle cronoscalate (non sono ne un ciminale ne uno che rischia la vita in macchina ne un pilota di corse clandestine) mi metto a vostra completa disposizione per spiegarvi di cosa avete parlato fin’ ora, spiegarvelo davvero.

    2. Patrizio

      La gara è stata sospesa di comune accordo tra la direzione gara e noi piloti in segno di rispetto per un collega-amico che non c’è più…. e questo è stato possibile perchè il “nostro” sport, essendo praticato e seguito da persone “pulite”, può permettersi di dire STOP senza doversi scontrare con qualcuno di potente che ti obbliga ad andare avanti…. Senza polemica, ma nel Vostro intervento non si trova alcun spunto interessante, anzi è solo la conferma che certi articoli vengono fatti fare da giornalisti che non conoscono assolutamente la materia e pur di sbarcare il lunario attingono nel cesto dell'”ignoranza” (ovvero non conoscenza) comune…

    3. antonello bordignon

      Allora se proprio volete riflettere,venite a conoscere di persona i piloti,i meccanici,i noleggiatori ,i team le scuderie, le nostre famiglie che ci seguono sui campi di gara delle cronoscalete..venite nei paddok delle salite a far quattro chiacchere in amicizia tra una manches e l’altra,venite nelle officine la sera,magari fino a tarda notte,a vedere quanti sacrifici,lavoro,fatica e conoscenze tecniche ci vogliono per preparare qualunque vettura..dalla più piccola alla più grande..venite in gara,in partenza,ad osservare la tensione e la concentrazione prima del via..andate in percorso a vedere il pubblico,i passaggi dei piloti,dal professionista al debuttante..venite all arrivo,alle premiazioni e poi a vederci caricare le vetture e tornare a casa,chi al suo lavoro di ogni giorno chi a prepararsi per le prossima competizione..venite a CONOSCERCI da VICINO..poi provate a trarre le vostre conclusioni e vedremo se davvero il nostro mondo è cosi diseducativo come voi dite..

      Antonello Bordignon
      lic.Csai C.int n°82369

      la manifestazione,se ancora non l’avete capito,è stata sospesa proprio perchè il nostro è un ambiente sano..e difronte ad un simile evento,tutti hanno deciso che era la cosa più giusta da fare

    4. Lorenzo

      Ci colpisce che una riflessione così “marginale” rispetto a ciò che di terribile si è verificato al Terminillo susciti tante polemiche. Non abbiamo nulla contro l’automobilismo come sport, tanto meno contro tutti gli altri sport “estremi”. Abbiamo proposto una riflessione nelle cui pieghe, a nostro avviso, si possono trovare spunti per diversi discorsi interessanti, che magari sarebbe anche piacevole sviluppare. Ciò detto, se è tutto bello e tutto sano, perché la manifestazione è stata subito sospesa dopo l’incidente?

      Per RISPETTO di una persona morta per la sua passione!!!

      cosa che voi non sapete nemmeno cos è!

  14. Giorgio Battaglini jr.

    Il giornalista o sedicente tale dovrebbe innanzitutto non usare il nome di Georg Plasa in maniera così “intima” nel titolo. Ma, del resto, si sa che con un titolo ad effetto, un articolo mediocre passa alla categoria “articolo della settimana”. Finché i giornali erano stampati su carta, potevamo usare queste perle di saggezza per avviare il barbecue. Ora rimangono a lungo nel web a testimoniare l’ignoranza di chi scrive.

    La lezione di Georg Plasa era che uno può essere anche un mago del volante ed aver progettato due vetture tecnologicamente più pure di qualsiasi Formula 1 del piffero, ma doveva essere una persona umile e disponibile. Una lezione che dovrebbe servire a molti in questo periodo: sei bravo? Bene, ma abbassa la cresta e dimostra le cose con i fatti.

    Ho capito sulla mia pelle che queste cose in Italia lasciano il tempo che trovano…

    Lasciate che decidiamo noi che lo conoscevamo quale sia stata la sua lezione.

  15. Stefano

    Ognuno la può pensar come vuole… voi, stampa disinteressata allo Sport dei motori, mettete la bocca in queste questioni solo in seguito ad eventi luttuosi, e l’incompentenza (fattore oggettivo, visto che nemmeno vi è riuscito di scrivere il nome in maniera corretta ll’interno dell articolo) vi porta sistematicamente a tratte conclusioni affrettate, inadeguate, stupide, e che vi fanno una davvero cattiva pubblicità … Perchè trarre la conclusione di uno sport DISEDUCATIVO quando la riflessione poteva invece apparire sotto la democratica messa in campo di un semplice punto di vista differente? Vi siete giocati la chance di fare un articolo intelligente, me ne dispiaccio.

    Fossi in voi, cara redazione di Frontiera Rieti, darei una bella strigliata a chi ha battuto le lettere di questo articolo…perchè evidentemente non ha la misura di ciò che scrive…. ; ma soprattutto, cara redazione di Frontiera Rieti, vi invito a MODIFICARE IMMEDIATAMENTE quel titolo…perchè è una VERGOGNOSA STRUMENTALIZZAZIONE della morte del pilota Georg Plasa.

  16. Stefano

    Cito testualmente:

    Frontiera Rieti: ” Ciò detto, se è tutto bello e tutto sano, perché la manifestazione è stata subito sospesa dopo l’incidente?”

    Per rispetto verso un amico, un collega, un appassionato, un idolo, un eroe, uno sportivo. Perchè tutte queste categorie lo hanno voluto onorare. Perchè le competizioni sportive sono momenti di festa, non certo momenti diseducativi privi di qualsivoglia valore.

    Con questa vostra risposta, e questa domanda, avete dimostrato di avere non solo competenza, ma nemmeno la decenza di mantenere un tono adeguato ad una testata giornalistica.

    Complimenti.

  17. Stefano

    Vi consiglio, in futuro, di rivedere il vostro “campo” giornalistico. Indubbiamente le vostre competenze vi permettono di scrivere dei piacevoli articoli del tipo (ne cito uno a caso, letto in questa pagina).

    “Crema al mascarpone con amaretti”

    ..le riflessioni lasciatele stare…ne avete solo da guadagnare!

  18. Corrado

    La manifestazione è stata sospesa per rispetto verso quello che è successo, siamo piloti, appassionati, umani…noi non corriamo per il business…lo stesso business che obbliga i ciclisti a continuare una tappa, oppure un calciatore a giocare ugualmente nonostante incidenti allo stadio, oppure piloti di F1… A noi piloti della “domenica” ci guida tutto un’altro spirito, uno spirito di amicizia, di umiltà. Spunti per sviluppare discorsi interessanti ci sono, ma non con gente “incompetente” che scrive queste cose, perchè da quello che è stato scritto si intuisce solo quello, ed a leggere gli altri commenti non sono l’unico che la pensa cosi. Ci sono diversi modi per trarre discussioni costruttive, certo non è il metodo migliore denigrare uno sport. Domenica si correrà dinuovo, e si correrà con nel cuore il ricordo di Georg, perchè lui avrebbe fatto lo stesso! ribadisco, è bene Meditare prima di scrivere certe cose….

  19. Daniele

    Poveri noi, appassionati di uno sport dove si corre per passione e si fanno mille sacrifici perdendo tempo e denaro, si perchè qua non ti pagano per correre quasi mai, anzi!!! Peccato che forse chi ha scritto l’articolo non è mai stato ad una cronoscalata, non è mai passato in un paddock la mattina della gara dove tutti si danno consigli, si aiutano e si preparano a dare un grande spettacolo a chi per ore li aspetta sotto il sole. Peccato che questa gente vede solo i teppisti negli stadi e pensa che tutto il mondo vada così ignorando il fatto che le famiglie non vanno a vedere le partite perchè rischiano qualche coltellata, ma vanno volentieri in montagna a vedere “questi pazzi”!!! Peccato che questi perbenisti non sanno che in questo sport non esistono nemici, fazioni, ultras armati ma solo migliaia di persone che diventano tutt’uno con i loro idoli quando per quei pochi secondi ti sfrecciano davanti!!!

    cos’è educativo? manovrare campionati multimilionari?dopare giovani ragazzi per vincere una tappa?guadagnare milioni di euro mentre sugli spalti la gente si picchia per non si sa quale stupido motivo?è educativa l’informazione che fate?mah….

  20. Corrado

    Per diventare educativi dobbiamo doparci, ubriacarci, litigare tra noi e avere tifosi e appassionati che si accoltellano?????

  21. francesco

    povera ignoranza si vede che negli altri sport non esiste il rispetto.
    Nel nostro sport quando manca un amico i giochi si fermano non come in altre specialita che poi se va bene fanno un minuto di silienzio o partono con il lutto al braccio vedi giro

    poverini compatisco la vostra poca apertura e capisco perche l’Italia va a rotoli finche ce gente cosi che parla senza sapere

  22. stefano

    cara redazione di frontiera come potete insinuare tali sciocchezze? questo sport puo essere definito pericoloso quanto volete ma non diseducativo! MAI! io credo che tra scandali di partite truccate nel calcio, la violenza degli sport come la box e simili, il doping nel ciclismo, l’automobilismo rimane uno dei pochi sport nobili dove se c’è una perdita rimane per sempre! ma sopratutto se muore un pilota in gara muore facendo quello che realmente ama, e non come migliaia di calciatori cirrotici o sportivi strafatti o chissa cos’altro! prima di insinuare STRONZATE simili riflettete!

  23. antonio

    ma tu giornalista che hai scritto l articolo hai mai visto una crono in salita, diseducativa per quale motivo???? solo perche la domenica ci dilettiamo in questa passione,siamo tutti consapevoli che è un po rischiosa ma qualsiasi sport loè , anche il giro d italia in bicicletta vedi questa edizione del 2011 dove un ciclista è morto . forse preferiti voi giornalisti correre per le strade e provocare incidenti molto peggio di qwuello che ogni tanto succede in una cronoscalata, uccidere pedoni , bambini , ciclisti che si dilettano la domenica nelle strade, cosi almeno potete riempire le vostre testate giornalistiche di articoli, o foto come qualche collega ha fatto inserendo le foto dell incidente di domenica foto veramente dremmatiche
    a te che hai scritto quest articolo almerno avessi il buon senso di ribattere a tutto cio che ti stiamo scrivendo cosi tanto per confrontarci tutti insieme dal momento che a quanto vedo tutti ti sono venuti contro,un giornalista sa difendersi bene noi ci dilettiamo a esprimere il nostro dissapunto forse perche chi non è dentro questo sport non puo sapre cosa si prova a vederl o, praticarlo e anche in questi momenti quando ci porta una persona via riuscire a non odiarlo

  24. Dario

    Questo articolo è il più terribile,umiliante e vile insulto a Plasa,un uomo che ha fatto delle corse la sua ragione di vita,che ha regalato emozioni a moltissimi tifosi e appassionati ,che insegnava ogni giorno a tutti umiltà,dedizione e tenacia nel raggiungere gli obiettivi.

    Vergognatevi per quello che scrivete,avete offeso lui,me e sicuramente altre decine di migliaia di persone.

  25. Redazione Frontiera Post Author

    Abbiamo aspettato che la frequenza dei commenti al nostro articolo diminuisse in modo da poter dare una risposta quanto più possibile esaustiva a tutti gli argomenti sollevati.
    Chiariamo subito che chi ha scritto il pezzo, pur non amando i motori, sa bene cosa è una cronoscalata. Essendo reatino ne ha viste diverse sin da bambino, anche entusiasmandosi per l’insieme delle emozioni che simili eventi possono suscitare.
    Da adulto poi, ha anche preparato il sistema di cartellonistica della Coppa Carotti, anche rendendo in modo grafico le mappe con i punti di soccorso, la dislocazione delle ambulanze e il posizionamento del pubblico in situazioni di assoluta sicurezza.
    Il pezzo in questione non voleva certo offendere la memoria dello sportivo, dell’atleta, dell’uomo dei motori. Ciò però non toglie la rabbia sorda per la perdita di una vita umana in una situazione che in fondo dovrebbe avere a che fare con il divertimento e il tempo lieto.
    Per rispondere in blocco a una delle principali osservazioni, che potremmo riassumere con il “c’è di peggio” (lo stadio, i pirati della strada, la boxe, il doping…) diciamo: «è vero». Questo però non giustifica la morte di nessuno né lo restituisce alla vita.
    Quanto alla frase «ciò detto, se è tutto bello e tutto sano, perché la manifestazione è stata subito sospesa dopo l’incidente?», lo sappiamo anche noi che la gara è stata sospesa in rispetto dell’uomo e della tragedia. La provocazione, un po’ pesante lo ammettiamo, voleva tirare fuori proprio questo aspetto di umanità che tutti voi rivendicate, per contrapporlo al tema vero dell’articolo, ovvero una critica del “mito della velocità”. La “lezione” (ci accorgiamo ora di aver usato un termine infelice) non è quella che ha dato o subito Plasa. La lezione va intesa come lettura, come tentativo di cercare tra le pieghe della tragedia un pensiero tanto dominante quanto sotterraneo.
    Lo sappiamo che il mondo che difendete è fatto di gente per bene, di impegno personale, di passione, di amicizia. Ma ciò che lo rende interessante “fuori dal paddock” è l’idea di stare sempre al limite, è il rischio della vita, è la presunzione di poter mantenere sempre il controllo. È ovvio che professionisti di valore indiscutibile come Plasa i rischi li conoscono, ma dai media passa sempre l’immagine positiva del vincente, ovvero una immagine falsa a vantaggio di interessi diversi dai valori che voi vivete. Questo è il versante diseducativo, non la corsa in sé, che invece ha a che fare con il gioco, il piacere, la passione. Se dirlo è sgradevole pazienza, ce ne faremo una ragione.
    E il ragionamento potrebbe continuare ancora, ma andremmo davvero oltre la misura degli spazi di commento di un post.

    1. Gianluca

      In tutta onestà, più cercate di dare spiegazioni meno sto capedo dove volete arrivare.
      Vi “autoaccusate” di termini infelici, di aver offeso non volendo, di aver provocato in maniera pesante, poi a fine intervento ribadite le stesse identiche cose.
      Beh, non vi seguo
      La critica al mito della velocità?
      Magari detto da uno che la domenica, cascasse il mondo, sta con il culo sul divano a vedere Valentino Rossi (che invece di stare in galera per evasione fiscale come dovrebbe fa il fenomeno in giro.. bell’ esempio) o che ha esultato alle 5 di mattina per il mondiali in Rosso di M. Schumacher (10 anni in Italia senza dire neanche “Ciao”.. bell’ esempio di rispetto).
      I cattivi esempi sono ben altri.
      Io credo che a questo punto l’ unica e più sensata cosa da fare sia rimuovere questo articolo con i nostri relativi commenti.
      Aver visto qualche edizione della Coppa Carotti da bimbo e aver allestito la cartellonistica NON VI DA il diritto di dire di sapere BENE cos’è una cronoscalata.
      Spero diate ascolto al mio consiglio.
      Quello che è successo domenica, non ha bisogno ne di vittime ne di carnefici, ne di giudici ne di accusati, ne di vincitori ne di vinti.
      Ha bisogno di ripetto e silenzio.

      Grazie

      1. Corrado

        Quoto tutto quello detto da Gianluca. Più scrivete è più vi “imbrodate”…quindi meglio ammettere l’invelice uscita della vostra testata….come avete detto voi…se dirlo è sgradevole, c’è ne fareno una ragione anche noi….

    2. Corrado

      Cito: ma dai media passa sempre l’immagine positiva del vincente, ovvero una immagine falsa a vantaggio di interessi diversi dai valori che voi vivete. Questo è il versante diseducativo”

      …. i media siete voi….sono i giornalisti…non certo noi…allora perchè attaccare il nostro mondo e non attaccare i media, che molte volte pompano certi eventi per causare la “notizia”….questo si che è diseducativo…ma per spiegarlo e per sollevare il problema non usate una tragedia….

      Seconda citazione: Questo però non giustifica la morte di nessuno né lo restituisce alla vita.”
      Non esiste nessuna cosa che giustifica la morte di qualcuno…che sia sportivo, che sia un polizziotto o che sia un militare…ma tutti i giorni leggiamo i giornali…..e qui non mi dilungo.

      Non ho ancora visto un giornalista tale di nome dove è andato a descrivere la grave perdita che l’automobilismo ha subito….

    3. antonello bordignon

      l’idea di stare sempre al limite,il rischio della vita,la presunzione di mantenere il controllo sul filo del rasoio sono solo una parte del “gioco”…se poi i media(…cioè anche voi!!) vogliono far risaltare solo certi aspetti immagini rispetto all’ effettiva realtà non è colpa nostra!!!chi ci vuole vedere da vicino,vede tutto quello che c’è da vedere e trae le sue conclusioni…chi si limita a giudicare il nostro ambiente per stereotipi o per sentito dire…beh…
      In pratica il nostro sport è diseducativo per l’immagine che i media fanno filtrare a loro piacimento??allora forse sono i media ad essere diseducativi….

    4. Lorenzo

      <>

      <>

      DOpo queste ammissioni vi dovreste solo vergognare e chiedere delle scuse a quel grande mondo mondo di persone per bene e con delle passioni che è il mondo dei motori.

      <>

      Nessun pilota ha la presunzione di poter mantenere sempre il controllo, questa è solo un accusa di una persona che nn sa di cosa parla!!!

      avete mai visto un calciatore in quclahe pubblicità dire: non si corre per la strada, non bere alcolici alla guida???
      io mai!!! piloti in tv ne ho visti molti farlo!!

    5. Fabio

      Sono assolutamente d’accordo con Corrado, sappiamo, e “sanno”, tutti, i rischi che si corrono nelle cronoscalate. E poi è sempre estremamente facile, dopo un’evento come questo, riempire pagine di giornali, nel web, ed in ogni qualsiasi possibile contenitore di comunicazione, di frasi e concetti, di facile successo mediatico.
      Io dico, e sottolineo ancora da praticante, che certamente ci troviamo a parlare di una delle specialità più ad alto rischio, che sicuramente si potrebbero rivedere molte cose in seno alla sicurezza, ma è altrettanto vero che nessuno ci obbliga a farlo, quindi non capisco come soltanto si possa ipotizzare di cancellare tale specialità, che tra le altre cose queste gare hanno dato inizio al mondo del professionismo con gente come, Scarfiotti, Fangio, Castellotti, Ascari, Villoresi, e per citare un mito assoluto, Tazio Nuvolari, ancora prima lo stesso Enzo Ferrari, per arrivare a tanti altri piloti (professionisti), più vicini ai nostri tempi, come Baccarelli, Vaccarella, De Adamic, e tanti, tanti altri. Quindi chi non conosce la storia dell’automobilismo, farebbe bene a non emettere sentenze, parlando di specialità diseducativa. Se dovessimo basarci soltanto su concetti realistici, una delle specialità da abolire per prime, dovrebbero essere le gare sugli ovali……..provateci soltanto, ad ipotizzare qualcosa del genere riferendolo agli sportivi americani, ovviamente questa è una provocazione estrema, in realtà volevo solo sottolineare che la passione, la storia, la cultura sportiva, non va sempre d’accordo con il raziocinio……. Cari amici l’avete espresso in maniera troppo articolata e metaforica il concetto che volevate che passasse, questo mondo è fatto di gente semplice e diretta, che non vuole dire ignorante, ma di certo non professionisti della comunicazione come voi, con me in testa……….l’unica cosa che resta di certo è il grande vuoto che lascia Georg. Ed è anche per questo motivo che domenica prossima saremo ancora tutti lì, dentro le nostre auto, i allineamento sotto un sole terrebile e con il cuore in gola, aspettando che quella luce diventi verde per l’ennesima sfida………

  26. Riccardo

    non c’è nessuna lezione da imparare…
    le corse automobilistiche implicano dei rischi ma sanno dare emozioni uniche a chi le ha nel sangue, sia da pilota che da spettatore / appassionato.
    credo che faccia molto più schifo il mondo del calcio, dove per correre dietro ad un pallone 22 persone intascano miliardi e le società comprano le partite.
    Le cronoscalate sono solo pura passione e sicuramente non c’è la corruzione che trovi negli altri sport. Quando è morto Senna, nessuno ha criticato, quando sono morti altri piloti di F1 in pochi hanno giudicato male la f1, forse perchè ci sono troppi interessi sotto, quando poi li tutto è tenuto sotto controllo e certe cose non dovrebbero veramente succedere, li dove la sicurezza è massima…
    le cronoscalate sono una cosa unica e sicuramente chi le guarda con pregiudizio, non può ne capire, ne dovrebbe permettersi di parlare…

  27. antonio

    perche una cronoscalata è diseducativa???? volevo solo sapere il motivo di quest affermazione

  28. antonio

    e magari capire anche l affermazione INUTILE , è inutile solo perche non piace a chi ha scritto l articolo , il calcio è educativo quando si prendono a botte o fanno dai falli da carcere a vita , la boxe che fanno a cazzotti ,e ce ne sono molti altri

  29. Claudio Caldart

    .. ragazzi è inutile … è vero il detto : Non discutere con un idiota, perchè ti porta al suo stesso livello facendoti discutere su cose idiote! e siccome è più “bravo” di tè … ti batte ….
    Io continuo … perchè per mè ne vale la pena .. e non sarà sicuramente questo fenomeno di giornalista che mi farà smettere di provare le emozioni che provo in gara e le emozioni che suscito in chi mi sta a vedere…
    Grazie Georg per quel che ci hai dato ….

  30. Mattia

    Leggendo questo articolo mi si pone una domanda: Ma vi rendete conto delle CASTRONERIE che avete scritto? Secondo il vostro ragionamento non si dovrebbe praticare alcuno sport: praticando il ciclismo potrei essere travolto da un auto, o cadere e picchiare la testa, facendo il maratoneta potrei avere un malore durante una corsa, praticando l’equitazione potrei essere disarcionato dal cavallo, cadere e morire!! Chi pratica questo sport è ben consapevole del rischio che corre, e sa benissimo quando sale in macchina che c’è la possibilità, anche molto minima di non scendere più con le proprie gambe!!
    QUESTA SI CHIAMA PASSIONE!!
    Spero vivamente che questo articolo venga cancellato perchè è un insulto a tutti gli sportivi!

  31. Carlo

    Complimenti, proprio un bell’articolo. Perchè non contiamo i morti negli altri sport o perchè non parliamo di spettacolo educativo dei tifosi di calcio, dei calciatori stessi o del doping? Prima di scrivere certe cose, informarsi e collegare il cervello.

  32. francesco

    volevo farvi solo notare comunque che gli altri sport di cui avete scritto non ce nessun commento ben che si parli nel bene e nel male su questo caso siamo gia a 47 risposte
    forse se e uno sport diseducativo questo vi dovrebbe far pensare

  33. Lele

    Un articolo veramente assurdo… dove emerge l’ignoranza sul tema da parte di chi scrive.
    Il mondo dei motori e in particolare quello del Rally (che non c’entra con l’episodio di Plasa) è un mondo fatto di uomini, di passione, di amicizia, di valori… Valori che negli altri sport sono andati perduti. Seguo tutti i grandi sport ai massimi livelli per lavoro, quindi li vedo da dentro: Rally, Calcio, F1, Ciclismo, Pallacanestro, Sci, Tennis.
    Posso dire di amarli tutti ma se ne dovessi salvare solo uno andrei dritto sul Rally, proprio per l’educazione che da (che un ignorante non può capire), per l’emozione che sa ancora dare al pubblico, per la passione che trasmette.
    Un osservazione, statisticamente risultano essere sport più pericolosi dell’automobilismo:
    lo Sci
    Alpinismo
    Paracadutismo
    Il Ciclismo
    Il Bungee jumping
    L’equitazione
    le Immersioni subacque
    la Boxe
    Il Motociclismo acrobatico
    il Motocilcismo
    senza contare i vari sport radicati solo in certe nazioni (Rodeo, Corrida ecc..)

    proponete di fermare anche questi altri sport “diseducativi” !!!!

  34. luca

    Prima di scrivere certe boiate pensa e rifletti,c’e gente che ci rimette le penne per vedere una partita di calcio….. questo e educativo!!!! e vergonati del titolo e porta rispetto!!!

  35. eugenio mandelli

    L’articolo così come pensato costruito e scritto, dimostra la totale incompetenza in materia di chi l’ha scritto. Fa parte del solito giornalismo qualunquistico che cavalca il verbo popolare legato all’emozione del momento.
    Riposa in pace Georg e da lassù facci sopra una risata, continuando a fare ciò che ti piaceva più di ogni cosa.

    neno

  36. eugenio mandelli

    Un’ultima considerazione io corro in macchina da più di trent’anni e ad ogni ferito grave o morto nel Ns sport, anche se in gara da me non disputata ed in corso in altra parte d’Italia, in segno di rispetto verso l’amico/collega mi fermo, il lunedì mattina vado nel mio ufficio a lavorare!!!!.
    Ho discusso più volte su questo argomento, che ovviamente è demandato alla coscenza dei singoli, ricevendo anche critiche pesanti sul mio pensiero, il nostro è uno sport disputato da dilettanti non professionisti, salvo cinque sei piloti professionisti, come già scritto sopra il lunedì vado in ufficio a lavorare!!
    Giornalisti imparate il rispetto e non fate sempre dell’inutile sensazionalismo gratuito ed inutile…….è stata una tragedia, una fatalità, tutti noi salendo in macchina conosciamo questa possibilità………secondo voi dovremmo fermare tutti gli aerei perchè uno ogni tanto precipita….??? Leggetevi le statistiche, l’automobilismo moderno è lo sport con la mortalità più bassa in assoluto sui campi gara!!

    neno

  37. The Observer

    Ma questo giornalista sa di cosa parla? Vedo solo retorica e luoghi comuni: tutto fumo, l’arrosto lo fanno i giornalisti veri (che peraltro si firmano).

  38. Mike

    questo sito fa ridere per molte cose, ma questo articolo proprio deve essere stato scritto da un disturbato mentale.
    trovo alquanto diseducativo che un aspirante giornalista (perchè non può trattarsi di un giornalista vero!!!) si metta a fare un articoletto su un tema di cui praticamente non conosce nulla.
    Certo che se questo “disturbato” avesse lasciato la sua firma, avrei cercato altri suoi articoli per ridere un po.
    Però… fermi un attimo…
    la redazione lo difende, dicendo che chi scrive ne ha viste parecchie sin da bambino di cronoscalate, e pensate che si è occupato anche della cartellonistica della gara… Mhh allora mi sbaglio, stiamo parlando di un esperto in materia. Anzi se magari ci lascia nome e cognome lo promuoviamo presidente della FIA al posto di Jean Todt.

  39. Denis

    Questo “articolo” mi fa ridere ed arrabbiare allo stesso tempo. Ridere perche’ e’ palesemente vuoto di idee o concetti e scritto senza cognizione di causa,senza conoscere quello che e’ il mondo delle corse o quella che puo’ comunque essere una qualsiasi passione. Arrabbiare perche’ getta del fango in maniera completamente insensata su un qualcosa che nemmeno si conosce.
    Potrei iniziare facendo notare che muoiono molte piu’ persone per strada normalmente che durante le corse (quindi non usciamo piu’ di casa??),ne muoiono di piu’ in mare che durante le corse (quindi non andiamo piu’ al mare??),ecc…detto cio’,la sicurezza in questo mondo (rally,pista,cronoscalate) ha raggiunto livelli importanti ma e’ ovvio che sia impossibile ottenere una sicurezza “assoluta”…ma un pilota sa’ a cosa va incontro,sa’ bene qual e’ il rischio,sa’ cosa mette in gioco…perche’ lo fa? Perche’ c’e’ una cosuccia chiamata passione,qualcuno ce l’ha per il calcio,qualcuno per il mare,qualcuno per la letteratura,qualcuno per i dipinti,qualcuno per la musica e qualcuno per i motori e la velocita’ ed e’ una cosa viscerale,che uno sente dentro…e quale potra’ mai essere lo scopo della vita di ognuno di noi se non inseguire i propri sogni e le proprie passioni? Tutto cio’ non e’ per niente diseducativo,anzi,insegna a correre con vetture adeguate su tracciati appositamente allestiti,insegna che il successo si ottiene mediante il sacrificio,insegna che ci vogliono impegno e dedizione per raggiungere i propri sogni.
    Detto cio’,io mi informerei e ci penserei 2 volte prima di pubblicare “articoli” cosi’ insulsi,ridicoli,privi di senso e che “tirano merda” su qualcosa che l’autore dimostra di non conoscere.

  40. Paola

    Chi ha scritto quest’articolo è sicuramente amante del calcio … è educativo correre dietro a un pallone??? Tutti siamo capaci a farlo … per correre in macchina ci vogliono capacità e testa, cosa che non si può certo dire dei calciatori, a loro bastano le gambine ….

  41. Doc

    Parlo da giovane: Se un imbecille decide di correre contro mano con una smart in autostrada, sicuramente non è a causa delle corse automobilistiche, ma è causa della mancanza di cervello e della mancanza di quelli che si definiscono adulti che dovrebbero fare i genitori e gli insegnanti.

    questi luoghi comuni, fanno di tutta l’erba un fascio e mi sento offeso dalla superbia di chi ha da addossare la colpa a fattori completamente esterni all’educazione di un ragazzo senza farsi prima un’esame di coscienza.

    Peccato che la maggior parte di noi preferisce stare zitto e lasciarvi costruire i castelli in aria. Ergo, invece di scrivere corbellerie educate meglio i vostri figli e non li vedrete morire a causa della loro stessa stupidità o della stupipidità di chi li mette sotto.

  42. Roberto Tarini

    Ho letto qualcosa e mi è bastata… Appassionato di moto, macchine velocità da sempre, lavoro anche nel settore. Premessa doverosa per fare capire a chi mi leggerà che sono persona a conoscenza e non il solito sportivo da bar.
    La prima cosa che mi viene in mente è la più logica e semplice: chi desidera correre lo fa perchè gli piace, nessuno gli punta un’arma addosso e lui si assume tutte le responsabilità sia positive che negative. Le corse, tutte le corse sono fatte così, hanno quella componente di adrenalina insite. Che siano diseducative poi mi fa inorridire… Quanti giovani in meno sarebbero ancora fra noi se si fossero presi una licenza ed andati a misurarsi in autodromi piuttosto che fare sfide idiote fra il traffico quotidiano? Ayrton Senna penso che se avesse potuto scegliere la propria fine avrebbe scelto proprio quella.. E’ sempre stato così, grazie al sacrificio di tanti esploratori conosciamo il mondo, grazie al sacrificio di amanti della montagna abbiamo violato le più alte cime… Non vorrei perdere nelle liriche, parlare di eroi ecc. Sono persone come tanti di noi che hanno fatto una scelta. Per questo vanno amati e rispettati. Come vanno amati questi sport. Per chi ci arriva a capire.

  43. Giacomo

    Dieducativo è il fatto che a certa gente come l’autore, e definirlo autore mi sembra eccessivo, sia data la pssibilità di scrivere certi articoli ed il bello è che quste persone vengono definite giornalisti o peggio ancora si sentono tali.
    Vorrei dire alle tante persone intelligenti che leggono o hanno letto questo articolo – Ragazzi non stupiamoci se in Italia l’informazione va come va fintanto che gente priva di proprie idee e quindi facilmente manovrabile continuerà a scrivere sarà dura-
    Al ” grande giornalista ” vorrei consiglire di smetterla di riempirsi la bocca di cose senza senso ed avere più rispetto per le persone smettendola di usare le tragedie per avere un proprio minuto di notorietà.
    Portate rispetto anche per coloro che vivono le loro passioni che, se non lo sapete, costano sacrifici e tanti.
    Un grande saluto a George e a tutti coloro che hanno perso la loro vita facendo la cosa che più amavano, si perchè la passione per questo sport e amore………….Correte Liberi in Cielo……….

  44. Stroz TDi

    La “tragedia” fa notizia e fa parlare. Molto spesso a sproposito, molto spesso dagli incompetenti.
    Sono più di 35 anni che sono nell’ambiente dei motori e le “notizie” che escono sui giornali riguardano sempre i momenti peggiori.
    Non fa notizia la partecipazione alla Trento-Bondone di Marco Giampiccolo, come non la fa il “Progetto M.I.T.E.”, come non la fa la giornata che ogni anno il Motoring Club Sernaglia dedica ai portatori di handicap.
    A chi ha scritto quell’articolo (e non ha avuto le palle di firmarlo) sicuramente quello che ho scritto sopra non dirà nulla ma parecchi di quelli che hanno scritto il loro commento sanno di cosa sto parlando.
    Se nello sport dell’auto la regola è “giù tutto”, a scapito dell’educazione, credo sia buona regola, nel giornalismo, documentarsi, visto che ci si atteggia a giudici ed educatori.

    Marino Pellegrini.

  45. CLAUDIO

    articolo pessimo è vero che le competizioni automobilistiche sono pericolose ma ogni pilota sa il rischio che corre andando a guidare quei bolidi, quindi evitate dire c***ate, ditemi poi se altri sport sono educativi tipo il calcio ma va là!!!!
    w l’automobilismo

  46. Simone

    Complimenti per aver messo in cattiva luce la testata.. Stiamo provvedendo nella condivisione dell’articolo su tutte le pagine automobilistiche, i commenti non sembrano dei più felici! Le corse diseducative??? Posso ricordare che molti spot sociali per la promozione della sicurezza stradale utilizzano come testimonial piloti famosi o gente del mondo delle corse! “Voler provare l’ebbrezza alla guida di un mezzo, anche attraverso la velocità, con la sicurezza più certa che c’è, vuol dire non mettere mai in conto la propria caducità e la propria fallibilità.” —> ogni pilota/equipaggio è consapevole di cosa mette in gioco! George quindi cosa sarebbe? Una lezione? Non credo proprio, molti prima di lui han rischiato la vita o l’hanno addirittura persa con le corse.. Molti son stati sciocchi, non sono stati capaci a fermarsi al proprio limite, molti per colpa del destino! Quanta gente muore passeggiando per strada?

  47. Joseph Carrassi

    lascia stare, solo noi piloti nonchè tutti noi appassionati possiamo capire il mondo delle corse con gli annessi rischi e le annesse soddisfazioni… chi parla evidentemente dà solo sfogo alla bocca, è qualcuno che è totalmente fuori da ogni discorso automobilistico ma soprattutto sarà qualcuno che, sfruttando l’interesse mediatico, vuol mettersi in luce mettendo in risalto problemi che a prima vista potrebbero risultare da primo piano ed importanti ma che in realtà non esistono: L’AUTOMOBILISMO E’ SEMPRE STATO RISCHIOSO, COSì COME QUALSIASI SPORT, LAVORO O ATTIVITA’… NON BISOGNA ACCANIRSI SU DI ESSO, LE DISGRAZIE AVVENGONO IN QUALSIASI AMBITO E CIO’ CHE E’ SUCCESSO A GEORG E’ SOLO UNA DISGRAZIA E NON UN PROBLEMA DA RISOLVERE!!!

  48. simone

    vergognarsi per quello che avate scritto è far poco!!! quando un pilota sale su una macchina da corsa sà quello che fa!!! per seconda cosa il rally da una parte può essere educativo, nel senso che ti insegna a vivere la tua vta dedicandola a una passione che non finirà mai pur perdendo molti soldi a volte e no andarea giocare a calcio solo perchè si guadagnano dei miliardi!!! in quanto la sicurezza stradale sono propio i rallysti che fanno campagne e corsi di sicurezza!! vergognatevi!!

  49. Luca

    Se l’automobilismo è diseducativo il calcio allora com’è?! Forse è educativo vedere gente che va allo stadio, non per assistere gioiosamente e pacificamente (come fanno invece gli amanti dell’automobilismo!!!) ma per insultare e picchiarsi con tifosi di altre squadre o con le Forze dell’Ordine?
    Chi ha scritto questo articolo dovrebbe VERGOGNARSI di tali affermazioni e avere almeno l’educazione di non scrivere o parlare mai più di questo fantastico sport!

  50. Angelo

    non mi sorprendo di niente, ad ognuno le sue opinioni e le proprie dedizioni… il problema è perchè puntarsi contro l’automobilismo? ci sono migliaia di sport motoristici e non dove si rischia la vita… e dove ogni sportivo ne è pienamente consapevole del rischio… perchè scagliarsi proprio solo contro l’automobilismo? allora dovrebbero scrivere un articolo come questo ogni volta che muore qualcuno in qualunque sport esso sia….. ABOLIAMO TUTTI GLI SPORT RAGAZZI… giochiamo a Bocce in spiaggia ….

    cmq la frase “Lezione di George” è squallida.. usare la morte di una persona x kiamarla LEZIONE è rivoltante! e credono pure di dire qualcosa di costruttivo… è imbarazzante…

  51. Michael

    Ma siete impazziti?? Con quale coraggio pubblicate questo articolo? Rispetto ZERO! Faresti bene a presentare le scuse per quello che hai scritto!!!!
    Michael Valentini

  52. luca

    Che ironia hanno certi articoli, si va a drammatizzare un evento che di drammatica vede purtroppo la morte di un campione, una persona che come molte altre ha dato l’anima per la sua passione…invece si va a cercare di demonizzare lo sport che praticava…
    Il pericolo c’è ovunque, certo nell’automobilismo e nelle corse è più alto ma proprio per questo si cerca di aumentare la sicurezza…pensate che se al povero Georg come a Henry, Ayrton, Atiilio o chiunque altro si fosse chiesto se si sentivano in pericolo avrebbero negato?no….prendiamo come testimonianza il sig. Rohrl…..gli è stata posta quella domanda e sapete come ha risposto? “alberi e burroni sono fermi, è sufficiente evitarli”…e parla colui che guidava un mostro da 600 Cv per le stradine di Montecarlo o San Marino ecc….non l’ultimo arrivato, penso che la risposta sia eloquente, i piloti sono coscienti dei rischi e li vogliono correre perchè l’adrenalina che quei rischi danno è la loro vita…altrimenti prendete la vostra passione e togliete rischi e difficoltà….wow….bella cosa….
    vabbè, ho scritto tutto d’istinto perchè certi commenti mi fanno rabbrividire ma di una cosa sono certo, io sono appassionato di motori, corro e se mi dicessero che nel dare tutto me stesso per vincere troverei un giorno la morte….beh….non smetterei

  53. Giovanni

    articolo scritto da chi di motori non ci capisce un bel niente, molto superficiale e non corrispondente alla realtà, perchè tutti questi piloti che fanno gare rally ecc… oltre alle gare sono testimonial per la sicurezza stradale e quindi fanno capire alla gente che si deve correre solo in condizioni di sicurezza, ogni gara viene svolta rispettando dei parametri di sicurezza che vengono controllati da commissari della CSAI prima di ogni gara, e se non vengono rispettati la gara non ha inizio, quindi è inutile che ogni volta che succede un incidente grave date la colpa a questo sport che è molto più sano che il calcio dove vedi gente che si mena e non solo, solo per correre dietro a un pallone e sono strapagati e viziati, è da molti anni che seguo queste gare e devo dire che chi ci corre sa che rischi ci sono,però sa che ci vuole anche una preparazione adeguata, non sono guidatori della domenica, georg plasa era molto esperto per guidare una macchina del genere, però purtroppo siamo persone umane e quindi tutti possiamo sbagliare, solo che per lui se resta valida la tesi dell’errore umano, quest’errore gli è costato la vita, quindi chi ha scritto questo articolo veda di riscriverlo, perchè così com’è è un’offesa a plasa e atutti coloro che amano questo sport!!!!!!!!

  54. Lorenzo

    Prima di scrivere certe boiate ci vorrebbe un briciolo di rispetto per chi non c’è piu e aveva una passione ripeto PASSIONE….
    una cosa che quel giornalista che ha scritto questo articolo non sa nemmeno cos è!!!
    solo soldi e lucrare, magari dicendo baggianate a discapito di altri!!!!!

  55. Biiidi

    Nelle spedizioni in zone di guerra in particolare, il pericolo è legato al presupposto stesso della competizione per avere l’anteprima, ovvero lo scoop. All’aumentare di questa, diminuisce la possibilità di controllo della situazione, tanto che il segreto della vittoria si trova, oltre che nella qualità meccanica dei mezzi fotografici, nella capacità del giornalista di tenere l’obbiettivo vicino al limite oltre cui è inevitabile il disastro. È una capacità che suscita certamente adrenalina in chi fotografa ed emozioni in chi vede gli scatti, ma ne vale davvero la pena, e che messaggio portano tutti questi morti in guerra? Perchè sono andati là?

    È opinione diffusa che in queste trasferte il rischio è (quasi) tutto del giornalista, un uomo che nel lavoro che pratica dà forma ad un talento, quasi a una vocazione, consapevole dei rischi che corre. Per molti la cosa finisce lì, ma si tratta di una impostazione di comodo, che copre un tema più ampio e interessi più articolati.

    Voler provare l’ebbrezza di uno scatto, con la sicurezza più certa che c’è, vuol dire non mettere mai in conto la propria caducità e la propria fallibilità.

    Questi reportage sono diseducativi per i giovani, inutili per tutti, sono il monumento che noi facciamo alla velocità del vivere, pensando di poter manovrare pure Domineddio, perché pensiamo che la vita sia tutta da divorare, senza più pensare, senza più sostare, senza più meditare.

    Ogni volta che c’è un morto in queste trasferte si perde il senso di continuare a farle, si perde il senso per cui sono nate e un’ombra minacciosa e perenne rimarrà crocifissa in questo lembo di storia.

    SE LA METTESSIMO COSì??? CAMBIA LAVORO!

  56. francesca

    rimango sconcertata leggendo un’articolo così cinico e freddo.La persona che lo ha scritto non è un giornalista serio ma uno sciacallo della scrittura, anche incompetente nel campo.Quando un pilota si allaccia le cinture e aspetta la partenza mille pensieri gli girano nella testa, che sicuramente usa più di altri sportivi, perchè nelle proprie capacità sta mettendo la sua VITA.Come in tutte le cose però non va sempre bene.George è morto per quello in cui credeva di più al mondo…..e per questo tutti dovrebbero avere rispetto della sua memoria.Io parlo da pilota:sono madre e moglie e quando partecipo a qualche evento metto già in conto che qualcosa potrebbe non andare…..NON PER QUESTO SMETTERO’ DI CORRERE.

  57. fabio

    mi unisco anche io a tutti coloro che hanno risposto, il paracadutismo è sicuro? il banging jumping (o come si scrive) lo è? correre in bicicletta anche? (vedi giro d’italia appena trascorso…)…voglio dire, ok è uno sport, pericoloso…ma definirlo come ha fatto l’autore mi sembra eccessivo. Diseducativo?…pazzesco…forse sarebbe meglio per l’autore andare a far caos e distruggere stadi, incendiare auto, scooter ecc come fanno i tifosi iperincalliti del calcio…(perfortuna è uno sport che odio).
    Saluti da un ragazzo appassionatissimo di motori! motori e solo motori!

  58. Turra

    articolo semplicemente ridicolo…come il giornalista che l’ha scritto del resto… Ogni pilota sà benissimo il rischio a cui và incontro mettendosi alla guida di un auto o di una moto… Georg è morto facendo quello che gli piaceva, era la sua passione e sicuramente sapeva i rischi che correva, tu caro giornalista non sei nessuno per poter dire che questo è uno sport inutile, non sei nessuno per poter dire che queste gare non hanno senso e che sopratutto sono diseducative per i giovani… non è di certo grazie a queste gare se un ragazzo prende una curva a 150 e si schianta… la colpa è esclusivamente del ragazzo che non ha cervello!Ogni sport può essere diseducativo..nel calcio la gente si mena per 22 pirla che corrono dietro ad una palla ad esempio.. Prima di scrivere certi articoli forse è meglio accendere il cervello..certi articoli dovrebbero scriverli persone competenti, non da totali INCOMPETENTI come lei..che di sport capiscono 0 ..e che parlano di diseducazione, quando il mondo ne è pieno..e per scoprirlo basta accendere la Tv e guardare le stronzate che trasmettono.. cancellate questo maledetto articolo…è SOLO UN INSULTO ALLA MEMORIA DI UN GRAN CAMPIONE CHE CORREVA PER PASSIONE!

  59. Alessandro Vezzoli

    Sono appassionato di corse automobilistiche fin da bambino quando mio papa’ mi portava in autodromo… Adesso sono io che ci porto mio figlio di 3 anni… Non seguo molto le cronoscalate ma la notizia della morte di Georg mi ha profondamente rattristato, nonostante non lo conoscessi… Ma forse chi ha scritto questa boiata di articolo non lo puo’ capire… Come non puo’ capire cosa sia la passione per le corse… Parlo per esperienza personale, in autodromo al termine della gara si applaudono tutti i piloti, non solo chi vince ma anche chi e’ arrivato ultimo a 2 giri di distanza, perché sicuramente ha dato il massimo ed ha rischiato ne più ne meno del vincitore… Questo pseudo giornalista, se ha una dignità (ma ne dubito) dovrebbe uscire dal vigliacco anonimato e chiedere scusa alla famiglia di Georg per aver strumentalizzato la sua morte.

  60. Lino

    Messa così sembra che chi pratica lo sport automobilistico sia unicamente un folle che sfida il rischio fino alla morte, non entro nel merito delle motivazioni che spingono a cercare questo limite, ma mi preme sottolineare che dietro a ogni pilota c’è comunque una persona, e, quando giudichiamo le sue scelte sportive, giudichiamo anche l’uomo, e Georg era una grande uomo, disponibile, simpatico, ma, soprattutto, umano.
    Tempo fa ha partecipato ad una cena organizzata per raccogliere fondi per la Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, in quell’occasione ci ha regalato una sua tuta da mettere all’asta, è stato con noi tutta la serata parlando e scherzando con tutti, e non si è nemmeno offeso per il fatto che sugli adesivi preparati per l’occasione c’era la bandiera austriaca invece che quella tedesca, anzi ci ha scherzato sopra e me l’ha anche autografato! Forse questa è la VERA LEZIONE DI GEORG. Ciao grande campione, ma soprattutto ciao grande uomo!

  61. luca

    http://www.facebook.com/notes/leo-isolani/le-ragioni-del-silenzio/10150228754835755

    questo è un commento che merita…..e viene da un grande campione che quel giorno, dopo la tragedia ha dovuto scendere la pista passando sul luogo dannato….e LUI, LUI che è pilota e a Georg stringeva la mano tutte le gare, LUI che sa cos’è quella passione….ebbene lui dice così

    Le ragioni del silenzio
    E siamo già ad un altro Venerdì … solo sette giorni fa si rideva e si scherzava, ad alleggerire l’impegno nella preparazione di una gara importante ed impegnativa quale la Rieti/Terminillo. Mi scuso se in questi giorni non sono riuscito a rispondere a tutti gli sms, alle e.mail ed ai messaggi che mi avete scritto qui in FaceBook, in bacheca o in privato. Non sono sparito. Ma, come per tutti, anche per me la “botta” è stata davvero grande. E, come nemmeno un anno fa con la tragedia di Lionel, ho provato sentimenti forti e devastanti. Domenica, scendendo verso il paddock, riuscivo a fatica a girare il volante della mia 575. Mi son voluto fermare un attimo nel luogo dove Georg ha incontrato il suo destino. E lo confesso: appena sceso a valle la prima frase che mi è uscita con Manu è stata “A Fasano io non corro …” …………………………​ Poi ho lasciato che Manu e i miei ragazzi (poche parole ed occhi lucidi …) rientrassero alla base. Con il mio amico Donato, che parla ottimamente il tedesco, sono rimasto ancora qualche giorno a Rieti. Assieme ai ragazzi fantastici di Motorame e all’amico Giobbi abbiamo “accudito” Martin ed Eva, i due ingegneri che seguivano Georg a Rieti, nelle inevitabili faccende burocratiche del caso. Siamo tornati più volte sul luogo dell’incidente, abbiamo fatto la spola Rieti/Roma attendendo l’arrivo del fratello di Georg e della sua compagna. Abbiamo raccolto materiale video ed immagini, fatto da tramite con le Autorità, garantendo la massima disponibilità ed aiuto. Chi mi conosce sa che sono un combattente. Ma non è facile affrontare certi “dopo”. Fortissimo il senso di sportività, rafforzato tragicamente dal dolore che ci ha uniti su a Campoforogna, mentre cercavamo notizie sulle condizioni di Georg. Quando ci è stata data “la” notizia tutte le rivalità, la gara, il campionato, gli impegni sono diventati di colpo cose piccole. Inutili. Il “collegamento” con Roma è continuato anche al mio rientro, seguendo telefonicamente anche il ritorno a casa di Eva e Martin. Non li abbiamo lasciati soli nemmeno un minuto, anche se ognuno poi è necessariamente ed inevitabilmente solo, ognuno di fronte alle proprie immagini, ai diversi ricordi che ci legano a Georg. Ora le domande sono tante, il dubbio sulle cause di tutto questo è grande. Io penso che “a valle” di tutto ci sia comunque e sempre l’uomo. Non tanto come “errore”, quanto come “scelta”. C’è sempre la volontà di migliorare, quella spinta che nella preparazione ci porta a cercare il particolare che ci farà guadagnare quel secondo prezioso, quel decimo, quel centesimo che fa la differenza. C’è l’uomo, il pilota che decide di mettersi in gioco e di accettare una sfida come c’è l’uomo/macchina che si prepara per affrontarla al meglio. C’è l’uomo che progetta e quello che realizza. E poi c’è l’uomo che regola, che legifera e che pone limiti. C’è l’uomo che sventola bandiere, quello che ti sprona … quello che ti soccorre. Infine, rimaniamo noi … uomini con mille realtà diverse e tante … tante idee, opinioni, capacità di reazione. Diverse. Lunghe telefonate, con Simone Faggioli e con Egidio Pisano, molto vicino a Georg assieme alla moglie e alla piccola Giuli. E ancora parole, abbracci di parole a distanza. E ancora … e ancora … con Eva e Martin, che hanno espresso la volontà di imparare a parlare in Italiano come faceva Georg … E poi ancora al telefono con Omar, la cui proverbiale gogliardia ha lasciato posto ad un cuore grande così, con il “Panda” che dona la sua “vittoria” a Georg, con l’Amico Denny a raccontarci l’ultima foto assieme, poco prima del via … con l’insostituibile Donato, con Napione, con il grande Marco Ferraglia che si è fatto in quattro assieme a tutti gli altri di Motorame, con Gianluca Marotta, con Rosario Giordano e Paolo Ansovini che sulle testate nazionali hanno saputo dipingere e raccontare i fatti con mestiere e grande cuore …… E con tanti altri. Le gare sono fatte così. Ma come purtroppo è abitudine accada, in questi giorni ho letto tanta demagogia sui giornali “non specializzati” … Le gare sono fatte così, non si tratta di “accettare” la tragedia e continuare come se niente fosse, ma se si decide di seguire la propria passione si è consci del rischio cui si va incontro. Dietro la mia frase a caldo di domenica, vomitata in faccia ad una Manuela ancora in lacrime non c’era tanto la paura “che possa accadere”, quanto l’angoscia del “dopo”. Di chi “rimane”. Incredulo. Spaesato. Distrutto. È stato fatto molto sul piano della sicurezza passiva, forse dobbiamo lavorare di più su quella attiva. Auto, percorsi, preparazione fisica. Reagire, ma senza MAI dimenticare. Fra le mani ci rimane solamente la nostra passione, e credetemi, non è poco. Ci rimane lo sport che amiamo, le sfide che verranno, quel fuoco dentro che non domeremo mai. Parlo per me. Ma oggi, mentre guardo la mia 575 sui cavalletti e in cura, sento come se “lo dovessi” … e torna il mio motto di sempre: non mollare. Lo devo a Georg, a Lionel, a Fabio, a tutti i nomi che volete aggiungere, lo devo anche a me stesso. Lo devo a mio padre che sta lassù, a tutti gli appassionati che partecipano con noi alle gare, alle gioie ed ai dolori. Lo devo a chi ha dato la Vita a tutto questo, sacrificata sull’altare della propria passione. Sacrificio che non è mai una scelta. Mai. Noi che rimaniamo qui invece possiamo ancora scegliere di vivere. Di ritirarci o di migliorare, di riparare, di accettare ancora una volta la sfida, quella linfa che scorre nelle vene e ci mantiene vivi. … E questa è la mia Vita. L’unica che conosco. Ci vediamo a Fasano. Eva e Martin saranno con noi … … e tu sarai in macchina con me. Con tutti noi. Ciao Georg.
    Di: Leo Isolani

  62. DUILIO

    HO LETTO PARECCHI COMMENTI ,CON I QUALI SONO PIU’ CHE D’ACCORDO ,MA CHI HA SCRITTO L’ARTICOLO E’ MERITEVOLE DI PRENDERSI TUTTI GLI INSULTI POSSIBILI , MA COME SI FA A SCRIVERE COSE DA DEMENTI SENILI SU LO SPORT ????? QUALSIASI ESSO SIA !!!!!!!!!! SE TI RITIENI ANCHE UN GIORNALISTA, UN PICCOLO CONSIGLIO CAMBIA LAVORO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! CIAO UNO A CUI PIACE LO SPORT E SPECIALMENTE QUELLO MOTORISTICO

  63. Elys

    Mah….chi ha scritto questo articolo? Non è nemmeno firmato, scrivere un mare di boiate e non avere il coraggio di prendersi la responsabilità di quello che si dice per me è DISEDUCATIVO! E poi, detto proprio così, parli (chi???) di diseducazione nel mondo delle corse e abbiamo un governo di cui dovremmo preoccuparci maggiormente.
    Consiglio spassionato, prenditi un pò di tempo per leggere tutti i commenti che hanno lasciato gli APPASSIONATI e capirai quanto hai sbagliato e quanto ti dovrai scusare

  64. Mirko

    Scrivete sempre le solite boiate da giornalisti…..avvolte (per non dire sempre) fareste meglio a starvene zitti, perchè siete la rovina di questo mondo, un consiglio…cambiate lavoro……. Non parlate mai delle corse (rally, cronoscalate ecc…) sempre solo calcio, come se il calcio fosse la cosa piu giusta di questo mondo…bhe, preferirei morire in gara, invece di correre per tutta la vita dietro ad una fottuta palla……..

  65. PIER

    Certe cose le possono scrivere solo i giornalisti, se una persona ha la passione di scrivere articoli con una penna certamente non ama il rischio ma perchè andare insultare tutti coloro che amano velocità, rischio e adrenalina??
    Finisco puntualizzando che se qualcuno vuole correre in sicurezza esiste la pista, ma ad alcuni (me compreso) non piace, non è il senso di sicurezza che si cerca nello sport che ognuno pratica per passione!

  66. michele ghizzoni

    Trovo diseducativo chi scrive certe cose senza avere la più pallida idea di cosa stia parlando. Mi associo a chi dice che è più diseducativo il mondo del calcio che anche a livelli dilettantistici provoca risse e corruzione. Io corro e sono consapevole del rischio ma ciò non mi impedisce di praticare uno sport che a me dona tanta gioa anche perchè dietro c’è un mondo di amicizie che nessuno immagina.

  67. Claudio

    Nel 1986 bandirono dal campionato mondiale rally le auto gruppo b (delta s4,peugeot turbo 16 ecc.) perchè ritenute troppo potenti ( 550 cv) per i tracciati montani e poco sicure. Oggi 2011 chronoscalata rieti terminillo,gara di importanza nazionale e non mondiale, vediamo sfrecciare a oltre 200 km/h una f1 travestita da auto quasi di serie. E’ normale e coerente tutto questo? Dove sta la superficialità nel focalizzare il vero problema? Era sbagliato bandire nel 1986 le gruppo b ed è giusto che gareggi una f1 con carrozzeria a forma di normale auto oppure è stato giusto bandire le grupp b ed è stato semplicemente un errore di valutazione far correre una f1 travestita da bmw? Secondo me la federazione sport automibilistico dovrebbe meditare molto su questi interrogativi e focalizzare meglio le vere cause. Che facciamo,dobbiamo abolire il paracadutismo perchè se non si apre il paracadute ti spiaccichi a terra? Dobbiamo abolire lo sci di velocità perchè se cadi ti frantumi? Come tutti gli sports legati al tempo e alla velocità anche l’automobilismo se fatto con serietà agonistica ha la sua bella dose di rischio,ma non mi sembra che ai piloti puntino una pistola in testa per gareggiare… Spesso guardando gare dalla f1 alle chronoscalate passando per i rally, sento persone dire di annoiarsi per una buona parte della gara.Questo mi è successo anche a me da spettatore situato qualche curva poco prima dello schianto di plaza. Vedevo sfilare sul tracciato le vecchie alfa 33, le fiat 126, le alfa giulia e cose simili,una noia!!! Solo quando sono passate le ferrari,lamborghini,alfa 155 e plaza appunto,ho realizzato di trovarmi a una competizione automobilistica. Anche se notevolmente meno potenti rispetto alla bmw di plaza, pensate veramente che un pilota che esce da una curva anche a 120 km/h sbattendo sulla roccia con un alfa 33 una giulia o una a112 possa uscire dalla macchina ancora vivo? La bmw di plaza era comunque una f1 quasi a tutti gli effetti,non tanto per prestazioni,quanto per la tecnica dell’assetto,i materiali impiegati, il motore,il progetto e la realizzazione…… A parte il dramma accaduto a plaza, ritengo piu’ sicura una bmw come quella sua che sfreccia su per la montagna a oltre 200 km/h che una renault clio preparata alla buona per queste tipo di gare anche se sale a 120 km/h. Credo che la follia vera sia di continuare a pensare ancora a frenare la velocità e la potenza delle auto come si è fatto nel 1986 credendo che questa sia la soluzione giusta. Ritengo invece giusto e di buon senso alzare maggiormente i livelli standard di sicurezza delle auto visto che le tecnologie ci sono e basterebbe tira fuori semplicemente qualche soldino. Tutto questo salvaguarderebbe non solo la sicurezza dei piloti, ma anche l’interesse del pubblico verso le corse automobilistiche visto che negli ultimi anni è quasi in caduta libera…. Anche un grande campione come Plasa con una macchina tecnologicamente ben fatta e studiata può lasciarci la pelle,un errore di valutazione,un attimo di confusione o semplicemente un’avaria mecanica, ecco che il dramma si consuma,nessuno ha poteri di onnipotenza,questi non fanno parte della vita terrena!
    Un pensiero a Georg, che della velocità ne ha fatto una ragione di vita……

  68. F4R-RS

    Georg Plasa è morto facendo quello che amava fare, voi che avete scritto questo articolo state soltando strumentalizzando la morte di un campione per buttare fango su un mondo (quello delle corse) che è fatto di tanta passione, provate ad accendere la tv e noterete che è una cosa ormai rara negli altri sport, dove le uniche cose che contano sono l’arrivismo e il fare soldi.
    Abbiate dunque un minimo di rispetto e riflettete sull’articolo che avete scritto, è come se aveste sputato sulla tomba del buon Georg.

  69. luca

    premesso che il fatto di definirla F1 è un pò eccessivo….ma aveva solo un vago aspetto della 134, in realtà a partire dal telaio aveva tutto ricostruito per fare il suo lavoro…qualcosa è andato storto ma non è nemmeno paragonabile all’S4 di Toivonen che tragicamente è morto perchè veramente mancava sicurezza…..la sua Lancia era esplosa perchè il serbatoio non era ne in materiale ne in posizione sicura…al di la di quello sono nostalgico del gruppo B di cui già ho accennato il grande Rohrl e rimango dell’idea che chi fa determinate corse già è consapevole del rischio e proprio quello lo spinge a correre

  70. Oscar

    Georg è morto facendo probabilmente quello che più amava fare al mondo. Non un semplice passatempo, ma una passione vera e propria. E per uno sportivo che AMA lo sport che fa (che sia automobilismo, calcio, ciclismo o scacchi) credo che morire mentre si pratica la propria passione sia una delle morte migliori immaginabili. Almeno per me è così..
    Ciò che trovo disecucativo è che una persona (che non ha nemmeno avuto il coraggio di firmarsi) lavori e (credo) sia stipendiato facendo qualcosa di cui evidentemente non è in grado di fare, mentre tanta gente sicuramente più meritevole è senza lavoro. E la redazione che lo difende non ci fa una figura migliore, anzi.

  71. Claudio

    Buongiorno Luca e un saluto a tutti coloro che porteranno nel cuore Georg…… Caro Luca innanzitutto credo che parlare di sicurezza in competizioni di alto livello come le vecchie gruppo b oppure le attuali wrc o f1 sia abbastanza relativo. Al momento non esiste tecnologia in grado di salvare la pelle a un pilota che si schianta a 200 km/h su un costone di roccia, e se pure esistessero materiali capaci di offrire una sufficiente protezione,purtroppo, entrerebbero in gioco i soliti limiti naturali di un corpo umano,ossia non sopporterebbe l’improvvisa e forte decellerazione per impatto. Premesso questo torniamo alla delta s4. Era una vettura progettata già dai primissimi disegni su carta esclusivamente per le corse, ed è proprio per questo che la rendeva una macchina da guerra particolarmente sicura tanto da essere definita da alcuni piloti un treno sui binari. Aveva un’elettronica un po rudimentale ma per l’apoca era avanzata e poi limitata solo alla gestione del motore. Aveva una meccanica moooolto raffinata,non solo per il motore piccola anima indiavolata (se consideriamo che dai 1750 cc di cilindrata tirava fuori 550cv ufficiali) ma anche un assetto particolarmente curato,un telaio completamente in carbnonio e kevlar (materiali rigidissimi e resistentissimi). Hai ragione quando dici che il serbatoio era fatto di materiare a oggi considerato non sicuro e poi posizionato in un punto della macchina poco sicuro. Ripeto, la sicurezza riguardante “la posizione di un serbatoio” è un dettaglio marginale. Quando si progetta un auto da competizione (ad alto livello per intenderci) l’imperativo è renderla veloce il piu’ possibile. Pertanto i tecnici si concentrano su motore e cambio,materiali resistenti e rigidi ma al contempo leggeri,assetto e telaio,ma anche su distribuzione dei pesi (per rendere la vettura piu’ bilanciata possibile) e cosa importantissima l’aerodinamica. E qui viene il bello del serbatoio della s4 😉 Su un auto da competizione, un serbatoio oltre a essere progettato con materiali sicuri e con dispositivi anti esplosione, tuttavia vie modellato in modo tale da non compromettere la forma della carrozzeria e di conseguenza permette a quest’ultima di esse aerodinamica, applicato sulla vettura viene tenuto conto principalmente anche del bilanciamento del peso quando questo è pieno. Tutto questo per dire che se si progetta una vettura aerodinamica probabilmente si sacrifica la sicurezza riguardo la posizione del serbatoio,del resto una vettura da competizione non è un tir, ma si sviluppa in soli 4 metri circa,gli spazi a disposizione sono quelli,c’è poco da inventare sotto questo punto di vista……..
    Riguardo la vettura di Georg io l’ho definita “QUASI” una f1, ma ti posso garantire che le differenze sono veramente minime. Innanzitutto montava un motore judd derivato dalla monoposto del 2004, e quindi un motore f1 a tutti gli effetti!! I cavalli disponibili e il rapporto di coppia sono quelli,forse leggermente depotenziato e favore della coppia,cosa utile per gare in salita e visto che la potenza comunque non mancava. Il telaio? Beh diciamo che era derivato dalla vettura di serie ma con notevoli stravolgimenti sia riguardo il solito roll bar che alcuni rinforzi sulla scocca. Veniamo all’assetto. Vi sono organi meccanici dell’avantreno e del retrotreno che non hanno collegamenti elastici tramite i soliti silent block ma ancoraggi rigidi propriamente detti uniball (tipici della formula 1). Fuselli delle ruote scatolati e non monoblocco in ghisa (tipici della formula 1). Veniamo alla carrozzeria. Ancora non ho capito bene il materiale della carrozzeria (forse allumini?), ma se andiamo a osservare alcuni dettagli, notiamo innanzitutto lo studio aerodinamico e le varie appendici derivate da questo e applicate sulla vettura,nonchè i passaggi dell’aria di raffreddamento sia per il motore, freni, impianto di scarico ecc. ma non solo anche per il carico aerodinamico stesso. Inoltre va notato il tipo di semiasse a giunto tripode sia lato cambio che lato ruota (indovinate di che derivazione è? ;-). Inoltre il pianale aerodinamico sotto la vettura ecc. Ragazzi,questi sono dettagli tecnici che neanche sulle wrc forse si trovano in quantità cosi’ massiccia. A tal riguardo, tanto per far capire meglio i vari bla bla bla che ho scritto, invito chiunque fosse interessato a visitare il sito stesso di Geog Plaza e a notare i piccoli dettagli che si possono scorgere dalle foto in esso pubblicate.
    Dopo aver visto tali foto, dimostratemi che quella che avete visto non era un auto da formula uno travestita da berlina da competizione, e dimostratemi che un auto da rally WRC abbia le stesse caratteristiche tecniche e progettuali della BMW di Plaza.
    Naturalmente una dimostrazione amichevole,tanto per toglierci qualche curiosità…..

    Il link è il seguente: http://www.134judd.com/fahrzeug.html

    A Luca e a tutti gli altri, un saluto e buona vita….

    Claudio

  72. Riccardo

    Io capisco che fare giornalismo significhi anche indurre il lettore ad una riflessione e non solo riportare agli onori della cronaca gli accadimenti. capisco anche quale sia la questione che voi avete posto: HA SENSO PERSEGUIRE COME OBIETTIVO LA VELOCITA’ , A QUALSIASI COSTO E CON QUALSIASI MEZZO? E’ EDUCATIVO?
    Per me sì, perchè LE CORSE, COME QUALSIASI ALTRO SPORT E COME QUALSIASI ALTRA COSA PER CUI VALGA LA PENA VIVERE LA NOSTRA VITA RICHIEDE DI METTERSI IN GIOCO, DI RISCHIARE DEL NOSTRO, RICHIEDE IMPEGNO SACRIFICIO E PASSIONE, E QUESTO PER ME E’ EDUCATIVO, PERCHE’ INSEGNA ALLE PERSONE COSA CI VUOLE PER VIVERE! credo che ogni persona che vive la sua passione veramente porti dentro di se questa risposta, dare la vita per la propria disciplina è forse troppo, ma è una questione che ogni sportivo vero sa di dover mettere in conto, e la morte di chiunque nello sport certo non toglie valore a quello che stava facendo, non toglie valore a quello in cui lui credeva e lo sapete perché?
    perchè il valore alle cose che facciamo lo diamo noi, non certo la gente che ci guarda, quella che parla di noi, o quella che scrive millantando cognizione di causa.

    concludo dicendo che volendo indurre in chi legge la vostra testata una riflessione, forse avete dimenticato di farla voi, cosa che per la prossima volta vi consiglio, visto il lavoro che fate.

  73. luca

    CLAUDIO…..ovviamente da appassionato non hai nominato un solo dettaglio che non conoscessi,per la distanza dalla F1 mi riferivo alla massa di tescologia in generale, per carità…molte cose ne derivano ma siamo lontani, come il motore che è di derivazione ma non è coperto dal brevetto del motore BMW f1 2004….per i link ovviamente li avevo già scandagliati in lungo e in largo…per il serbatotoio S4 sono consapevole che avesse già allora imposti dei requisiti che però non sono risultati sufficienti…come purtroppo ancora nel caso di Georg sebbene la macchina fosse un bunker perchè osservando i dettagli tecnici di sicurezza tale era…come invece non era previsto un impatto del genere….ad ogni modo rimango dell’idea che come ho scritto se a Georg avessero detto che avrebbe potuto trovare la morte a causa della sua passione non avrebbe smesso….

  74. diego

    Ciao, ecco cosa scriveva circa un anno fa George, dopo l’incidente di Regal:

    Ecco , bravo Heart ! Non volevo scrivere , ma ora basta , devo farlo .
    X Sebastiano e MTS , non sono co voi stavolta . Chicanes non cambianno nulla , Ok , le medie siano abbassate ma già 150 m dopo la velocità sarà uguale . Vedete ad esempio Rieti …, anzi , ci sono tante uscite , non grave però , proprio lì ( ad esempio Nevegal , ma anche 2 settimane fà in Austria a St.Peter )

    Ma questo non è il discorso . Anche noi piloti siamo adulti e non abbiamo bisogno die essere protetto da noi stessi … Vuol dire : ci sappiamo cosa facciamo , anche nel punto del rischio . E credetemi , ci sappiamo tanto meglio che qualsiasi ufficiale di gara o fans chi sono magari mai seduto in una tale macchina o hanno forse mai visto un certo percorso …

    Non fraintendere cosa dico ora , anch’io sono più che triste ed avevo le lacrime sui occhi anche giorni doppo anche ora e mi mancerà Lio , è stato uno dei pochissimi chi sapeva cosa sta succedendo nella zona oltre i limiti , con chi potevo parlare per la traiettoria classica e quella ultimativa ma anche più pericolosa o senza margine di sicurezza , quale sono le sensazione mettersi in una situazione pericolosa ed uscirla ( e non ci parliamo delle situazione che capitano da se ..) , mi mancerà perché non ci possiamo mai più abbracciarsi sul podio di Mickhausen ringraziando il publico per essere stato presente , non ci scherziamo mai più assieme con le ragazze …ma in un certo modo è stato fortunato . è morto mentre faceva quello che amava , e non ci sono tanti con questo destino .. Secondo me è meglio morire così che di una brutta malatia e credetemi , io so di cosa ci parlo …

    Saluti , Georg

    GIORNALISTI della domenica prendete esempio…………. nel calcio tutto questo non esiste

  75. mckenzie

    Anche secondo me l’articolo è stato scritto da una persona che forse non ha mai conosciuto Georg e non ci ha mai parlato, altrimenti avrebbe saputo riconoscere quella passione nei suoi occhi per il mondo delle corse che lo ha portato non solo ad investire gran parte della sua vita ma appunto ad essere maniacalmente preciso nel suo modo di fare questo sport. Davvero una splendida persona e chiunque ci abbia parlato per più di qualche minuto non può negarlo!

    Mediatate prima di scrivere luoghi comuni che si possono adattare in situazioni simili!

  76. Criscsw

    Cosa non si fa per emergere e per fare due spicci.
    FATE SCHIFO.
    Prima di spalare questa quantità di cagate sulle competizioni del CIVM, e su uno dei più grandi piloti della storia di questa competizione, fatevi uno straccio di cultura su questo sport, le categorie, i piloti, le vetture, le norme di sicurezza, le prove e tutto ciò che ne consegue.

    Sport diseducativo?! C’è tanto altro di VERAMENTE DISEDUCATIVO, sia a livello sportivo che non. Vedere certi sportivi prendere certi stipendi, il cui unico rischio che corrono è prendersi una gomitata nello stomaco o in testa, oppure vedere certi soggetti partecipari a reality di dubbio gusto, il cui unico scopo è mettersi in mostra….QUESTO E’ DISEDUCATIVO.

    Un pilota, morto per la sua passione, nella quale aveva investito cifre di tasca sua, che noi comuni mortali guadagnamo in 10 anni di lavoro, scomparso facendo ciò che lo faceva FELICE, e che faceva FELICE noi milioni di spettatori di tutto il Mondo, è solo da RISPETTARE IN SILENZIO, e farsi un esame di coscienza, prima di scrivere certi articoli che nemmeno un giornaletto scolastico pubblicherebbe mai.

    Anzichè scrivere certe stronzate, abbiate il buon gusto di informarvi prima, ed eventualmente buttar giu due righe poi.

    Non mi stupisco qualora il post non venisse pubblicato. perchè affermerebbe ancor di più la magra considerazione e bassezza che ho di questo articolo e del suo autore.

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