Uno dei primi passi nella sua visita in Brasile il Papa l’ha voluto fare all’inferno o, meglio, andando a visitare un ospedale che porta il nome di San Francesco, dove si curano i giovani ammalati soprattutto per dipendenze per droghe chimiche, le cosiddette droghe dei poveri, fatte di materiale sintetico, che portano una dipendenza tremenda.
Il Papa è andato lì dalle persone che curano queste malattie, dicendo che la droga fa male, che legalizzarla è il modo migliore per ridurre la gente a larve.
E poi Francesco ha contrapposto lo stupore per l’opera del buon samaritano rappresentata da questi medici e infermieri, lo stupore per il fatto che l’uomo è capace di bene, allo stupefacente che avvelena il sangue e la libertà.
In questa opposizione tra stupefacente usato per uccidere il cuore e lo stupore che si risveglia in un cuore impegnato per il bene c’è uno dei drammi della nostra epoca e il Papa l’ha mostrato subito.